Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI 5 10 2. Iurgia, discordias, simultates cum hostibus exercebant, cives cum civibus de virtute certabant. In suppliciis deorum magnifici, domi parci, in amicos fideles erant. 3. Duabus his artibus, audacia in bello, ubi pax evene rat, aequitate, seque remque publicam curabant. 4. Quarum rerum ego maxuma documenta haec habeo, quod in bello saepius vindicatum est in eos, qui contra imperium in hostem pugnave rant quique tardius revocati proelio excesse rant quam qui signa relinque re aut pulsi loco cede re ausi erant; 5. in pace vero, quod beneficiis magis quam metu imperium agitabant et accepta iniuria ignosce re quam perse qui malebant. 2. Alterchi, discordie, rivalità, li esercitavano coi nemici; i cittadini gareggiavano tra loro in virtù. Splendidi nel culto degli dèi, erano parsimoniosi nella vita privata, leali verso gli amici 3. Con queste due doti, l audacia in guerra e la moderazione appena conclusa la pace, governavano se stessi e lo Stato. 4. E di ciò trovo la più valida testimonianza in questo: in guerra, coloro che avevano attaccato il nemico contro gli ordini o avevano tardato a lasciare il campo di battaglia nonostante il segnale di ritirata, furono più spesso puniti di coloro che avevano osato abbandonare le insegne o, sotto la pressione del nemico, erano indietreggiati dalle loro posizioni; 5. in pace, poi, esercitavano il potere più con la bontà che col terrore e preferivano perdonare le offese che vendicarle. (trad. P. Frassinetti) 2. Iurgia deles erant Iurgia, discordias, simultates: i tre sostantivi, uniti per asindeto*, hanno sfumature diverse: lo iurgium è il litigio essenzialmente privato; le discordiae si riferiscono piuttosto ai dissidi sociali tra i vari membri del corpo cittadino; le simultates rappresentano gli odi profondi che preludono alle guerre civili. I tre termini costituiscono quindi un climax* ascendente. cives certabant: nota la solenne allitterazione* (cives cum civibus certabant), cui si accompagna il poliptoto* (cives cum civibus). In suppliciis erant: supplicium equivale a supplicatio, ma è di uso più antico e quindi ben si adatta al contesto. Con i tre aggettivi, magni ci, parci e deles, Sallustio sintetizza le qualità degli antenati, contrapponendole implicitamente ai difetti dei suoi contemporanei. Tutti e tre gli aggettivi, che sono riferiti ai maiores (sottinteso), sono retti dalla copula erant. Nota il trico lon* con variatio* (In suppliciis domi in amicos). 3. Duabus curabant Duabus: ablativo femminile plurale dell aggettivo numerale duo, duae, duo. artibus: più che come arti è da intendere come doti , capacità acquisite dal popolo romano. audacia aequitate: i due sostantivi sono collocati all interno di un chiasmo* (con al centro le rispettive speci cazioni: in bello e ubi pax evene rat), mentre con una variatio Sallustio fa corrispondere al complemento di tempo (in bello) una proposizione temporale: nella frase ubi pax evene rat, infatti, ubi ha valore temporale e introduce il piuccheperfetto evene rat; la congiunzione 796 deve essere intesa come non appena , subito dopo che . seque remque publicam: con queste due doti (audacia ed aequitas) si occupavano sia di sé stessi sia della repubblica . Se è pronome personale che si riferisce al soggetto stesso del verbo (curabant), cioè i maiores Romani. curabant: si occupavano di . Questo è, infatti, il primo signi cato del verbo (che deriva dal sostantivo cura, sollecitudine , preoccupazione ), da cui deriva poi, anche in latino, il signi cato che prevarrà poi nell italiano moderno ( curare ). 4. Quarum rerum ausi erant Quarum: nesso relativo. rerum: Sallustio, con il generico res, si riferisce proprio alle virtù esemplari e quasi sovrumane di cui ha parlato nora. maxuma: forma arcaica per maxima, superlativo di magna. documenta: il sostantivo, che deriva dal verbo doce re, sta qui a indicare ciò che insegna qualcosa . Ad esso si riferisce il successivo pronome dimostrativo haec, che è prolettico rispetto a quod in bello in pace vero quod: anticipa cioè quel che sarà descritto subito dopo. Sallustio dichiara insomma di avere le prove di quanto afferma, richiamandosi alla tradizione storiogra ca inaugurata dallo storico greco Tucidide ( p. 773). quod in eos: subordinata completiva, introdotta dal cosiddetto quod dichiarativo. Il verbo, vindicatum est, è una forma impersonale: si è fatta giustizia su coloro (in eos) i quali . pugnave rant: il piuccheperfetto, come anche dopo nel caso di excesse rant, sta a indicare l anteriorità dell azione rispetto al tempo della principale (perfetto imper- sonale vindicatum est). quique: vale et qui. revocati: participio perfetto in funzione attributiva. quam: la particella introduce il secondo termine di paragone rispetto al comparativo avverbiale saepius, più spesso . signa: le insegne militari, simbolo dell esercito romano. Il loro abbandono, per una scon tta o durante una fuga, rappresentava per la coscienza dei Romani una disfatta insostenibile. relinque re cede re: si tratta di due in niti retti da ausi erant ( avevano osato ), piuccheperfetto del semideponente aude re. L espressione loco cede re, abbandonare la propria postazione , indica un altro segno di irrimediabile perdita. Sia quest espressione, sia il precedente signa relinque re appartengono al lessico militare. 5. in pace malebant in pace quod: riprende il quod in bello del paragrafo precedente (rr. 6-7). Anche qui, dunque, il quod introduce una subordinata completiva. beneficiis metu: più con i bene ci che con il terrore . L impero romano amava presentare sé stesso come un sistema di comando basato su virtù ben differenti dal terrore e dalla supremazia: la giustizia, il valore e la clemenza erano tra le prime. agitabant: è la forma frequentativa (indicante cioè intensità o ripetizione) del verbo age re. accepta iniuria : ablativo assoluto con valore temporale ( una volta subita un offesa ). ignosce re malebant: anche qui, come alle rr. 8-9, due in niti (ignosce re e perse qui) retti da un verbo di modo nito, l imperfetto malebant. La comparazione è introdotta dal verbo stesso, composto da magis + volo.

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Età arcaica e repubblicana