PLUS - Il rimprovero di Appio Claudio Cieco

L autore Cicerone Analisi del testo Toni diversi per ni diversi La difesa di Celio mira a minimizzare le colpe dell assistito e a spostare l attenzione sui vizi dell accusatrice, che l oratore considera la vera ispiratrice delle accuse contro Celio, di cui si fanno portavoce il giovane Lucio Sempronio Atratino, Lucio Erennio Balbo e Publio Clodio. Le trasgressioni di Celio vengono proposte ai giudici secondo un etica lontana dalla severità catoniana e più vicina ai canoni elastici e comprensivi adatti a una società ormai ricca; per Clodia, invece, Cicerone applica le più rigide norme del mos maiorum, trasformandola in tal modo nell emblema della degenerazione dei costumi. Nei paragra che precedono quelli riportati, Celio è presentato come un giovane privo dei vizi più gravi: «in Marco Celio [ ] non c è nessuna dissolutezza, nessuno sperpero, nessun debito, nessuna smania di orge o di postriboli (par. 44, trad. C. Giussani); una prova della sua integrità morale, inoltre, sarebbe costituita, secondo la difesa, dall attività forense e politica dell imputato (par. 45). L unica colpa che si può rinfacciare a Celio è la relazione con Clodia, che tuttavia alcuni studiosi ritengono un invenzione ciceroniana. Presentando l accusatrice come un amante respinta, gelosa e desiderosa di vendetta, Cicerone ne evidenzia la condotta lasciva che ne fa una donnaccia, l «amica di tutti , un indegna erede dei Claudii: l oratore infatti sostiene che la donna in casa propria conduca una vita di meretrice e che tra quelle mura non avvenga nulla che possa esser raccontato fuori, che vi imperversino le orge, la libidine, la lussuria, tutti i vizi e le corruzioni più inaudite (par. 57). La sapiente costruzione della difesa L intento dell oratore di spostare l attenzione sulla condotta di Clodia per convincere l uditorio della poca attendibilità e credibilità di questa accusatrice è ottenuto tramite una studiata costruzione del discorso. Egli descrive il comportamento lascivo di una donna che vive come una prostituta, fatto che infrange ogni legge sociale. Non fa il nome di Clodia, ma è chiaro che parla di lei e, in un crescendo di atteggiamenti sconvenienti e volgari, delinea il ritratto non di una semplice prostituta, ma di una «prostituta sfrontata e procace (rr. 14-15). Si rivolge a questo punto a uno degli accusatori (rr. 15-17) e con ironia chiede se davvero si può credere che mini il pudore di una donna del genere un uomo che abbia con lei una relazione. Nell argomentazione nale (rr. 24-29), dominata da un forte sarcasmo, Cicerone, rivolgendosi ora direttamente a Clodia, la invita a essere lei stessa ago della bilancia nel processo: se lei è la meretrice che ha precedentemente descritto, già con il suo comportamento scagiona Celio, poiché egli non ha commesso nessun illecito nell intrattenersi con una prostituta; al contrario, se lei non è quella donna, di che cosa è accusato l imputato? Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE Il rimprovero di Appio Claudio Cieco Per gettare ulteriore discredito su Clodia Cicerone ricorre anche all espediente della prosopopea, immaginando che, evocato dagli inferi, Appio Claudio Cieco rimproveri la pronipote con la severità, la gravità e la durezza tipica degli antichi, con toni moralistici che fanno risaltare la degenerazione del presente rispetto al passato. Appio Claudio chiede anzitutto conto a Clodia del legame avuto con un uomo non aristocratico come Celio: «O donna, che hai tu in comune con Celio, con questo giovanotto, con questo estraneo? Come mai tu gli sei stata, o così intima da prestargli i tuoi ori, o così nemica da temerne il veleno? (Pro Caelio 33, trad. C. Giussani). Ricorda poi l appartenenza della donna a una famiglia che vantava numerosi consoli e il fatto che era stata moglie di Quinto Metello Celere, anch egli console nel 60 a.C. (quando nel 59 a.C. morì improvvisamente, si sospettava che Clodia l avesse avvelenato): «Tu, di così nobile famiglia, e in così nobile famiglia entrata col matrimonio, come hai potuto confonderti con un Celio? (Pro Caelio 34). Clodia non ha tenuto conto della sua discendenza da uomini ritenuti modelli del rigore morale repubblicano, ma non ha nemmeno seguito l esempio di pudicizia delle donne dell illustre gens cui appartiene: non solo non ha imitato, ma ha addirittura fatto scempio delle «paterne e avite virtù , arrivando a rendersi protagonista di azioni degradanti. 597

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana