INTERPRETARE LA STORIA - F. Cardini, Guerra e armi

C11 | INTERPRETARE LA STORIA > TESTO 1 | Franco Cardini GUERRA E ARMI Il rapporto tra guerra ed efficacia delle armi costituisce, da sempre, una questione essenziale nella vita degli Stati. In una fase specifica dell età medievale, fra Tre e Quattrocento, la qualità delle nuove armi ebbe notevoli ricadute, secondo l analisi dello storico Franco Cardini (n. 1940), non solo sui modi di far guerra ma anche sulle scelte politiche dei sovrani e sull apparato economico e produttivo. S ulle prime non sembra che l arma da fuoco provocasse né grossi problemi sotto il profilo militare, né grossi traumi sotto quello del sistema dei valori; era, forse, ancor troppo grossolana, troppo poco maneggevole ed efficace, troppo costosa e quindi troppo poco diffusa per provocare qualcosa del genere. [ ] Tuttavia, coincidenza volle che proprio dalla fine del Quattrocento prendesse avvio un lungo periodo di guerre che avrebbe cambiato la faccia del continente europeo, e che proprio da allora l arma da fuoco cominciasse ad assumere un ruolo evidente e autonomo negli scontri bellici. [ ] Qualcosa d irreparabile era avvenuto, dalla discesa di Carlo VIII di Francia in Italia: non più scontri poco cruenti, non più campagne militari lunghe e punteggiate di giochi diplomatici. [ ] La guerra non era più un modo di prender tempo o di impegnare in qualche modo dei mercenari turbolenti: era divenuta lo strumento primario d una lotta politica che si giocava sul filo della corsa all egemonia continentale, e ciò obbligava a considerarla finalmente come un valore autonomo rispetto alla politica, alla diplomazia e via dicendo. [ ] Naturalmente sul piano sia dell efficacia, sia dell efficienza, bisogna guardarsi dal trattare in blocco le armi da fuoco: una questione sono i pezzi d artiglieria, tutta un altra le armi da fuoco individuali, portatili. [ ] Le grandi bombarde che lanciavano colossali palle di pietra sono rimaste famose quelle di Maometto II nell assedio di Costantinopoli del 1453 , poco efficaci, vennero sostituite alla fine del Quattrocento da pezzi più piccoli e maneggevoli, che lanciavano palle di ferro di modesto diametro ma dotate in cambio di velocità e forza di penetrazione discrete. All atto della sua discesa in Italia Carlo VIII contava su un parco d artiglieria di varie decine di pezzi serviti secondo un uso che durò a lungo da artiglieri che erano non militari, bensì tecnici e artigiani. [ ] Entrò presto in uso anche un artiglieria media o addirittura piccola , leggera insomma [ ]. Ma nelle battaglie in campo aperto l efficacia dell artiglieria era compromessa dalla mancanza di mobilità, dalla scarsa gittata, dall assoluta imprecisione dei sistemi di puntamento: era proverbiale il fatto che le palle, quando non andavano ad affondare nel terreno parecchi metri davanti ai piedi del nemico, gli passavano sibilando sulla testa. Naturalmente la fusione dei cannoni e dei proiettili nonché la produzione di polvere da sparo incisero molto sullo sviluppo economico e tecnologico del tempo. Basti pensare al grosso giro d affari costituito dall industria estrattiva: ferro, piombo, rame, stagno, zinco per la fusione dei pezzi e delle palle; salnitro, potassio, zolfo per la polvere da sparo, impiegata quest ultima non solo per le armi da fuoco, bensì anche per le mine esplosive. [ ] Verso la metà del Cinquecento l industria cannoniera era ormai giunta a una fase relativamente matura, al punto che da allora si notano gli avvii di una razionalizzazione della varietà tipologica e dei calibri. Quell antica festa crudele. Guerra e cultura della guerra dal Medioevo alla Rivoluzione francese, Il Mulino, Bologna 2013 COMPRENDERE E INTERPRETARE a Con la discesa di Carlo VIII in Italia, secondo l autore, si giunge a un punto di svolta nella considerazione della guerra: specifica tale cambiamento. b Quali ricadute economiche ebbe lo sviluppo tecnico delle armi? 77636R_0000E01_INTE_BAS@0295.pgs 15.09.2021 14:51

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna