LA FONTE - La morte di Marat

La Rivoluzione francese | CAPITOLO 9 LA FONTE La morte di Marat La morte di Jean-Paul Marat può essere ritenuta un simbolo delle laceranti divisioni prodottesi all interno della Rivoluzione a partire dal 1793. Giornalista, fondatore del giornale L Ami du peuple (L amico del popolo), divenne presidente del club dei giacobini e, durante la Rivoluzione, fu autore di numerosi articoli dal carattere violento, in cui si incitava il popolo francese a ribellarsi contro i girondini. Fu anche l aizzamento di Marat a portare alla giornata del 7 giugno 1793, quando il popolo di Parigi assediò in armi la Convenzione, obbligandola a epurare 29 girondini e a dare così vita a un nuovo governo, a maggioranza giacobina. Poco più di un mese dopo, il 13 luglio 1793, Marat venne ucciso in casa sua da Charlotte Corday, una donna che lo accusava di aver tradito gli ideali della Rivoluzione e di fomentare una guerra civile. La morte di Marat è l oggetto di uno dei quadri più famosi di Jacques-Louis David, grande pittore neoclassico che fu amico del giornalista e accettò l incarico, da parte della Convenzione, di raffigurare la morte del martire della Rivoluzione . Il volto di Marat è sereno. Il braccio destro poggia a terra e tiene ancora in mano la penna, unica vera arma mai usata dalla vittima. Qui vi è anche una citazione artistica: il braccio che pende è un attribuzione di Cristo, in molte opere che ne rappresentano la deposizione, dunque Marat è vittima e redentore, esattamente come Cristo. Il corpo, già senza vita, è ancora dentro la vasca in cui Marat era solito immergersi, per molte ore al giorno, per lenire gli effetti di una debilitante malattia della pelle. In mano, Marat ha ancora la lettera scritta dalla Corday: una finta supplica, presentata con l unico scopo di avere un pretesto per farsi ricevere in casa. Mentre la figura di Marat domina la scena, dell assassina non si vede nulla, se non il pugnale insanguinato, in basso a sinistra. Sul petto si vede la ferita inferta dal pugnale, ma per il resto mancano i riferimenti spaziali al fatto di cronaca: lo sfondo è spoglio, non ci sono altri oggetti, accanto alla vasca c è solo una cassa di legno, con incisa la dedica del pittore all amico: « MARAT, DAVID. 1793. L AN DEUX (A Marat, David. 1793. L anno secondo). Jacques-Louis David, La morte di Marat, 1793. L asse di legno su cui si poggiava per scrivere è ricoperto da un tessuto verde, e somiglia molto a un altare, altro elemento che contribuisce alla sacralizzazione del personaggio. 221

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento