T3 LAT ITA - Il passero

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI T3 Il passero tratto da Liber, carme 2 LATINO ITALIANO Questo componimento e il successivo ( T4) entrambi verosimilmente legati alle prime fasi della relazione tra Catullo e Lesbia sono dedicati al passerotto della donna. Il carme 2, in particolare, si caratterizza per l inedita capacità di abbinare al soggettivo punto di vista del poeta che si strugge d amore i toni leggeri dell epigramma. | me ae pu Pa sse r, de l c ae e llae Metro: endecasillabi faleci 5 10 Passer, deliciae meae puellae, quicum lude re, quem in sinu tene re, cui primum digitum dare adpetenti et acris solet incitare morsus, cum desiderio meo nitenti carum nescio quid libet iocari et solacio lum sui doloris, credo, tum gravis acquiescet ardor; tecum lude re sicut ipsa possem et tristis animi levare curas! 1-4. Passer incitare morsus Passer: vocativo, come risulterà evidente da tecum del penultimo verso; deliciae è apposizione di passer. meae puellae: a puella, termine con cui convenzionalmente si indica la donna amata in tutta la poesia erotica latina, si accompagna l aggettivo possessivo. quicum: è arcaico per quocum, ablativo del pronome relativo. Con questa forma il poeta inizia una sequenza di pronomi relativi (con anafora* e poliptoto*). lude re: come gli altri in niti tene re, dare e incitare, dipende da solet del v. 4. Il poeta invidia la vicinanza sica con Lesbia, privilegio del passer, che può lude re: il punto di vista soggettivo del poeta, sofferente e quasi geloso, risulta rafforzato dalla scelta di questo verbo, che ha connotazioni erotiche nella poesia neoterica. primum digitum: la punta del dito , con l aggettivo in funzione predicativa. cui adpetenti: nota il forte iperbato* tra pronome relativo e participio. 384 Passero, delizia della mia ragazza, che ci gioca, e lo tiene in grembo, gli concede la punta del dito e sta a provocare i morsetti acuti, quando il mio fulgido amore è in vena di scherzi che diano conforto al suo dolore, credo, riposo alla dura passione potessi anch io giocare con te come lei, e alleviare le tristi angosce dell animo. 5-8. cum desiderio ardor In questa sezione, introdotta da cum, l attenzione si sposta su Lesbia e si fa più evidente il punto di vista del poeta. desiderio meo nitenti: il dativo, che si lega a libet del verso successivo, è una perifrasi* che indica la donna amata. Al sostantivo desiderium (che allude al desiderio misto a nostalgia con cui Catullo pensa all amata) si accompagna ancora una volta l aggettivo possessivo, seguito qui dal participio di niteo, che indica lo splendore della bellezza. La rima tra adpetenti (v. 3) e nitenti sottolinea il rapporto quasi simbiotico tra Lesbia e il passero, contribuendo a evidenziare lo sguardo geloso del poeta. carum nescio quid: lett. un non so che di amabile ; è complemento oggetto del verbo deponente iocor, qui usato transitivamente nel senso di dire scherzando (l in nito iocari dipende da libet). solacio lum: nota l uso del diminutivo (trad. G. Paduano) affettivo, tipico del linguaggio catulliano. credo: l inserzione della parentetica rivela ora pienamente lo sguardo del poeta sulla scena: egli interpreta il gioco di Lesbia con il passero come il tentativo da parte dell amata di consolare le proprie (sui è ri essivo) pene d amore. 9-10. tecum lude re curas! tecum: sul piano sintattico, solo a questo punto del carme risulta chiaro che si tratta di un allocuzione all animale, dal momento che Passer al v. 1 potrebbe essere inteso, di per sé, anche come un nominativo. lude re: nota la ripetizione del primo in nito usato dal poeta al v. 2. possem: il congiuntivo imperfetto esprime un desiderio ritenuto irrealizzabile. tristis animi curas: tristis equivale a tristes. Per indicare gli affanni del cuore Catullo ricorre al lessico convenzionale della poesia amorosa.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana