LA FONTE - I mercenari rovina d’Italia

SEZIONE B | LA TRANSIZIONE ALLA MODERNIT Andrea del Verrocchio, Statua equestre di Bartolomeo Colleoni, 1493. QUANDO 1454 Pace di Lodi IL RUOLO DEI CAPITANI DI VENTURA Protagoniste delle conquiste realizzate da Venezia furono le truppe mercenarie guidate da due prestigiosi capitani di ventura, professionisti della guerra: Erasmo da Narni detto il Gattamelata e Francesco Bussone, noto come il Carmagnola. Nel 1427, combattendo al servizio di Venezia contro le mire espansionistiche di Filippo Maria Visconti, il Carmagnola ebbe modo di mostrare il suo valore sconfiggendo i milanesi nella battaglia di Maclodio, che portò al controllo di Bergamo. In realtà, il ruolo di questi capitani di ventura e delle compagnie che essi conducevano fu un fenomeno che riguardò tutta la vicenda politico-militare italiana. Le frequenti guerre che impegnarono gli Stati regionali resero necessario il ricorso alle compagnie di ventura, eserciti costituiti da professionisti della guerra assoldati dai signori, in quanto le milizie cittadine non erano più in grado di competere sul piano militare; i soldati, infatti, reclutati tra i lavoratori e i contadini, erano interessati a seguire più le proprie attività lavorative che gli impegni bellici. Ciò determinava la scarsa qualificazione professionale dei militi, impossibilitati a seguire il continuo addestramento richiesto. Le compagnie di ventura riempirono questo punto debole: venivano assoldate solo per il tempo necessario, erano autonome e offrivano i loro servizi al miglior offerente (> A ). LA PACE DI LODI Solo il timore per le notizie che arrivavano da Costantinopoli, caduta in mano ai turchi nel 1453 (> C9.6), impose di far cessare le ostilità fra le forze italiane, anche perché Venezia doveva pensare a difendere i propri interessi sulle rotte commerciali che gli ottomani stavano seriamente insidiando. Nel 1454 fu conclusa la pace di Lodi fra Milano e Venezia, firmata con l accordo delle altre potenze regionali italiane. Essa sancì il riconoscimento delle reciproche conquiste realizzate e dimostrò il fallimento dei vari tentativi egemonici in Italia centro-settentrionale: nessun contendente era in condizione di imporre il proprio primato sugli altri, anche se Venezia poteva vantarsi di estendere i propri domini dall Isonzo all Adda. LA FONTE I mercenari rovina d Italia Niccolò Machiavelli, storico, attivo nella vita politica fiorentina, nel suo trattato Il Principe (1513), riflettendo sui modi con cui doveva essere condotto uno Stato, analizzò il ruolo delle truppe mercenarie. Ne concluse che l affidarsi a esse non costituiva motivo di sicurezza per lo Stato, in quanto i mercenari erano inaffidabili e obbedivano solo alla legge del guadagno. Se uno tiene lo stato suo fondato in sulle arme mercennarie, non starà mai fermo1 né sicuro; perché le2 sono disunite, ambiziose, sanza disciplina, infedele3. [ ] La cagione di questo è, che le non hanno altro amore né altra cagione che le tenga in campo, che uno poco di stipendio, il quale non è sufficiente a fare che voglino morire per te. [ ] La qual cosa doverrei durare poca fatica a persuadere, perché ora la ruina d Italia non è causata da altro che per essere in spazio di4 molti anni riposatasi in sulle arme mercennarie. Il principe, Einaudi, Torino 1961 1 fermo: tranquillo. 3 infedele: infedeli. 2 le: esse (toscanismo). 4 in spazio di: da. 262 77636R_0000E01_INTE_BAS@0262.pgs 15.09.2021 14:47

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna