Tua vivit imago - volume 1

L autore Catullo Analisi del testo Una struttura meditata In questo componimento l invito ad accettare la ne della relazione, ai vv. 1-2, è seguito dal ricordo dei giorni d amore (vv. 3-8) e da una nuova, più decisa, esortazione a resistere (vv. 9-11 con i verbi all imperativo). La sezione successiva (vv. 12-18) è dedicata a Lesbia, maledetta per quello che Catullo considera un vero crimine e destinata a soffrire quando il poeta non la cercherà più. A uno sfogo di amara gelosia, in ne, il poeta fa seguire un ultima esortazione, che ef cacemente sintetizza i concetti dell intero carme (v. 19). A dare coesione al componimento è, in particolare, la sequenza dei congiuntivi esortativi (des nas, v. 1; ducas, v. 2) e degli imperativi (noli, v. 9; sectare e vive, v. 10; perfer e obdura, v. 11) che rispettivamente aprono e chiudono la prima parte (vv. 1-11), rivolta dal poeta a sé stesso, e che sono ripresi poi nell ultimo verso, che si chiude proprio con la ripetizione dell imperativo obdura (v. 19). Nunc e quondam Il carme è uno dei più immediati del Liber e rappresenta con grande ef cacia il dolore che segue la ne di un amore. Attraverso l apostrofe a sé stesso e una costruzione sapiente del testo, arricchito da richiami interni che sottolineano l attuale (Nunc) rovesciamento della situazione amorosa di un tempo (quondam), Catullo mostra sé stesso come sdoppiato tra la determinazione di voler accettare il discidium e il dolore di cui non riesce a liberarsi, non disgiunto dalla gelosia (espressa con patetismo dalla sequenza di proposizioni interrogative del nale). La contrapposizione tra il passato e il presente è centrale anche nel carme 72 ( T11), diviso tra una prima parte dedicata al periodo felice, nel quale Catullo credeva alla sincerità di Lesbia («Dicevi un tempo di amare solo Catullo , v. 1), e una seconda dedicata alla disillusione cui è ormai giunto («Ora ti ho conosciuta , v. 5). Il carme in esame tuttavia, come ha osservato Giuseppe Augello, sembra ri ettere una fase precedente e più vicina, cronologicamente, al trauma che sarà poi, con il tempo, causa della disillusione del poeta: «Dalla troppo commossa e ondeggiante perplessità dei sentimenti, dal senso di sbigottimento ancora quasi incredulo, dall affannoso domandarsi di quello che ora sarà, [ ] si comprende subito che si tratta di una ferita troppo viva e recente, di una delusione che ancora non ha avuto il tempo di ricomporsi, stemperandosi in quel dolore diffuso e superato che appare in carmi che a questo sono certamente posteriori . Come sempre avviene in Catullo, l intensità del sentimento trova, però, realizzazione in una forma estremamente elaborata, che anche con le sue inquietudini e intenzionali ridondanze (vv. 17-18) intende esprimere poeticamente quel sentimento: «nonostante il linguaggio familiare (proverbi, colloquialismi ecc.) e il verso scazonte [altro nome del coliambo] ci diano l illusione di trovarci di fronte a uno sfogo estemporaneo, in realtà la successione dei motivi denota una [ ] studiata elaborazione (Francesco Della Corte). Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE ! repetita iuvant LE PROPOSIZIONI INTERROGATIVE DIRETTE Le interrogative dirette sono delle proposizioni indipendenti caratterizzate dal tono di domanda, che servono a informarsi su qualcosa (quae tibi manet vita?, v. 15). L interrogazione può riferirsi a un singolo termine della frase oppure al suo intero contenuto. Nel primo caso le interrogative dirette sono introdotte da aggettivi, avverbi o pronomi interrogativi (quis, qui, qualis, uter, ubi, quo, unde, qua, quantus, quam, quot, quotiens, quando, quare, cur ecc.). Nel secondo caso, invece, dobbiamo distinguere tre diverse possibilità, a seconda che l interrogativa sia reale o retorica: se la domanda è reale, e quindi non conosciamo la risposta, è introdotta da -ne enclitico; se la domanda è retorica e ci aspettiamo una risposta affermativa, è introdotta da nonne; in ne se la domanda è retorica e ci aspettiamo una risposta negativa, è introdotta da num. Rappresentano un tipo particolare di proposizioni interrogative quelle chiamate disgiuntive (le altre sono dette semplici), che sono caratterizzate da una serie di interrogazioni legate tra loro e che solitamente si escludono a vicenda: il primo membro dell interrogazione è introdotto da utrum, dal -ne enclitico oppure da nessun elemento; invece il secondo membro (e gli eventuali successivi) è introdotto da an. Le interrogative dirette possono presentare tutti i tempi e i modi delle proposizioni indipendenti. 1. Individua nel testo antologizzato le interrogative dirette e spiegane le caratteristiche. 401

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Età arcaica e repubblicana