ENNIO

DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO in breve VIDEO Ennio „ ENNIO Per i Romani delle generazioni successive, il vero fondatore della letteratura latina è Quinto Ennio, eloquentemente definito pater da Orazio in un passo delle sue Epistulae (I, 19, 7). A lui i poeti delle generazioni successive guarderanno con venerazione perché, come scrive Lucrezio ( p. 486), «per primo dall ameno Elicona / recò una ghirlanda di fronde perenni, tale / da brillare di splendida fama tra le genti italiche (De rerum natura I, 117-119, trad. L. Canali). La vita Ennio nasce a Rudiae Tre cuori per la res publica Nato nel 239 a.C. a Rudiae, nell attuale Puglia, Ennio conosce nel 239 a.C e muore e parla tre lingue, il greco, l osco e il latino, e per questo, secondo la tradizione biografica, nel 169 a.C. Giunge a egli afferma di possedere tria corda, tre cuori . Combatte in Sardegna nella seconda guerra Roma nel 204 a.C. al punica e nel 204 a.C. è condotto a Roma da Catone, che ne apprezza le doti intellettuali. A seguito di Catone: qui è apprezzato per le Roma è legato da una profonda amicizia a Scipione Africano, che celebra in un poemetto sue doti di intellettuale composto in esametri e settenari trocaici, intitolato appunto Scipio. da grandi personalità, Nel 189 a.C. Marco Fulvio Nobiliore lo vuole con sé nella campagna contro gli Etòli: come Scipione Africano. Ottiene la un iniziativa, questa, molto criticata da Catone, che la giudica contraria al mos maiorum. L uso cittadinanza romana dei condottieri di portare al loro seguito poeti o storici che ne celebrassero le imprese era, nel 184 a.C. PLUS I letterati e gli uomini di potere infatti, sconosciuto al mondo romano e apparteneva piuttosto al mondo ellenistico e orientale. Alessandro Magno, per esempio, aveva portato con sé nelle spedizioni militari storici come Callistene e Clitarco di Alessandria, le cui opere furono redatte con un evidente intento propagandistico. Inoltre per Catone non erano le singole individualità ad avere importanza, ma la res publica e le sue istituzioni; pertanto considerava inaccettabile che un generale romano cercasse la gloria personale attraverso i versi di un poeta. L impresa di Fulvio Nobiliore è celebrata da Ennio negli Annales e in un opera perduta, forse una tragedia, intitolata Ambracia (dall omonima città dell Epiro). Il poeta ottiene la cittadinanza romana nel 184 a.C. e ricorda l avvenimento con il celebre verso (fr. 240 Traglia): Nos sumus Romani qui fuimus ante Rudini ( Sono cittadino romano, io che un tempo fui cittadino di Rudiae ). Muore nel 169 a.C.; per volere degli Scipioni, una statua del poeta verrà collocata nel loro sepolcro sulla via Appia. VIVA VOX GLI EPITAFFI DI ENNIO Stando alle testimonianze antiche, anche Ennio, come Nevio, compose il proprio epitaffio; ne abbiamo anzi due diversi, tramandati entrambi da Cicerone (Tusculanae disputationes I, 34). Il primo recita: «Guardate, cittadini, l aspetto dell effigie del vecchio Ennio: / costui dipinse le massime gesta dei vostri padri . Questo, invece, il secondo: «Nessuno mi onori con lacrime o celebri le esequie / con il pianto. Perché? Volo, vivo, sulle bocche degli uomini . La cosiddetta Testa di Ennio, dal Sepolcro degli Scipioni sulla via Appia, fine II secolo a.C. 98

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana