T20 LAT - L’esercizio dell’anima per il bene della patria

L autore Cicerone T20 L esercizio dell anima per il bene della patria tratto da Somnium Scipionis 29 LATINO Nel nale del Somnium Scipionis, l Africano descrive la punizione che attende le anime di chi obbedisce ai piaceri. Condannando l epicureismo Cicerone difende i valori dello Stato romano e gli uomini al suo servizio. Audio LETTURA 5 ! repetita iuvant p. 626 29. Hanc tu exerce optimis in rebus! Sunt autem optimae curae de salute patriae; quibus agitatus et exercitatus animus velocius in hanc sedem et domum suam pervolabit; idque ocius faciet, si iam tum, cum erit inclusus in corpore, eminebit foras et ea, quae extra erunt, contemplans quam maxime se a corpore abstra het. Namque eorum animi, qui se corporis voluptatibus dediderunt earumque se quasi ministros praebuerunt impulsuque libidinum voluptatibus oboedientium deorum et hominum iura violaverunt, corporibus elapsi circum terram ipsam volutantur nec hunc in locum nisi multis exagitati saeculis revertuntur. 29. Hanc tu revertuntur Hanc: si riferisce all anima. autem: ha valore esplicativo. curae: le occupazioni politiche sono il migliore esercizio delle capacità spirituali dell uomo (cfr. De republica I, 2, usus virtutis maximus civitatis gubernatio est, «il più grande esercizio della virtù è il governo di un popolo ). quibus abstra het: Cicerone riassume qui una dottrina platonica secondo cui gli spiriti eletti accedono immediatamente al cielo (Timeo 4b; Fedone 80d). quibus: è nesso relativo (= sed curis). exercitatus: richiama exerce. pervolabit: l immagine dell anima alata è frequente (cfr., per esempio, Cicerone, Laelius 14, optimi cuiusque animus in morte facillime evolet tamquam e custodia vinclisque corporis, «l anima dei migliori dopo la morte vola via molto facilmente come dalla prigione e dalle catene del corpo ). tum, cum: proprio allora, quando . Nel passo, Cicerone riprende un idea diffusa nel Fedone platonico, dove si affer- ma che la vita del saggio è «liberazione e separazione dell anima dal corpo (67d). L idea ritorna nelle Tusculanae disputationes (I, 75): secernere a corpore animum est mori discere, «separare l anima dal corpo vuol dire imparare a morire . cum in corpore: l immagine del corpo concepito come una prigione dell anima è di derivazione pitagorica; in Cicerone essa ricorre, oltre che nel citato Laelius 14, anche in un altro passo del De re publica (VI, 14): e corporum vinculis tamquam e carcere evolaverunt ( volarono dai vincoli del corpo come da un carcere ). Namque revertuntur: e infatti le anime di coloro che (eorum qui) si sono abbandonati ai piaceri corporei, che si sono offerti (praebuerunt), per così dire (quasi), come loro servi (earum ministros) e che, per impulso delle passioni soggette ai piaceri (impulsu libidinum voluptatibus oboedientium), hanno violato le leggi degli dèi e degli uomini, uscite fuori dai corpi (cor- poribus elapsi, che richiama per antitesi* cum erit inclusus in corpore), si aggirano intorno alla Terra (circum terram ipsam volutantur) e non ritornano in questo luogo (nec hunc in locum revertuntur) se non dopo essere state tormentate per molte generazioni (nisi multis exagitati saeculis) . Cicerone ha qui presente il passo platonico del Fedone (81b-d) in cui si dice che l anima che si allontana dal corpo contaminata di materialità a causa dei piaceri e dell ignoranza della verità non riesce a innalzarsi verso l invisibile, ma è come tirata verso il basso e si aggira sulla terra tra i sepolcri. L espressione deorum et hominum iura sintetizza le due sfere più sacre per la mentalità romana, e quindi per l uomo di Stato. Parlando di multis... saeculis Cicerone fa riferimento alla teoria secondo cui l anima fa ritorno nel luogo d origine dopo 10.000 anni, mentre alle anime di chi ha professato la loso a ne bastano 3000 (cfr. Platone, Fedro 248e-249a). Analisi del testo Il privilegio dei servitori dello Stato Proprio in chiusura del Somnium Scipionis Cicerone ritorna sul tema a lui più caro, il bene della patria. L uomo di Stato che ha coniugato il servizio della res publica con la contemplazione (contemplans, r. 4) della realtà e con l esercizio di astrazione dell anima dal corpo può raggiungere più velocemente in volo le sedi divine. Della salvezza eterna e di una vita felice nella Via Lattea, destinate a chi è stato assai benemerito verso la patria, Scipione Africano ha parlato al paragrafo 13 ( T18), un passo strettamente legato a questo (l espressione de salute patriae, r. 1, richiama puntualmente patriam conservarerint; in entrambi i passi, inoltre, revertuntur è in posizione nale del periodo). L Africano aveva affermato che solo un ristretto gruppo di uomini potrà godere del premio eterno, e in particolare «coloro che hanno conservato, aiutato, ingrandito la patria , i rectores et conservatores. Alle sedi divine arriverebbero 625

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana