1 L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO

Le trasformazioni del Settecento e l Illuminismo | CAPITOLO 5 1 TI RICORDI? La prima grande epidemia di peste documentata è la peste nera che dilagò in Occidente dal 1346 al 1353, riducendo di un terzo la popolazione europea. In Italia si diffuse inoltre un epidemia tra il 1630 e il 1633 e il Ducato di Milano fu il territorio più colpito. stata descritta da Alessandro Manzoni nel romanzo I promessi sposi. Jean-Baptiste Le Rond d Alembert, filosofo, fisico e matematico francese. Insieme a Denis Diderot realizzò l Encyclopédie, l opera più celebre dell Illuminismo europeo. William Hogarth, Il contratto di matrimonio, 1745. Il dipinto rappresenta l usanza diffusa di combinare i matrimoni secondo convenienze economiche, tipica del costume e della vita inglese del XVIII secolo. L ANDAMENTO DEMOGRAFICO MENO EPIDEMIE Nel corso del Settecento, la popolazione europea crebbe sensibilmente, sebbene con intensità diverse a seconda delle aree geografiche. Un primo fattore che contribuisce a spiegare tale aumento della popolazione è la drastica riduzione delle epidemie: la peste in particolare, dopo aver flagellato l Europa a più riprese nei secoli precedenti, fece la sua ultima comparsa nei primi decenni del Settecento, per poi praticamente sparire. La diminuzione delle malattie fu conseguenza dei progressi della medicina, di cui fu simbolo in quegli anni l invenzione della vaccinazione contro il vaiolo, una delle principali cause di morte per i bambini, ma anche di una popolazione mediamente meglio nutrita e, dunque, più resistente. Migliorarono, inoltre, i sistemi di contenimento del contagio, specie per le epidemie più virulente come, appunto, la peste: la chiusura delle dogane, l attività dei lazzaretti (le strutture dove venivano ricoverati i malati, separandoli così dal resto della popolazione) e l imposizione della quarantena (isolamento di quaranta giorni) alle navi sospettate di avere a bordo persone infette. Secondo le teorie che prendono spunto dal pensiero dell economista inglese Robert Malthus (1766-1834), le epidemie nell Europa medievale e moderna erano in realtà necessarie , perché ponevano fine a una situazione di squilibrio. Quando la popolazione cresceva in maniera eccessiva, al punto che le risorse alimentari non erano più sufficienti per sfamare tutti, allora le carestie e le epidemie contribuivano a innalzare il livello di mortalità, fino a raggiungere un nuovo equilibrio. Dopo la grande crescita demografica del Cinquecento, il Seicento fu, non a caso, secondo le teorie ispirate a Malthus, un secolo di cattivi raccolti ed epidemie. Tale circolo vizioso si ruppe, almeno in Occidente, solo quando l uomo si dotò di tecniche e strumenti agricoli migliori, capaci di aumentare esponenzialmente il livello di produttività dei terreni. LA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA Con la riduzione delle grandi epidemie diminuì drasticamente il livello di mortalità della popolazione e, in particolare, della popolazione infantile: il cittadino europeo, cioè, moriva mediamente più tardi, aveva un aspettativa di vita più lunga, e la percentuale di bambini che non riusciva a superare i primi anni di vita scese notevolmente. In più, crebbero contemporaneamente i livelli di nuzialità e di natalità, specialmente nelle aree del Nord Europa dove aveva attecchito la Riforma protestante e in cui, quindi, non vi era l obbligo per gli ecclesiastici di rimanere celibi, ma vi era anzi la possibilità di avere moglie e figli. Aumentò dunque il numero di matrimoni e, con esso, anche le nascite. Con un aspettativa di vita più lunga e con le nascite in aumento, la popolazione europea crebbe vistosamente, specie nei primi decenni del Settecento. Poi, si raggiunse un nuovo equilibrio, grazie a quel117

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento