F. Benigno, Il revisionismo di François Furet

| La Rivoluzione francese > TESTO 2 | Francesco Benigno IL REVISIONISMO DI FRAN OIS FURET Nel brano che segue, lo storico Francesco Benigno (n. 1955) sottolinea l importanza delle riflessioni di Fran ois Furet (1927-97) e quanto esse abbiano cambiato, per sempre, il modo di leggere la Rivoluzione francese, anche da parte di chi non le condivide. D ifficile esagerare l influenza di Fran ois Furet sulla storiografia della rivoluzione francese. Le idee di Furet [ ] hanno affermato uno stile intellettuale e un canone capace di imporre l agenda delle domande, l ordine di priorità delle questioni da affrontare. Esse hanno definito perciò un paradigma storiografico cui finiscono per fare riferimento anche coloro che non ne condividono i risultati. Il libro del 1978, Penser la Révolution fran aise, è una raccolta di saggi. [ ] Il testo inizia con una netta presa di distanze dall interpretazione corrente della rivoluzione, che Furet definisce una vulgata1 marxistagiacobina [ ]. Al centro di quell interpretazione sta la fusione di un mito delle origini, dotato di un imponente carica retorico-comunicativa, quello della nazione francese, e di un mito del futuro, quello socialista, per il quale la rivoluzione francese, rivoluzione-madre, costituisce il modello della rivoluzione sovietica. La costruzione storiografica, il deus ex machina 2 che consente di tenere insieme questi due miti è il paradigma della rivoluzione borghese [ ]. La rivoluzione francese è una rivoluzione politica, che ha origine dalla dissoluzione dell antico regime. Seguendo le orme di Tocqueville egli 3 la vede emergere dalla disgregazione della società d ordini operata dallo Stato assolutistico. La nobiltà si aprì ad accogliere il mondo borghese del denaro e del talento, ma questa apertura forse troppo vasta per mantenere unito un gruppo sociale già carente di coesione economico-sociale e di solidarietà politica fu certamente troppo ridotta rispetto alle aspettative innescate da un secolo di prosperità. Il concetto di rivoluzione borghese [ ] è incapace di rendere conto della simiglianza di attitudini 1 vulgata: cioè diffusa tra il popolo. 2 deus ex machina: nella tragedia greca l apparizione della divinità, realizzata con un meccanismo che si faceva scendere dall alto, serviva per sbloccare una situazione. La locuzione si usa per indicare la persona o l evento che risolve una situazione difficile. 3 egli: Furet. culturali, politiche e sociali di nobili e borghesi e del fatto che la società dei Lumi fosse in gran parte aristocratica. Inoltre è completamente sbagliata l idea che le rivoluzioni nascano necessariamente dalla volontà di certe classi o di certi gruppi sociali di accelerare un mutamento secondo loro troppo lento ; mentre la Rivoluzione può anche essere la volontà di resistere ad un cambiamento troppo rapido . Se comunque il concetto di rivoluzione borghese può risultare di qualche utilità nell analisi dell 8991, esso diventa completamente inservibile nella spiegazione del [ ] vero e proprio terremoto politico-culturale rappresentato dal giacobinismo e dalla guerra; un periodo distinto, caratterizzato da un nuovo potere legittimante, l ideologia rivoluzionaria fondata sulla volontà del popolo. Specchi della Rivoluzione. Conflitto e identità politica nell Europa moderna, Donzelli, Roma 1999 COMPRENDERE E INTERPRETARE a Che cosa intende Furet per mito delle origini e mito del futuro ? Cosa hanno generato questi due miti ? b Il concetto di rivoluzione borghese, per Furet, può risultare utile per analizzare solo un determinato periodo della Rivoluzione francese. Quale? c Quali elementi della Rivoluzione francese, stando a Furet, non si adattano al concetto di rivoluzione borghese ? 227

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento