LA FONTE - La Storia do Mogor di Niccolò Manucci

Mondi a confronto. L Europa fuori dall Europa | CAPITOLO 4 LA FONTE La Storia do Mogor di Niccolò Manucci Il medico veneziano Niccolò Manucci (1638-1717) ebbe una vita lunga e avventurosa, parte della quale trascorsa nell India dei moghul. A Pondichéry, dove si ritirò nei suoi ultimi anni, si dedicò alla scrittura della sua Storia do Mogor, che è insieme un resoconto dei suoi viaggi e una dettagliata descrizione dell impero dei moghul di fine Seicento. Per quanto la storia di Manucci sia una fonte da utilizzare con cautela e alcune sue parti siano state oggetto di discussione tra gli studiosi, essa rimane un testo prezioso, quanto meno per capire il punto di vista di un europeo sull India del XVII secolo, come si legge, per esempio, in questo brano. «So bene che chi leggerà questa Storia noterà quante volte sono partito dalle terre del mogol e poi vi sono tornato, qualcuno si convincerà che quelle terre sono una sorta di campi elisi e che per questo motivo vi sono ritornato, ma in realtà anche se con il favore di Dio ho avuto la sorte di trovarvi buona fortuna, non mi sono mai voluto trasferire là, perché non è una realtà tale da deliziare o colpire la mente di una persona dell Europa al punto da volervi risiedere, poiché non è buona né per il corpo, né per l anima. Per il corpo, dato che occorre vivere sempre sull attenti, perché non ci sono mai parole di cui potersi fidare e tutto deve essere giudicato con sospetto e in senso opposto a quello che viene detto, considerato che sono sempre pronti a comportarsi come recita il proverbio della mia terra: buone parole e cattivi fatti ingannano savi e matti. Perciò, quando proclamano di essere i vostri più grandi amici, è necessario fare attenzione due volte. Non è buono per l anima, sia per le loro libertà, sia per la mancanza di cerimonie cattoliche, e dunque, quando potevo allontanarmi, lo facevo e non vi ritornavo mai, salvo quando mi obbligava la necessità, e ho reso molte grazie a Dio che alla fine mi ha dato i mezzi per vivere libero. Assicuro al lettore che pochi europei sono stati capaci di vivere con i vantaggi e gli onori che ho raggiunto, eppure non hanno consentito a se stessi di essere ingannati dalla speranza che andando là avrebbero potuto trovare qualche rimedio, poiché sono pochi quelli che ne vengono fuori migliorati, e molti danneggiati . Dei moghul. I campi elisi erano il luogo dove finivano le anime di coloro che erano stati amati dagli dei, secondo la mitologia classica. In questo contesto, l espressione è da intendersi come sinonimo di paradiso . Dicendo che la realtà indiana non è buona per il corpo, Manucci intende dire che si tratta di un luogo pericoloso, dove l incolumità fisica dello straniero è sempre a rischio. Dicendo che la realtà indiana non è buona per l anima, Manucci fa invece riferimento alla mancanza della fede cattolica e dei suoi riti. Manucci riconosce di essere stato fortunato. Nell India dei moghul. S. Subrahmanyam, Mondi connessi. La storia oltre l eurocentrismo (secoli XVI-XVIII), Carocci, Roma 2014 INTERROGHIAMO LA FONTE 1 Per quale motivo Manucci afferma che l India è un luogo pericoloso per il corpo e per l anima? 2 In che modo descrive il modo di agire delle popolazioni con cui l autore del testo è entrato in contatto? 93

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento