1 LE PREMESSE

La Prima rivoluzione industriale: uno spartiacque storico | CAPITOLO 7 1 Prodotto interno lordo l indicatore economico che esprime il valore di beni e servizi che produce un Paese, quindi della sua ricchezza. noto con l acronimo PIL. La piazza nel quartiere di Covent Garden a Londra ha ospitato un mercato dalla metà del XVI secolo fino al 1974, anno in cui è stato trasferito. Durante il Settecento il mercato di Covent Garden diventò il più importante d Inghilterra, con prodotti esotici provenienti da lontane regioni del mondo, circondato da teatri e caffè. Una ricostruzione della macchina a vapore di James Watt. TI RICORDI? Il sistema di Norfolk prevedeva che il terreno non fosse più diviso in tre parti, bensì in quattro, in cui si alternava la coltivazione di grano, rape, orzo e trifoglio. Questa innovazione portava tre vantaggi: l aumento della superficie coltivabile; la rigenerazione della fertilità dei campi; la produzione di cibo di buona qualità per il bestiame. LE PREMESSE RIVOLUZIONE O EVOLUZIONE GRADUALE? L espressione rivoluzione industriale venne coniata da coloro che in prima persona assistettero e, in alcuni casi, furono protagonisti di una radicale e irreversibile trasformazione che riguardò i sistemi di produzione europei a partire dalla seconda metà del Settecento. L uso del termine rivoluzione poneva un evidente analogia tra tali cambiamenti e quelli in atto, nello stesso periodo, a livello politico e istituzionale in Francia (> C9). Ma è corretto parlare di rivoluzione, ovvero di un cambiamento improvviso che segnò un vero e proprio punto di rottura nella storia umana? piu corretto parlare di un evoluzione graduale, di un processo lento che traeva le sue origini molti decenni prima, dalla rivoluzione agricola di inizio secolo (> C5.2) e i cui veri effetti si cominciarono a vedere, in maniera compiuta, solo tempo dopo, nel XIX secolo. Nell Inghilterra di fine Settecento e dei primi decenni dell Ottocento, l aumento anno per anno della produttività delle fabbriche e del prodotto interno lordo fu piuttosto modesto, specie se paragonato a periodi successivi, ma comunque in costante crescita. Si trattò dunque di una progressiva lievitazione, piuttosto che di un improvvisa e rivoluzionaria impennata delle attività imprenditoriali e dei conseguenti guadagni. PERCH IN INGHILTERRA? Non si può certo considerare casuale che l insieme dei cambiamenti nei sistemi di produzione, che unicamente per semplicità e per convenzione continuiamo a indicare con il termine rivoluzione industriale , si sia verificato in Inghilterra e non in altri Paesi. Ormai alla guida di un impero coloniale esteso su tutto il mondo, l Inghilterra aveva infatti la disponibilità delle materie prime e, ancor più importante, un mercato in cui far confluire i prodotti delle sue fabbriche praticamente immenso, costituito appunto dalle sue colonie. Inoltre, la rivoluzione agricola che, come abbiamo visto, portò il settore agricolo inglese a livelli di produttività irraggiungibili per qualsiasi altro paese europeo, creò le precondizioni necessarie perché vi fosse una rivoluzione industriale. Le enclosures, le recinzioni che delimitavano le proprietà private e che avevano posto fine alla tradizione dei campi comuni (open fields), erano i confini delle aziende agricole in cui l applicazione del sistema di Norfolk (> C5.2) e di altre migliorie tecniche aveva permesso ai proprietari di arricchirsi notevolmente. Da questo gruppo di proprietari terrieri, dotati delle grosse quantità di capitale necessarie per fare ingenti investimenti in fabbriche e nuovi macchinari, provenivano i primi imprenditori protagonisti della rivoluzione inglese. Vi è poi da aggiungere che molti contadini che avevano perso il lavoro nei campi o che comunque non riuscivano più a sopravvivere se non facendo i braccianti nelle aziende agricole dei grandi proprietari terrieri, emigrarono in massa verso le città, costituendo il serbatoio di operai, e operaie, necessari per dare vita alla rivoluzione industriale. 157

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento