4 L’ESIGENZA DI RIFORMARE LA CHIESA

SEZIONE A | RINASCITA E CRISI DELL EUROPA MEDIEVALE 4 San Martino divide il suo mantello con un povero, miniatura del X-XI secolo. Martino, vissuto nel IV secolo, fu cavaliere dell esercito romano prima di convertirsi e ritirarsi a vita eremitica. Fondò il primo monastero in Occidente e fu scelto come vescovo dagli abitanti di Tours, in Francia. Nel Medioevo il suo culto fu diffusissimo e l immagine del suo gesto si ritrova spesso come esempio di carità verso i poveri. L ESIGENZA DI RIFORMARE LA CHIESA IL CONTRASTO TRA VITA REALE E FEDE Si è già visto come la Chiesa fosse stata attraversata da un profondo senso di crisi e di ricerca di rinnovamento a cui nell XI secolo aveva tentato di dare risposta la nascita di nuovi ordini monastici (> C2). Nel corso della lotta per le investiture le tensioni fra papato e impero avevano evidenziato la corruzione delle gerarchie ecclesiastiche, soprattutto mediante la continua ingerenza di papi e vescovi negli affari politici. Il tentativo di papa Innocenzo III di affermare il primato del potere religioso su quello politico aveva ampliato l intervento della Chiesa nella sfera temporale, alimentando gli intrighi di potere delle gerarchie ecclesiastiche. Questi fenomeni alimentarono una forte sensazione di disagio fra molti cristiani, che percepivano la distanza dal modello ideale di Cristo; tanto più che la crisi investiva anche il basso clero, tra cui era diffusa l abitudine di darsi al sacerdozio per ottenere agiatezze. Di fronte a questi cattivi modelli, tra il XII e il XIII secolo sorsero dei movimenti, alcuni esterni alla Chiesa, altri interni, con il chiaro proposito di riformarne la vita riportandola alla semplicità e povertà del cristianesimo delle origini. I MOVIMENTI PAUPERISTICI Il punto di partenza delle critiche era costituito dal raffronto fra fr le vicende evangeliche, in cui la figura di Cristo è sempre attenta ai poveri e ai più svantaggiati, e la realtà della Chiesa terrena, le cui gerarchie apparivano attratte più dalla ricchezza e dal potere che dalla ricerca di appar beni celesti. La povertà fu, dunque, la questione su cui fecero leva ben vari movimenti che presero a modello la semplicità evangelica e furono ro perciò definiti pauperistici (dal latino pauper, povero ). Peraltro, all aspetto religioso si coniugò anche una motivazione sociale. Era stridente il contrasto fra i tanti emarginati, malati, vagabondi e mendicanti che si aggiravano sempre più spesso nelle contrade urbane come nelle zone rurali e i pochissimi ricchi alla continua ricerca di nuovi guadagni. Tale contrasto creava tensioni che alimentavano idee di rinnovamento dal forte contenuto sociale. Nell area lombarda ebbero una qualche diffusione i movimenti dei patarini (> C2.2) e degli umiliati, ma maggion re e duraturo riscontro trovarono, specie in altre zone d Europa, i valdesi e i càtari. va I VALDESI Tra i più importanti fautori della prospettiva pauperistica va annoverato Pietro Valdo (1140 ca.-1217), un mercante di Lione che a un certo punto della sua vita, ispirato dalla lettura del Vangelo, decise di abbandonare la sua attività e vivere di elemosina. Sul finire del XII secolo Valdo iniziò a predicare nella sua zona d origine, diffondendo principi di amore e di vita regolata dall esempio di Cristo e criticando le ricchezze del mondo ecclesiastico. Il suo esempio e la sua predicazione raccolsero molti seguaci e ciò mise in allarme il vescovo di Lione, che gli intimò di interrompere le predicazioni. Di fronte al rifiuto di Valdo, la Chiesa lo condannò come eretico e prese a perseguitarlo insieme ai suoi proseliti, chiamati valdesi o poveri di Lione, che furono così costretti a darsi alla vita clandestina. Il movimento si diffuse in Francia meridionale e in Italia settentrionale, accentuando alcuni suoi tratti, tra cui la negazione dell autorità del papa, del culto dei santi e delle reliquie. 134 77636R_0000E01_INTE_BAS@0134.pgs 15.09.2021 13:28

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna