Dai fatti alla Storia - volume 2

SEZIONE D | IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L ET DELL IMPERIALISMO Gli scontri fra i siciliani insorti e le truppe borboniche a Palermo si verificarono anche dal mare. Contemporaneamente, anche in Sicilia scoppiò un insurrezione, con la quale si chiedeva il ripristino della Costituzione concessa dal sovrano nel 1812 (quando l isola era sotto protezione britannica) e poi revocata dopo la sconfitta napoleonica. Nel caso siciliano, tuttavia, il fronte ribelle si trovò subito diviso: a Palermo si avanzava la richiesta di dare vita a un regno autonomo e indipendente da Napoli, mentre a Messina e Catania prevalevano le istanze liberali, disposte a dialogare con la monarchia. Tale divisione favorì la rapida reazione dell esercito borbonico, che riprese in breve tempo il controllo dell isola. L INTERVENTO DELLA SANTA ALLEANZA Le elezioni che si tennero nel Regno delle Due Sicilie in quello stesso anno, 1820, portarono alla formazione di una maggioranza parlamentare liberale moderata, che isolò i gruppi progressisti e democratici. Tuttavia, nessuna misura venne approntata per rispondere al probabile intervento della Santa Alleanza in difesa della dinastia borbonica, che infatti si concretizzò nel giro di pochi mesi. Ferdinando I, che pure aveva giurato al Parlamento del regno di difendere il nuovo assetto liberale, dichiarò, in occasione del congresso internazionale di Lubiana (gennaio 1821), di essere stato costretto a concedere la Costituzione, invocando l aiuto della Santa Alleanza. L intervento militare austriaco, nel marzo 1821, portò alla sconfitta delle truppe del governo costituzionale, all abrogazione della Costituzione e a una dura repressione, in cui i primi a pagare furono gli ufficiali Morelli e Silvati, condannati a morte. Molti altri, sfuggiti al carcere o all esecuzione, tra cui anche il generale Guglielmo Pepe, furono costretti all esilio. LA RIVOLTA IN PIEMONTE Negli stessi mesi in cui il Regno delle Due Sicilie era attraversato dai venti di protesta, in Piemonte un gruppo di politici, militari e intellettuali di orientamento liberale, tra i quali Santorre di Santarosa e Cesare Balbo, si era stretto attorno a Carlo Alberto di Savoia Carignano, presunto erede al trono del Regno di Sardegna. A differenza del re, Vittorio Emanuele I, Carlo Alberto era favorevole a riforme di stampo liberale ed era il fulcro di un autentica cospirazione: egli avrebbe dovuto spingere il sovrano a concedere una Costituzione e a dichiarare guerra all Austria, per dare vita a una monarchia costituzionale dell Italia settentrionale. I dubbi sul come attuare tale piano e i ti322

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento