Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI Henry Courtney Selous, Il fantasma di Cesare, illustrazione per The Plays of William Shakespeare, Cassell 1890. tragedia Julius Caesar di William Shakespeare (1564-1616), in cui il protagonista muore per opera dei congiurati all inizio del terzo atto, ma continua a dominare la scena con la sua ombra nel seguito del dramma più ancora di quanto non facesse da vivo. A Cesare sono attribuite nella tragedia alcune frasi rimaste celebri: «Fammi avere attorno uomini grassi, con la testa liscia [cioè calvi], e che di notte dormono. Quel Cassio ha un aspetto smunto e magro. Pensa troppo. Uomini così sono pericolosi (atto I, scena II); e ancora: «I codardi muoiono molte volte prima della loro morte. I valorosi saggiano la morte solo una volta. Di tutte le cose sorprendenti che ho udito finora, quella che mi sembra più strana è che gli uomini la temono, visto che la morte, una fine necessaria, verrà quando verrà (atto II, scena II, trad. R. Camerlingo). Cesare personaggio dall Ottocento a oggi Sono numerosi gli episodi che attestano la perseveranza del personaggio Cesare nell Ottocento, dal romanzo dello scapigliato Giuseppe Rovani La giovinezza di Giulio Cesare (1873) alla commedia Cesare e Cleopatra (1899) di George Bernard Shaw. Nel Novecento meritano una particolare menzione due romanzi. Il primo è Gli affari del signor Giulio Cesare (scritto tra il 1937 e il 1939, pubblicato postumo e incompiuto nel 1957) dello scrittore e drammaturgo 704 tedesco Bertolt Brecht (1898-1956), nel quale si immagina che, vent anni dopo la morte del dittatore, un giovane storico acquisti i diari di Raro, segretario di Cesare, da cui emerge la figura di quest ultimo come spregiudicato affarista, ritratto talora in modo caricaturale nei suoi aspetti anche privati: «In piena campagna elettorale C. è partito per un luogo di bagni. Ha detto solo a me [Raro] dove va, perché ha bisogno di riposo assoluto, è molto nervoso e ricomincia a non dormire. Così disse a Pompea. Io invece so che deve incontrarsi con la Mucia. [...] E pensare che Pompea, entrando per caso, ha visto che metteva nella valigia il suo Ercole, quei terribili esametri che ha composto quindici anni fa e che legge sempre alle donne, perché non trova argomenti. La storia del bisogno di riposo assoluto, l ha raccontata perfino a me, e non s è vergognato di mettere la mano sulla testa, come se gli dolesse (trad. L. Bassi). L intento dissacratorio proprio di Brecht acquista particolare significato nel contesto storico nel quale il romanzo è stato scritto, dominato dall affermarsi di regimi totalitari che traevano ispirazione, in particolare in Italia, dal mito della romanità. Il secondo romanzo è Le Idi di marzo (1948) dello scrittore e drammaturgo statunitense Thornton Wilder (1897-1975), dedicato agli ultimi mesi di vita di Cesare, immaginati con grande libertà, tanto che lo stesso autore definisce l opera come «una fantasia su certi avvenimenti e certe persone degli ultimi giorni della repubblica di Roma (trad. F. Pivano). Composto esclusivamente di documenti (lettere, rapporti di polizia ecc.) quasi tutti fittizi, il romanzo presenta un Cesare molto diverso da quello di Brecht: il Cesare di Wilder, infatti, è caratterizzato soprattutto dalle sue meditazioni esistenziali. Ne è un esempio il brano in cui si dichiara tentato di abolire con un editto tutte le pratiche religiose, per poi confessare che qualcosa lo trattiene: «Devo essere certo che in nessun ricettacolo del mio essere sussista il riconoscimento della possibilità, dentro e dietro l universo, di una mente che influenzi la nostra mente e plasmi le nostre azioni. Se riconosco la possibilità di

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Età arcaica e repubblicana