5 L’ASCESA DI MARIA TERESA D’AUSTRIA

SEZIONE A | IL SISTEMA DELL EQUILIBRIO EUROPEO E LE RELAZIONI GLOBALI 5 QUANDO 1713 Prammatica Sanzione Legge salica Codice redatto ai tempi del re dei franchi Clodoveo I (V-VI secolo d.C.) e così chiamato perché si rivolgeva ai franchi salii, che abitavano cioè in prossimità del fiume Sala. La legge salica conobbe una notevole fortuna nel periodo medievale e moderno per alcune disposizioni, come quelle che escludevano le donne dalla successione al trono, che trovarono applicazione in diverse monarchie, con conseguenze rilevanti. QUANDO 1740-48 Guerra di succesione austriaca L ASCESA DI MARIA TERESA D AUSTRIA LA PRAMMATICA SANZIONE Come abbiamo già visto, l arciduca Carlo d Asburgo aveva dovuto rinunciare alle sue ambizioni di diventare re di Spagna quando, alla morte del padre e del fratello maggiore, si trovò inaspettatamente a diventare imperatore, con il nome di Carlo VI. Non avendo avuto figli maschi, si preoccupò di garantire, dopo la sua morte, l eredità dei suoi domini alla primogenita, Maria Teresa. Nel Sacro Romano Impero, tuttavia, vigeva la legge salica, che escludeva le donne dalla successione al trono. Per evitare tale ostacolo, Carlo VI emanò un editto, noto come Prammatica Sanzione (1713), con il quale indicava la figlia Maria Teresa come sua erede nei territori ereditari della famiglia Asburgo (Austria, Boemia e Ungheria) e il marito di lei, il già citato Francesco Stefano di Lorena, come nuovo imperatore. In tal modo, venivano estromessi gli eredi di Giuseppe I, fratello maggiore di Carlo VI e precedente imperatore. Alla morte di Carlo (1740), tuttavia, la Prammatica Sanzione venne rigettata da buona parte dei principi dell Impero, e Maria Teresa fu costretta a difendere con le armi (> F ) il suo diritto di succedere al padre. LA GUERRA DI SUCCESSIONE AUSTRIACA Alle pretese di Maria Teresa e del marito Francesco Stefano si opposero, dunque, gli eredi del precedente imperatore, e in particolare Carlo Alberto di Baviera, che aveva sposato la figlia primogenita di Giuseppe I. Al suo fianco si schierò Augusto III, l Elettore di Sassonia (che aveva sposato anch egli una figlia di Giuseppe I), ma anche i Borbone (Francia e Spagna), il regno di Sardegna, la repubblica di Genova (> A ) e la Prussia. Proprio la Prussia costituì l ago della bilancia della Guerra di successione austriaca (1740-48): la potenza del suo esercito mise inizialmente in difficoltà le truppe austriache, finché Maria Teresa, grazie alla sua abilità diplomatica, raggiunse un accordo separato con il sovrano di Prussia, Federico II, che si ritirò dal conflitto in cambio della ricca regione della Slesia. Anche il regno di Sardegna fu indotto a passare dal lato degli Asburgo, con i quali si schierarono anche Gran Bretagna e Province Unite. APPROFONDIAMO PERSONAGGI GIOVAN BATTISTA PERASSO, DETTO BALILLA Durante la Guerra di successione austriaca, la repubblica di Genova, alleata della Francia, subì l occupazione delle truppe austriache. Il 5 dicembre 1746 un ragazzo del quartiere di Portoria, Giovan Battista Perasso, detto Balilla, fu il primo a scagliare una pietra contro gli occupanti, seguito ben presto da molti altri concittadini. Fu l atto d inizio di una rivolta popolare che colse impreparato Antonio Botta Adorno, comandante delle truppe austriache, e che alla fine condusse alla liberazione della città, il 10 dicembre 1746. Sebbene siano stati sollevati molti dubbi sulla veridi- 70 cità di tale racconto e sulla reale identità di Balilla, l episodio è stato ripreso e celebrato molte volte nel corso della successiva storia d Italia. Durante il Risorgimento, esso venne letto come uno dei primi segnali di risveglio della coscienza nazionale italiana, decisa a respingere il dominio degli invasori stranieri. Nel Novecento, il regime fascista si ispirò alla figura del giovane rivoltoso genovese per la creazione dell Opera Nazionale Balilla, un organizzazione che si proponeva di educare i giovani secondo i principi e i modelli propri del fascismo.

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento