7 L’ANTISEMITISMO E L’EUGENETICA

=a c ¬ ¬ de a de c a ¬a e a e a ¬ e de a ¬ | CAPITOLO 10 7 Tavola che spiega quali relazioni erano consentite e quali vietate all interno della società tedesca, secondo la distinzione razziale stabilita nelle leggi di Norimberga. QUANDO 15 settembre 1935 Emanazione delle leggi di Norimberga L ANTISEMITISMO E L EUGENETICA IL PRINCIPIO RAZZIALE Il nazionalsocialismo si era costruito sin dal suo esordio sulla convinzione fondamentale che il Volk, il popolo , rappresentasse la nazione, intesa come comunità di sangue. Abbiamo visto che Hitler era ossessionato dall idea della purezza della razza ariana e temeva che gli ebrei potessero contaminarla e provocarne il decadimento. Poste queste premesse, la soluzione consisteva nel combattere gli ebrei e tutte le loro dottrine. Secondo il nazismo erano di stampo ebraico l individualismo e il capitalismo, il bolscevismo e il cosmopolitismo. Il timore della contaminazione della razza orientò la politica antisemita del regime verso una duplice modalità di azione. La prima procedura, più istintiva e selvaggia, consisteva nello scatenare violenti e improvvisi attacchi contro persone e comunità ebraiche. Spesso si trattava di assalti a carattere episodico che servivano a scaricare l odio sociale. Lo scopo era di spaventare gli ebrei e spingerli a lasciare la Germania; la seconda procedura consisteva, invece, nel seguire un andamento più istituzionale, nel senso che il vertice politico (in sostanza Hitler) ne assumeva la direzione e dava un carattere legale alla persecuzione. Si riduceva, così, la componente spontaneista e nello stesso tempo si otteneva una maggiore sistematicità degli interventi. LE LEGGI ANTISEMITE Proprio per dare organicità all antisemitismo, il 15 settembre 1935 il Reichstag emanò le leggi di Norimberga, che erano costituite da due provvedimenti: la Legge sulla cittadinanza del Reich e la Legge sulla protezione del sangue e dell onore tedeschi . La prima toglieva la cittadinanza agli ebrei, riservandola solo alle persone di sangue tedesco. La seconda vietava sia i matrimoni sia i rapporti sessuali tra ebrei e tedeschi. Con la perdita del diritto di cittadinanza gli ebrei si trovarono esclusi dal diritto di voto, dai pubblici impieghi, dall esercizio di attività commerciali o bancarie; la loro vita si complicò notevolmente: era l inizio della persecuzione voluta da Hitler. LA POSIZIONE SOCIALE DEGLI EBREI TEDESCHI I tedeschi di origine ebraica erano circa 500 000 nei primi anni del regime. Dal punto di vista sociale non erano pochi coloro che occupavano posizioni di rilievo nell ambito economico e finanziario. Abili nel commercio e nell imprenditoria, erano particolarmente presenti anche nelle professioni (medico, avvocato) e nelle attività intellettuali. Sfruttando il fatto che era molto diffuso un pregiudizio antisemita, Hitler fece spesso riferimento a questo rilevante ruolo economico e culturale degli ebrei nella società tedesca per ribadire che il complotto giudaico aveva provocato le crisi che avevano messo in ginocchio la Germania nel dopoguerra. Le misure contro gli ebrei si aggravarono a partire dal 1938: in questa fase l obiettivo del regime nazista non era ancora la distruzione fisica degli ebrei, ma l allontanamento dalla Germania. Si parlò di un progetto che doveva spostare in massa gli ebrei europei per collocarli in Madagascar, ma non fu portato avanti. 299

Dai fatti alla Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi