Dai fatti alla Storia - volume 2

L Unità d Italia | CAPITOLO 14 Ultimatum In diritto internazionale, atto con cui uno Stato avanza le sue ultime richieste chiedendo una risposta entro un certo tempo. QUANDO 1859 Inizio della Seconda guerra d indipendenza 1859 Battaglie di Solferino e San Martino QUANDO 1859 Armistizio di Villafranca striaci: eseguendo manovre militari al confine con la Lombardia; dando vita a corpi di volontari, i Cacciatori delle Alpi , inquadrati all interno dell esercito regolare e comandati da Garibaldi; spingendo Vittorio Emanuele II a pronunciare un discorso divenuto famoso, nel gennaio 1859, in cui il re garantiva di non essere insensibile al grido di dolore che da varie parti d Italia si rivolgeva verso il Piemonte. Il 23 aprile 1859 da Vienna arrivò un secco ultimatum, in cui si chiedeva lo scioglimento dei corpi volontari e la fine dei movimenti militari al confine. La risposta negativa di Cavour diede avvio alla Seconda guerra d indipendenza (1859). Il conflitto durò meno di tre mesi, ma ebbe conseguenze importanti. Dopo lo scontro iniziale a Montebello (20 maggio) e mentre Garibaldi e i suoi volontari impegnavano l esercito austriaco nel nord della Lombardia, le truppe francopiemontesi avanzarono fino al fiume Ticino, nei cui pressi, a Magenta, sconfissero gli austriaci (4 giugno). Il tentativo di contrattacco asburgico fu poi fermato nella sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno 1859), il più grande scontro armato (quasi 250 000 soldati su entrambi gli schieramenti) combattuto in Europa dopo la fine delle guerre napoleoniche. L ARMISTIZIO DI VILLAFRANCA E LA PACE DI ZURIGO Proprio nel momento in cui la vittoria dei franco-piemontesi sembrava vicina, Napoleone III decise unilateralmente di ritirarsi dal conflitto, proponendo agli austriaci un armistizio che fu firmato l 11 luglio 1859 a Villafranca, vicino a Verona. A spingere l imperatore verso questa inaspettata decisione vi furono vari fattori: le forti pressioni in patria, per gli alti costi umani e finanziari di una guerra per la quale la maggior parte dei francesi non nutriva interesse; il timore di un intervento della Confederazione germanica a sostegno dell Austria; lo scoppio di una serie di insurrezioni in Italia centro-settentrionale, che rendeva ormai inapplicabile il progetto di divisione della penisola italiana teorizzato a Plombières. Le notizie dell inizio della guerra e, in seguito, delle vittorie franco-piemontesi erano state infatti la miccia che aveva fatto esplodere insurrezioni prima a Firenze e in altre città toscane, a fine aprile, e poi nei Ducati di Modena e Parma, a inizio giugno. I legittimi sovrani erano stati costretti alla fuga, così come le truppe pontificie furono forzate ad abbandonare Bologna e la Romagna, anch esse travolte dall agitazione. I governi provvisori che si costituirono, controllati dai moderati e dagli affiliati alla Società nazionale, si pronunciarono Le battaglie di Solferino e San Martino, a sud del Lago di Garda, furono tra le più violente delle Guerre d indipendenza. In seguito furono raffigurate in molti quadri celebrativi del Risorgimento, che ne esaltarono gli aspetti eroici e il ruolo dei tre sovrani, Vittorio Emanuele II, Napoleone III e Francesco Giuseppe. Fu, infatti, una delle ultime volte in cui i re europei intervennero in prima persona sul campo di battaglia, partecipando alle operazioni militari. 351

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento