5 LA “RESTAURAZIONE MEIJI” IN GIAPPONE

SEZIONE D | IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L ET DELL IMPERIALISMO 5 Un guerriero samurai in un dipinto del XVIII secolo. I samurai divennero una vera e propria casta privilegiata e adottarono un codice d onore che si c©¬a a a ©¬d . Nipponico Sinonimo di giapponese. Da Nippon, che significa appunto Giappone. QUANDO 1858 Firma dei trattati ineguali LA RESTAURAZIONE MEIJI IN GIAPPONE L ISOLAMENTO DELL IMPERO GIAPPONESE In maniera simile alla Cina, anche il Giappone del XIX secolo era un impero reduce da secoli di volontario isolamento dal resto del mondo. Come abbiamo già visto, il potere dell imperatore (mikado) era più che altro di tipo religioso e simbolico, mentre il concreto governo del paese era in mano allo sho gun, suprema autorità militare e, di fatto, sovrano assoluto del Giappone. Sin dall anno 1600, lo shogunato era gestito dalla famiglia Tokugawa, che monopolizzava la carica di generazione in generazione. Per governare, lo sho gun aveva comunque bisogno dell appoggio dei daimyo , i grandi signori feudali dotati di un potere pressoché assoluto nelle rispettive terre e al cui servizio combatteva la casta dei guerrieri, i samurai (> C4.4). Nell Ottocento, i Tokugawa erano ancora al potere, ma altri elementi della società tradizionale giapponese erano entrati in crisi. Privati della loro funzione militare dopo un lungo periodo di pace, i samurai costituivano circa il 7% della popolazione ed erano stati costretti a reinventarsi : alcuni ricoprivano ruoli di prestigio nell esercito e nella burocrazia, ma altri erano ridotti in miseria e si dedicavano spesso al brigantaggio. Le origini nobili impedivano inoltre ai samurai di scegliere la via, giudicata indegna, delle attività mercantili e artigianali, cui d altra parte si dedicava una percentuale davvero minima della popolazione giapponese. Con le poche industrie poste sotto il diretto controllo dello sho gun, il settore trainante dell economia nipponica rimaneva quello agricolo, in cui era impegnato oltre l 80% della popolazione, e in particolare la coltura del riso. Come in Cina, anche qui era stata necessaria la realizzazione di complessi sistemi di irrigazione per stimolare l agricoltura. Ma i contadini giapponesi erano costretti a sottostare a forme arcaiche di organizzazione, come le comunità di villaggio, ed erano ancora obbligati a versare un terzo del raccolto di riso al proprio daimyo . Come in Cina, anche in Giappone non esistevano rapporti diplomatici o culturali con i paesi occidentali, e l unico porto aperto al commercio con l estero era quello di Nagasaki. L ARRIVO DEGLI OCCIDENTALI Nel caso del Giappone, lo storico isolamento fu rotto dall arrivo delle navi statunitensi. Nel 1854 una squadra navale americana si presentò nelle acque giapponesi, chiedendo ufficialmente allo sho gun di avere accesso ai porti e di aprire relazioni commerciali. L iniziativa statunitense venne in breve seguita da Gran Bretagna, Francia e Russia, cogliendo assolutamente impreparato il governo nipponico. Lo sho gun fu così costretto a firmare, nel 1858, una serie di accordi commerciali che garantivano alle potenze occidentali ampie possibilità di penetrazione economica nel paese: erano i cosiddetti trattati ineguali . La firma di tali trattati generò un ondata di proteste in tutto il Giappone e il montare di un risentimento nazionalistico guidato da alcuni daimyo e samurai contro lo sho gun. A differenza del caso cinese, l arrivo degli occidentali non portò alla definitiva crisi e implosione dell impero, ma anzi costituì la scintilla in grado di dare il via a uno dei più rapidi e sorprendenti processi di trasformazione della storia, al termine del quale il Giappone divenne, a tutti gli effetti, una grande potenza economica e militare a livello mondiale. RESTAURAZIONE E MODERNIZZAZIONE La rivolta sempre più aperta portata avanti dai più potenti daimyo portò a un progressivo indebolimento del potere dello sho gun. Al posto di quest ultimo, venne ridata centralità alla figu- 436

Dai fatti alla Storia - volume 2
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Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento