Dai fatti alla Storia - volume 3

DAI FATTI ALLA STORIA H La barbarie della guerra Dopo un anno di guerra la maggior parte dei soldati italiani era segnata dalle sofferenze e dagli orrori. Mentre la propaganda si sforzava di ritrarre i nemici come barbari e inumani, c era tra i soldati chi non si era adeguato a questa logica. il caso dell autore di questa lettera che individua il lato umano degli avversari, non riconoscendo le ragioni dell inimicizia fra i popoli. La perdita di tanti giovani è considerata un atto di barbarie. Da Zona di guerra A Grottammare (Ascoli Piceno) Dal fronte 5.4.916 Carissima Maria. Colle lagrime agli occhi a te vengo a comunicare tutte le nostre atroce sofferenze [ ]. povera nostra gioventu! che peccato abbiamo commesso? che dobbiamo avere contro ai nostri nemici? mentre che loro non anno colpa come noi! povere madre che perdono i loro figli! Spesse volte ci guardiamo l uno con l altro in faccia vedendoci cosi lacerati di fame e di sonno le lagrime ci ricoprono gli occhi piangendo come bambini. [ ] Pochi giorni addietro andò come che avrete letto sopra ai giornali il piccolo avanzamento che abbiamo conguistato si tratta di pochi metri di terreno, ma tremo di scriverlo per la terribile carneficina che si ha potuto spargere. Poveri nostri fratelli parevano stritolati come se fossero carne di belve feroci, come possiamo avere più il coraggio di andare avanti vedendo queste barbarie contro la nostra cara ed amata gioventù! I nostri bravi ufficiali se ne stanno sotto le grotte come niente fosse per il nostro disagio [ ]. da G. Procacci, Soldati e prigionieri italiani nella Grande guerra, Bollati Boringhieri, Torino 2000 I Lo smarrimento in un diario di guerra Dopo il lungo periodo della vita di trincea, al momento degli attacchi decisivi da parte dei tedeschi e degli austro-ungarici l esercito italiano si trovò spiazzato e disorganizzato. Un diario del soldato piemontese Giovanni Bussi restituisce l amara sensazione di abbandono e di disfatta all indomani della sconfitta di Caporetto nel 1917, oltre alla consapevolezza della profonda distanza fra le truppe e gli ufficiali. Marciamo per circa un chilometro sulla strada [ ]. Tutte le case, sia di campagna come quelle dei paesi che attraversiamo, sono abbandonate e le porte sono aperte, sembra terra di nessuno. [ ] Per il momento non abbiamo più avuto nessun contatto con il nemico ma credo che nessuno dei nostri superiori sa dove si trova e in più non sanno dove andiamo e cosa devono fare. Da quello che si vede i nostri Generalissimi sono fuggiti e non sono più capaci di tirarsi su i pantaloni. Hanno ragione i Tedeschi che dicono: «Italiani soldati di ferro, ufficiali da sottane . Ogni tanto mi viene in mente le parole sentite quella notte e mi convinco una volta di più che vi è stato un tradimento. da G. Bussi, Senza colpa in questo inferno. Diario di un sarto di Langa alla Grande guerra, Giunti T.V.P., Firenze 2018 Soldati tedeschi allestiscono una trincea, 1915. 190

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi