Dai fatti alla Storia - volume 2

DAI FATTI ALLA STORIA D L insurrezione dei preti armati La fonte documenta una curiosa rivolta che vide protagonisti alcuni preti che, armati di archibugio, una delle prime armi da fuoco portatili, e capitanati da don Onofrio Iacuccio, si posero come obiettivo quello di radunare tutti i religiosi del napoletano al fine di realizzare una sorta di crociata per liberare il Regno di Napoli e poi concederlo al papa. Eransi1 il sabbato a sera congregati2 molti preti di non buona vita3, quali comparsero per la città con pistoni su le spalle et archibugetti a lato, e formatasi una compagnia di costoro il cui capo era D. Onofrio Iacuccio, habitante alla strada della Campana, et era un gran capo[po]polo. E dicevano essersi congregati con licenza del cardinale arcivescovo di andare così armati [...] e per li posti andavano costoro sollecitando gli preti e chierici a prendere l armi. [ ] Questo D. Onofrio, capo di questa compagnia, era figliuolo di uno che vendeva maccaroni, huomo niente intendente della militia. Portava egli [ ] una croce d argento, e due archibugetti a lato; e veniva seguito da una moltitudine di sacerdoti e chierici. E nella 1 Eransi: era. piazza della Sellaria volevano fare l arrollo4 di tutti i preti e chierici, sotto specie di crociata; 2 congregati: riuniti. et il loro pensiere, fomentato anche da altri, era di acclamare il papa al dominio e governo di 3 di non buona vita: che conducevano una Napoli e del regno; cosa che grandemente sentita da spagnoli, fu dismessa per tema della soldatesca popolare, che era in gran numero, come ancho per ordine dell arcivescovo e prinvita non disciplinata. 4 l arrollo: riunione. cipe di Toraldo. da C. Tutini, M. Verde, Racconto della sollevatione di Napoli accaduta nell anno MDCXLVII, a cura di P. Messina, Istituto Storico italiano per l Età moderna e contemporanea, Roma 1997 E La Napoli repubblicana del 1647 Il duca Enrico II di Guisa guidò per sei mesi la Repubblica di Napoli nata dopo la rivolta del 1647. In questo estratto delle sue memorie, egli racconta che, dopo la morte di Masaniello, il comando dei rivoltosi fu preso da Francesco Antonio Arpaia, di famiglia borghese, al quale il duca comunicò la possibilità di ottenere sostegno dalla Francia. Nella fonte, inoltre, si comprende che il duca riuscì a convincere il popolo e la nobiltà napoletana a optare per la scelta della Repubblica come forma di governo. Cicio d Arpaia1 ricevette co molta gioia mie nuove, le communicò a tutti gli suoi amici, e capi del popolo, che credettero, che Napoli guadagnarebbe2 la libertà tanto desiderata per sicurezza, che gli davo d esser soccorsi dalla Francia [ ] e trovando nella mia persona un capo alla nascita, ed al nome, a che tutto il mondo si sottometteva senza gelosia [ ]. E come bisognava far perder il rispetto, che havevano, agli più forti della sedizione, conservato sempre per il Re di Spagna, credei che il mezzo più sicuro d impegnargli a scuoter il gioco, ed a far procedure, che potessero rendergli irreconciliabili, era la proposicione3 di mettersi in Republica4 [ ]; La Nobiltà per la speranza d haver la parte principale nel governo all esempio di Venezia ed il popolo persuadendosi di escluderla ad imitazione de Svizzeri; che così le due partite adulandosi nell opinione di riscontrare quanto desiavano, s impiegarebbero5 ad iscacciar gli Spagnuoli. Estratto (pp. 32-34) dal Primo libro delle Memorie del duca di Guisa Cicio d Arpaia: Francesco Antonio Arpaia. guadagnerebbe: avrebbe guadagnato. 3 proposicione: proposito. 4 bisognava far perder rispetto mettersi in Repubblica: il duca di Guisa chiarisce che il suo obiettivo fu quello di fare in modo che i capi della rivolta, allettati dal progetto repubblicano, si ponessero in una posizione di totale rottura con il re di Spagna. 5 s impiegarebbero: si sarebbero impegnate. 1 2 104

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento