Dai fatti alla Storia - volume 2

Le trasformazioni del Settecento e l Illuminismo | CAPITOLO 5 L apertura mentale e culturale verso il nuovo trovava espressione in alcuni fenomeni tipici, come la passione per i viaggi e le popolazioni extraeuropee, l arrivo sulle tavole del Vecchio Continente di cibi e bevande provenienti dall Estremo Oriente, o anche il dibattito culturale nato in Francia e relativo alla presunta superiorità degli antichi rispetto agli uomini moderni. Un dipinto intitolato A l Egide de Minerve, che vuol dire nel segno di Minerva , dea della ragione, del pittore francese Léonard Defrance de Liège. In primo piano al centro un ministro protestante e un prete cattolico si stringono la mano. I manifesti annunciano la pubblicazione delle opere vietate in Francia: nel Settecento la tolleranza e la sete di conoscere il mondo si diffondono in tutta Europa. RICAPITOLANDO 1 In che modo è cambiata la considerazione del mondo classico dall Umanesimo alla fine del XVII secolo? 2 Come si connotò la figura del libertino nel XVII secolo? LA QUERELLE DEGLI ANTICHI E DEI MODERNI Sin dal periodo dell Umanesimo e del Rinascimento, il mondo classico era stato visto come una fonte di autorità e di conoscenza imprescindibile per la cultura europea, addirittura alternativa alla Bibbia. Dopo oltre due secoli, tale principio cominciò a essere messo in discussione: persino quell età dell oro, in cui le arti e la cultura avevano raggiunto vette ineguagliate, doveva ormai ritenersi superata, rispetto agli enormi passi in avanti compiuti nel frattempo dagli uomini. Un immagine, in particolare, risulta molto efficace: per quanto i moderni potessero sembrare dei nani di fronte ai giganti del mondo classico, essi avevano comunque la possibilità di salire sulle spalle di quei giganti (di cui conoscevano e leggevano i testi e le opere) e raggiungere quindi vette più alte, guardando più lontano. Non più semplici imitatori, gli uomini moderni potevano andare oltre i confini della conoscenza del mondo classico, cumulando il sapere. Tale convinzione nascondeva l emergere di una nuova idea di storia: non più ciclica, composta cioè da fasi destinate a ripetersi, bensì lineare e caratterizzata da un processo senza fine di crescita, sotto tutti i punti di vista. Il progresso non si esprimeva solo nell evoluzione delle arti, ma anche nel miglioramento delle condizioni di vita e delle istituzioni politiche e sociali. I LIBERTINI Una figura tipica dell epoca della crisi della coscienza europea fu quella del libertino. Nato all interno della Riforma protestante, il libertinismo indicava un atteggiamento individuale che rifiutava l obbedienza a una qualsiasi Chiesa e che fu duramente criticato anche da Giovanni Calvino. Nel XVII secolo riapparve con sembianze sostanzialmente diverse: i libertini erano spiriti liberi che, pur mantenendo un forte senso critico nei confronti della religione, erano dotati di una propria etica, talvolta anche rigida. Nella visione libertina, che si rifaceva a una certa parte della cultura rinascimentale, la conoscenza non era riservata a tutti, bensì a pochi eletti, superiori all ignoranza della gente comune. Tale atteggiamento di superiorità, unito anche alla rilettura dei testi del materialismo antico, portava i libertini a mettere in discussione qualsiasi autorità, sia politica sia religiosa. Lontano però dal trasformarsi in un fenomeno collettivo capace di imporre qualche cambiamento, il libertinismo rimase sempre limitato alla sfera individuale della libertà interiore. Gli oppositori di tale atteggiamento diedero al termine libertino una connotazione fortemente negativa, sottolineando come la polemica politica e religiosa si accompagnasse spesso a un comportamento sessuale giudicato immorale, perché lontano da norme religiose e convenzioni sociali. 123

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento