APPROFONDIAMO - LUOGHI ED EVENTI - Lo sterminio degli

Indizi di una guerra annunciata | CAPITOLO 1 Il fatto che la spartizione coloniale dei continenti fosse ormai completata indusse il colosso tedesco a un atteggiamento aggressivo verso le altre potenze imperialiste. QUANDO 1888 Guglielmo II imperatore di Germania Vignetta satirica sulla Weltpolitik tedesca: l imperatore Guglielmo II cerca di addentare il mondo. LA SPINTA NAZIONALISTA E LA WELTPOLITIK A incoraggiare e sostenere questo rinnovato orientamento verso nuovi spazi da conquistare e verso una agguerrita competizione convergevano due elementi: in primo luogo uno spirito nazionalista sempre forte e ben coltivato dalle classi dirigenti tedesche; in secondo luogo l avvento al trono del kaiser ( imperatore ) Guglielmo II nel 1888. Il nuovo sovrano del Reich assunse in prima persona la direzione politica del paese, dando vita a un nuovo corso decisamente aggressivo e imperialista, come fu evidente verso i possedimenti in Africa dove furono attuate cruente politiche di dominio (> A ). Egli voleva la Germania protagonista non più esclusivamente sul continente europeo, ma reclamava un ruolo di primo piano a livello mondiale. In ciò consisteva la sua Weltpolitik ( politica mondiale ). Sostenuto dai grandi gruppi industriali e dalle alte gerarchie militari, Guglielmo II avviò una pericolosa competizione sul piano economico e militare. Una simile prospettiva doveva accompagnarsi necessariamente a una intensa produzione di armamenti che portò a una ricollocazione della Germania sullo scacchiere mondiale, compromettendo il sistema su cui poggiava l equilibrio europeo. IL SISTEMA DELLE ALLEANZE In quest ottica va visto il ridefinirsi delle alleanze delle potenze europee. Bismarck era stato ossessionato, nella sua linea politica internazionale, dalla cosiddetta sindrome da accerchiamento , che consisteva nel limitare il rafforzamento delle due grandi potenze confinanti con la Germania: la Francia a ovest e la Russia a est. APPROFONDIAMO LUOGHI ED EVENTI LO STERMINIO DEGLI HERERO E DEI NAMA Lo spirito militarista impresso da Guglielmo II ebbe pesanti ricadute nell amministrazione delle colonie. La Namibia era una colonia dell impero dalla fine dell Ottocento, detta Africa tedesca del Sud-Ovest . L arrivo dei coloni e dei soldati tedeschi determinò continue violenze contro le popolazioni locali, gli herero e i nama, attraverso il sequestro delle terre e del bestiame, ma soprattutto con stupri e omicidi, riducendo uomini e donne a schiavi secondo una logica razziale. Gli herero e i nama, di fronte a tali sopraffazioni, si ribellarono nel gennaio del 1904. Quando gli herero, con un attacco a sorpresa, uccisero più di cento civili tedeschi, la reazione non si fece attendere: nella colonia furono inviati 14 000 soldati sotto il comando del generale Lothar von Trotha. Nell agosto del 1904 le truppe di Trotha sconfissero gli herero nella battaglia di Waterberg. I sopravvissuti (tra i 3000 e i 5000 uomini, donne, anziani e bambini) furono deportati fino al deserto del Kalahari. Nel corso della marcia l esercito tedesco uccise coloro che non riuscivano a proseguire mentre gli altri furono costretti a spingersi nel deserto o a morire di fame e di sete, per colpa dei metodi usati del generale. Gli herero e i nama sopravvissuti furono resi schiavi e fatti lavorare in due campi di concentramento, dove era comune morire di stenti o per le malattie. Nel campo di Shark Island morirono tra le 1000 e le 3000 persone: molti prigionieri vennero uccisi sommariamente durante la loro detenzione, molte donne vennero stuprate, e altri herero e nama furono usati come cavie per esperimenti medici dal genetista razzista Eugen Fischer: più della metà delle due popolazioni scomparve a causa della politica adottata dai tedeschi. Molti storici credono che le pratiche messe in atto in Namibia, che in complesso uccisero circa 65 000 nativi, contribuirono a creare le basi per il genocidio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. 35

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi