Dai fatti alla Storia - volume 3

Il dopoguerra in Italia e l avvento del fascismo | CAPITOLO 6 QUANDO 1919 Fondazione del Partito popolare italiano Cartolina che celebra il primo anniversario del Partito popolare: il pulcino del 1919 nel 1920 è diventato un gallo protetto dallo scudo crociato. Proprio lo scudo crociato sarà il simbolo che accompagnerà il Partito popolare in tutte le sue trasformazioni nel corso del tempo. IL PARTITO POPOLARE Nel 1919 nacque un altro partito destinato ad avere un enorme influenza sulla storia italiana: il Partito popolare italiano, che si costituì nel gennaio di quell anno per opera del prete siciliano Luigi Sturzo (1871-1959), con l intento di rappresentare la grande massa cattolica del paese. Questa novità era stata preceduta dall esperienza del patto Gentiloni del 1913 (> C1.2), con cui le forze cattoliche si erano impegnate a sostenere i candidati liberali disposti ad appoggiare un programma condiviso con i cattolici stessi. Ma ora i tempi erano maturi per una autonoma forza politica di orientamento cattolico. Anche il papa Benedetto XV si mostrò favorevole e abolì il Non expedit (1874), cioè la formula con cui la Chiesa vietava ai cattolici di partecipare direttamente alla vita politica italiana. Il Partito popolare nacque, oltre che per la volontà di dare diretta rappresentanza ai cattolici italiani, anche con l intento di contrastare il movimento socialista, ritenuto pericoloso per la sua matrice atea e per la conflittualità sociale che si esprimeva nell idea e nella pratica della lotta di classe. Il programma dei popolari si rifaceva alla dottrina sociale della Chiesa, il cui documento fondamentale era costituito dall enciclica Rerum novarum (1891) di papa Leone XIII. Questa dottrina prevedeva una particolare attenzione ai ceti più svantaggiati attraverso la pratica della solidarietà sociale. Di conseguenza il partito si impegnava ad attuare una riforma agraria che difendesse la piccola proprietà contadina; nello stesso tempo era favorevole a una riforma tributaria. I popolari erano contrari all abolizione della proprietà privata e privilegiavano l interclassismo con cui comporre pacificamente i conflitti tra capitale e lavoro. Infine, sostenevano il decentramento amministrativo (con l affermarsi delle autonomie locali), l insegnamento privato, la tutela della famiglia, la piena libertà della Chiesa. Pur ispirandosi al pensiero cristiano, il Partito popolare si dichiarò aconfessionale, cioè non volle rivolgersi soltanto ai cattolici, ma, secondo quanto era scritto in un Appello al paese redatto dallo stesso Sturzo nel 1919, intendeva chiamare in causa «tutti gli uomini liberi e forti che [ ] sentono alto il dovere di cooperare ai fini supremi della Patria, senza pregiudizi, né preconcetti . Con questo programma il partito riuscì a ottenere forti consensi soprattutto nelle campagne del Sud, contendendo ai socialisti la guida delle masse contadine e dei ceti più deboli. D altra parte, pur essendo indipendente dalla struttura organizzativa della Chiesa cattolica, il Partito popolare poté contare non solo sul sistema delle parrocchie, capillarmente diffuse in tutto il territorio italiano, ma anche sul peso e sull autorità delle gerarchie ecclesiastiche. Il programma del Partito popolare Ambito Provvedimenti Politica sociale Tutela della famiglia Interclassismo per risolvere le tensioni sociali Politica agraria Tutela della piccola proprietà terriera Politica fiscale Riforma tributaria Tutela della proprietà privata Politica amministrativa Decentramento amministrativo Politica scolastica Insegnamento privato RICAPITOLANDO 1 Quale processo portò alla nascita del Partito comunista in Italia? 2 Quali erano i punti principali del programma del Partito popolare? 163

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi