Dai fatti alla Storia - volume 3

SEZIONE C | LA RINASCITA DEL SECONDO DOPOGUERRA DOVE Bolivia QUANDO 1962 Crisi missilistica a Cuba Fotografia della base missilistica di San Crist bal, scattata dall intelligence statunitense nell ottobre 1962. Nella fotografia sono indicate le componenti che hanno permesso di riconoscere la destinazione della base. Enciclica Lettera apostolica indirizzata dal papa ai vescovi di tutto il mondo, ma anche ai fedeli, su argomenti riguardanti la dottrina cattolica o particolari situazioni religiose o sociali. QUANDO 1963 Enciclica Pacem in terris 446 capitalistico, inaugurando il mito di un piccolo Stato che riusciva a opporsi al gigante statunitense. Nonostante la vittoria, Castro capì che per difendersi dalle minacce degli Stati Uniti era necessario mettersi sotto la tutela dell Urss. In tal modo Cuba divenne l unico Stato del continente americano alleato dell Unione Sovietica, la quale a sua volta si impegnò a fornire aiuti militari e commerciali a Castro. Il leader cubano si orientò quindi verso uno Stato socialista e a partito unico; il suo compagno Che Guevara, diventato un vero e proprio eroe popolare, si prodigò a diffondere in Congo e in America Latina gli ideali e le pratiche rivoluzionarie, ma fu catturato da agenti della Cia e ucciso nel 1967 in Bolivia. I MISSILI SOVIETICI A CUBA Chru c v approfittò della posizione acquisita all interno del continente americano e fece arrivare a Cuba via nave dei missili nucleari a corto raggio, che erano in grado di colpire direttamente gli Usa. Di fronte a questa grave minaccia per il paese, Kennedy rispose con il blocco navale dell isola nell ottobre del 1962, chiedendo l immediato smantellamento delle basi missilistiche: in quei giorni il mondo fu pericolosamente di fronte al rischio di un conflitto nucleare. Alla fine la logica della deterrenza ebbe la meglio e fu siglato un accordo fra le due parti: l Unione Sovietica avrebbe ritirato i missili da Cuba, mentre gli Stati Uniti avrebbero smantellato le proprie basi missilistiche in Turchia. La crisi cubana dimostrò ancora una volta, nella logica della guerra fredda, la forza dell equilibrio del terrore . Kennedy e Chru c v capirono a quale rischio avrebbero potuto portare non solo i rispettivi paesi, ma l intero pianeta. Nell agosto del 1963 Usa e Urss firmarono un accordo per proibire gli esperimenti atomici nell atmosfera e nello spazio e furono avviate trattative per successive intese sulla non proliferazione dei missili nucleari. Ma alla fine di quell anno, come abbiamo visto, avvenne la tragica morte di Kennedy e il dialogo appena riaperto fra le due superpotenze si interruppe. PAPA GIOVANNI XXIII E LA CHIESA MODERNA Al rinnovato clima di distensione aveva dato un contributo essenziale anche il pontefice romano. Dal 1958 sedeva sul soglio pontificio papa Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, 1881-1963). Particolarmente sensibile ai problemi della pace, egli aveva seguito attivamente la crisi di Cuba nei giorni di massima tensione e il 25 ottobre 1962 aveva diffuso un radiomessaggio, in cui chiedeva alle autorità dei due paesi di continuare a trattare per salvare la pace e l umanità. Sempre a questi temi si richiamava l enciclica Pacem in terris, promulgata nel 1963, che contribuì a far riflettere le autorità mondiali sull importanza del valore della pace. Essa rappresentò anche un punto di confronto con i problemi del mondo da parte della Chiesa cattolica, che così proponeva la propria missione evangelizzatrice al servizio degli uomini di buona volontà , espressione con cui, nel linguaggio della Chiesa, sono indicati tutti coloro che intendono impegnarsi per il bene dell umanità e per i valori fondamentali di questa, quindi anche i non cattolici. Fu merito di Giovanni XXIII aver saputo intercettare le novità del mondo uscito dalla guerra e porsi di fronte a esse con spirito di dialogo e accoglienza.

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi