Dai fatti alla Storia - volume 3

Orientamenti globali del XXI secolo | CAPITOLO 21 QUANDO 2010 Inizio della crisi greca La bandiera dell Ue e quella greca con sullo sfondo il Partenone e un cielo minaccioso, 31 ottobre 2011. In quei giorni erano in corso le trattative del governo greco per stabilire un piano di rientro del debito pubblico con Fmi e Commissione europea. DOVE Visegr d LA CRISI GRECA A dimostrazione di quanto fossero ampie le differenze fra i paesi dell Ue giunse la crisi che colpì la Grecia a partire dal 2010, la cui origine stava nell enorme debito pubblico accumulato, e mai reso manifesto per consentire l entrata della Grecia nell euro. Svelata la realtà, il paese si trovò sull orlo della bancarotta e fu necessario l intervento del Fondo monetario internazionale (Fmi) per evitarla. Ma per erogare i prestiti necessari, l Fmi e la Commissione europea richiesero che il governo greco adottasse severe misure di riforma e di rientro della spesa pubblica. Mentre la crisi globale accresceva la difficoltà dell operazione di risanamento delle finanze, il disagio della popolazione divenne sempre più insopportabile, poiché, proprio per rientrare nel piano di austerità imposto al paese, cominciavano a ridursi gli stipendi, le pensioni e veniva smantellato l intero sistema di Welfare: le persone che avevano perso il lavoro furono escluse dall assistenza sanitaria e in molti, ridotti in povertà, dovettero rinunciare alle cure mediche. La disoccupazione crebbe spaventosamente e con essa il malcontento, la violenza e la delinquenza. In questo disfacimento complessivo trovò fortuna il partito neonazista Alba dorata , che tentò di intercettare l insofferenza della popolazione, istigando all odio verso l Ue, percepita come un organismo che umiliava il paese. Toccò al governo di sinistra di Alexis Tsipras adoperarsi nel complicato tentativo di adottare le misure volute dal Fondo monetario e ottenere il prestito di circa 300 miliardi di euro per evitare il default dello Stato. L EUROSCETTICISMO NELL EUROPA DELL EST Tra le principali cause che invece hanno ostacolato una prospettiva unitaria dell Unione Europea è emersa negli ultimi anni, soprattutto fra i paesi membri dell Ue appartenenti all ex blocco sovietico, l indisponibilità a rispettare gli accordi comunitari. stato questo il caso dei cosiddetti paesi di Visegr d, dal nome della località ungherese in cui, dal 1991, i rappresentanti di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia avevano iniziato a riunirsi per dar vita a una cooperazione. Essi, in nome della difesa dei rispettivi paesi, non hanno voluto accettare le intese comunitarie sulla suddivisione degli immigrati che giungevano in Europa. Inoltre, Ungheria e Polonia, entrambe governate da forze nazionaliste e sovraniste, hanno spesso manifestato il loro scetticismo nei confronti delle istituzioni europee (il cosiddetto euroscetticismo ), pur essendone membri. In particolare, Viktor Orban, eletto alla guida dell Ungheria nel 2010, ha costruito il suo successo politico sulla lotta all immigrazione, alimentando nel paese l odio verso lo straniero e facendo riferimento a princìpi di identità fondati su criteri etnici. Durante gli anni del suo governo, oltre al verificarsi di casi di limitazione dei diritti civili, il premier è giunto perfino alla richiesta, peraltro accordata dal parlamento ungherese ad aprile 2020, di assunzione dei pieni poteri. Situazioni come queste sono fonte di preoccupazione nella comunità europea, e dimostrano che l assenza di una forte visione politica comune fra i vari paesi membri in questi anni non ha portato buoni risultati né può essere accettata a lungo, risultando chiaramente dannosa per il futuro dell Ue. 611

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Dal Novecento a oggi