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SEZIONE D | IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L ET DELL IMPERIALISMO 3 QUANDO 1831 Carlo Alberto sale sul trono del Regno di Sardegna Silvio Pellico nella fortezza dello Spielberg, dove scrisse Le mie prigioni. La popolarità del volume contribuì alla propaganda patriottica, prima in Italia e poi all estero, dove ebbe ristampe e numerose traduzioni, suscitando ovunque simpatia per l Italia e odio contro lo straniero. SOCIET SEGRETE E PROGETTI EVERSIVI TRA GLI ANNI VENTI E TRENTA LE AMBIGUIT DI CARLO ALBERTO Dopo aver tolto all ultimo momento il proprio appoggio alla cospirazione del 1821, Carlo Alberto cercò di ricostruirsi una reputazione positiva agli occhi dei regimi restaurati, partecipando alla spedizione organizzata dalla Santa Alleanza per reprimere l insurrezione in Spagna (> C11.1). L ex reggente di casa Savoia prese parte alla battaglia del Trocadero, che prende il nome dalla fortezza di Cadice in cui era rinchiuso il re di Spagna Ferdinando VII e che venne espugnata dalle truppe francesi inviate dalla Santa Alleanza nel settembre 1823. Negli anni che seguirono, il Regno di Sardegna conobbe, sotto Carlo Felice, un periodo di restaurazione e di negazione di qualsiasi richiesta in senso liberale e costituzionale. Quando il sovrano morì senza eredi, nel 1831, fu proprio Carlo Alberto a succedergli sul trono. Il nuovo re fu protagonista di una vasta opera riformista, i cui principali risultati furono l abolizione del feudalesimo, l introduzione di codici sul modello napoleonico, la riorganizzazione dell esercito e la riduzione dei dazi doganali. Non ebbe invece successo la sua proposta di dare vita a un unione doganale tra gli Stati della penisola italiana, sul modello dello Zollverein tedesco (> C11.6). Se dunque il suo regno segnò una netta apertura verso tematiche tipiche del pensiero liberale e democratico, Carlo Alberto fu allo stesso tempo ferreo nel reprimere ogni forma di opposizione, probabilmente spinto sia dal desiderio di cancellare il ricordo del suo coinvolgimento nei moti del 1821, sia da una profonda fede religiosa. In particolare, il sovrano represse la cospirazione orchestrata, nel 1834, dai repubblicani Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, spingendo all esilio liberali come Vincenzo Gioberti e Massimo d Azeglio. Sotto l attenzione della polizia politica finirono molti personaggi sospettati di simpatie antiassolutiste, fra i quali un giovane ufficiale: Camillo Benso, conte di Cavour. .= =JC Y J r D cJ Nel Regno Lombardo-Veneto non si verificarono moti insurrezionali negli anni Venti e Trenta, nonostante la presenza della Carboneria. Ciò fu dovuto all efficace azione preventiva della polizia politica austriaca, che individuò e arrestò i capi del movimento rivoluzionario. In molti vennero condannati al carcere duro e inviati nell attuale Repubblica Ceca, a Brno, presso la fortezza dello Spielberg, divenuta uno dei luoghi simbolo della lotta risorgimentale. Tra i reclusi allo Spielberg vi fu anche Silvio Pellico, intellettuale e protagonista della breve avventura del periodico Il Conciliatore (attivo tra il 1818 e il 1819 > C11.3), che raccontò la sua detenzione nel libro di memorie Le mie prigioni, pubblicato nel 1832. Trascorsero periodi di prigionia allo Spielberg anche Piero Maroncelli (che aggiunse le sue Addizioni alle memorie di Pellico), Federico Confalonieri, Gian Domenico Romagnosi, Gabriele Rosa e Francesco Arese Lucini, tutti intellettuali e attivisti liberali. QUANDO 1831 Moti a Modena, Parma e in centro Italia 324 = ].cg ~.JD .D .c =. DcYJ C Y. .JD = Nei ducati padani e nello Stato pontificio, gli anni Trenta videro il sorgere e il rapido tramontare di moti e cospirazioni, nati con la speranza, mal riposta, che in aiuto dei ribelli sarebbero intervenute le nuove potenze costituzionali, in particolare la Francia di Luigi Filippo d Orléans (> C12.2). A Modena, nel febbraio 1831, il progetto

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento