Tua vivit imago - volume 1

L immagine viva dei classici latini Tante occasioni per mettersi alla prova... Ogni testo antologizzato è accompagnato da un laboratorio didattico sia esso in pagina o in digitale che, accanto a domande di comprensione e analisi, propone esercizi pensati per attivare le competenze. L autore Cesare Animali fantastici della Germania Quelli che qui Cesare ritrae sono animali sconosciuti per lui e per i suoi lettori: dovendoli descrivere, fa ricorso al confronto con animali più familiari ai Romani. Così, la renna è rappresenta ta come una sorta di incrocio tra un bue e un cervo, le alci sono raffigurate come grandi capre, gli uri come dei tori grandi quasi come elefanti. A suo modo, anche questa è una forma di Laboratorio sul testo fantasia. rappr possono ammirare delle bovino cornuto (se ne le pitture rupestri della rappresentazioni tra da Francia) impossibile grotta di Lascaux in i sono, secondo Cesare, addomesticare. Quali suoi rapporti con l uomo? COMPRENSIONE 1. Quali sono gli elementi che contribuiscono a conferire alla selva Ercinia il selvaggio e quasi misterioso? suo carattere 2. Tra gli animali descritti da Cesare, certamente l uro è quello più strano e curioso, perché, in quanto estinto, stimola maggiormente la nostra fantasia. rappresenta to come un grosso bovino cornuto (se ne possono ammirare delle rappresentazioni tra le pitture rupestri della grotta di Lascaux in oneQualiFrancia) impossibile da addomesticare. alla descrizi sono, secondo Cesare, i suoi rapporti con l uomo? e di Fausto RONTO TRADUZIONI A CONF 26 dedicato il passo del capitolo Leggi in lingua latina di Carlo Carena rr. 12-15 con quelle TRADUZI vicina la piùONI A CONFRONTO Adriano Pennacini alle Quale ti sembra Leggi in lingua latina tra le tre traduzioni? de il passo del capitolo ne letterale 26 dedicato alla descrizione differenze più vistose traduzioAdriano Pennacini alle rr. 12-15 della renna. Confronta con quelle di Carlo Carena Proponi infine una tua la traduzione di differenze più vistose e di Fausto la più efficace e perché? Testo latino tra le tre traduzioni? Brindesi. Quali sono Quale ti sembra la più a tuo avviso le la più efficace e perché? vicina al testo originale? Proponi infine una tua Qual è, secondo te, traduzione letterale del passo. Carena Traduzione di C.Testo azion uc CA latino di un Traduzione di C. Carena Est bos cervi figura, cuius Traduzione di F. Brindesi 1. C è un bue con1. l aspetto cuius a 1. C è un bue con l aspetto i a esce media cheinter solofronte di un aures unum 1. Est bos cervi figura, 1. Vi è un quadrupede cervo e un corno solo cervo e un corno cornu simile al cerexsistit excelsius ,magisque che esce in unum vo, che porta in mezzo orecchie mezzo alla fronte tra tra le his, alla fronte, media fronte inter aures directum le orecchie, quae nobis nota sunt, mezzo alla frontecornibus: tra le due orecchie, un più alto e diritto delle s magisque solo corno a no corna a noi 2. ab eius corna summo sicut più alto e più diritto di cornu exsistit excelsiu e diritto delle note; 2. alla sommità quelli degli palmae ramique late si allarga con animali nota sunt, più alto diffunduntur. nobis c a noi noti, 2. che alla quae ramificazioni allarga his, si 3. Eadem est feminae quasi palmate. 3. La somdirectum marisque mità si divide, come una note; 2. alla sommità femmina ha la stessa palma, in natura, eadem forma summo sicut L struttura del 3. . magnitudorami palmate di grande quasi cornibus: 2. ab eius maschio, estensione. stessa forma e stessa que cornuum. 3. Uguaramificazioni le è la corporatura del diffunduntur. estensione di corna. maschio e struttura d palmae ramique late della femmina, ed uguali femmina ha la stessa anche la marisque grandezza e la forma e stessa formaENZE COMPET 3. Eadem est feminae delle corna. ATTIVE maschio, stessa magnitudoPer approfondire Il CI V brano descrive alcuni natura, eadem forma estensioene Idi corna. animali che popolano animali reali ma sconosciuti la selva Ercinia: ai lettori di Cesare, e si tratta di quindi quasi realistico. Tra que cornuum. Esercizi di traduzioni a confronto educano la sensibilità nell approccio a un testo letterario in una lingua diversa dalla propria. Ed E COMPETENZE ATTIV n C I e C VI ! interpretazione latina di realtà proprie di un mondo sentito come diverso, quale era quello dei popoli barbari: come le divinità celtiche sono assimilate a quelle del pantheon greco e latino, e come le istituzioni politiche e sociali dei Galli e dei Germani sono definite con gli stessi termini usati per quelle romane, così anche gli animali di quei territori sono descritti per mezzo dell analogia con quelli noti ai lettori di Cesare. fantastici , presentati questi compaiono gli in modo non uri, che vivevano in Europa tempo. Purtroppo, in e che si sono estinti seguito ai mutamenti da diverso climatici o all alterazion all inquinamento, molte e dell habitat naturale specie animali sono dovuto state condannate all estinzione Scienze affronta questo argomento; . Con il tuo OBIETTIVO LA VITA 15 SULLA TERRA prepara almeno una alcune delle specie animali decina di slides su PowerPointdocente di la seeuropee ormai estinte che mostrino e le possibili cause che animali che popolano hanno portato alla loro brano descrive alcuni scomparsa. Per approfondire Il e quindi quasi fantas iuti ai lettori di Cesare, Europa e che animali reali ma sconosc li i che vivevano in 727 E inoltre... repetita iuvant VERSO L ESAME V DI STATO LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI Un valido aiuto per ripassare aspetti signi cativi della grammatica o della sintassi durante lo studio dei testi in latino dei grandi autori. ! repetita iuvant LA COSTRUZIONE PERIFRASTICA PASSIVA In latino è chiamata costruzione perifrastica passiva l unione del verbo essere con il gerundivo (Mihi vero, patres conscripti, iam etiam optanda mors est, rr. 8-9). Tale costrutto sintattico è usato per esprime l idea di necessità, obbligo o dovere di un azione. Sono ammesse due costruzioni: N.B. la costruzione personale è tipica dei verbi transitivi sia attivi che deponenti e presenta il gerundivo al nominativo concordato con il soggetto, così come il verbo essere; Con i verbi utor, fruor, fungor, potior e vescor si usa la forma impersonale della perifrastica passiva. la costruzione impersonale è tipica dei verbi intransitivi e presenta il gerundivo al neutro singolare nella forma dei casi diretti, unito alla terza persona singolare del verbo essere. In entrambi i casi la persona su cui ricade l obbligo dell azione è espressa in dativo, definito d agente, dato il valore passivo del costrutto. L Palestre delle competenze Le preparano all Esame di Stato con: p Se il verbo utilizzato regge il dativo, per evitare confusione anziché il dativo d agente si trova l ablativo introdotto da a/ab; frequente è anche l ablativo semplice, se anziché di persona si tratta di cosa. Svolgi&Veri ca l analisi e l interpretazione di un testo letterario; l analisi e la produzione di un testo argomentativo. Esercizi interattivi 1. Inquadra il QRcode: rintraccia nei periodi proposti le costruzioni perifrastiche passive e sottolinea, se è presente, il dativo d agente. Indica infine se la costruzione è personale o impersonale. DDI esercizi interattivi con QRcode ! ... accompagnate da aiuti allo studio L autore Lucrezio LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI L INCONTRO CON L AUTORE T1 La parola alla Natura 945 LATINO ITALIANO tratto da De rerum natura III, 931-951 Audio vividezza la ricchezza del retroscena letIn questo celebre passo emergono con particolare LETTURA espressive. Nel presentare una proterario di Lucrezio e l audacia delle sue sperimentazioni personificata, Lucrezio si inserisce in sopopea della Natura, vale a dire una sua astrazione nel annovera l esempio dotto di Platone, il quale una tradizione ricca e insieme variegata, che contemporaneo come Varrone (che fa parlare Critone dava corpo e parola alle Leggi, o di un condivide con questi modelli l interesse per l Infamia e la Verità nelle Satire Menippee). Lucrezio attraverso le quali sviluppa una critica serrata la vivacità dialettica e il ricorso a immagini forti, non che coloro domina terrore della morte che e filosoficamente rigorosa dell eccessivo e incomprensibile hanno ancora aderito appieno all epicureismo. De n que s vo ce m|re ru m na tu ra re pe nte Metro: esametri 935 940 Denique si vocem rerum natura repente mittat et hoc alicui nostrum sic incre pet ipsa: aegris «quid tibi tanto operest, mortalis, quod nimis fles? luctibus indulges? Quid mortem congemis ac Nam si grata fuit tibi vita anteacta priorque et non omnia pertusum congesta quasi in vas commoda perfluxe re atque ingrata interie re, cur non ut plenus vitae conviva recedis aequo animoque capis securam, stulte, quietem? Sin ea quae fructus cumque es perie re profusa vitaque in offensast, cur amplius addere quaeris, omne, rursum quod pereat male et ingratum occidat non potius vitae finem facis atque laboris? parlare Se infine la natura a un tratto cominciasse a modo: e muovesse rimprovero a uno di noi in questo «Che cosa ti sta così a cuore, o mortale, che indulgi la morte? in modo eccessivo al dolore, e piangi e lamenti Se infatti la vita trascorsa finora ti è stata gradita, e se tutte le gioie, quasi accolte in un urna incrinata, sgradevoli, non fluirono via, né si persero ormai divenute della vita sazio commensale come allontani ti non perché riposo? e a cuore sereno non prendi, o stolto, un sicuro dissolto nel nulla, e perito è goduto hai che ciò tutto invece Se aggiungere e la vita ti è in uggia, perché cerchi ancora di tramonto totale, ciò che avrà triste fine, a sua volta, e un ingrato e piuttosto non poni fine alla vita e ai tuoi affanni? 931-943. Denique laboris? quid est quod: equivale a cur, ma la lunga perifrasi* ha sapore colloquiale. omnia vas: Lucrezio si riferisce al mito delle Danàidi, cui fa esplicito riferimento poco PROSOPOPEA Lucrezio sveste i panni del è maestro e lascia la parola alla Natura in persona: lei che ora si rivolge ad alicui nostrum, cioè a ognuno di noi (il destinatario del suo discorso è dunque quelogni essere umano), per cercare di infondere dalla lo che è l insegnamento più difficile, liberarsi rivolpaura della morte. La Natura, personificata, si ge agli uomini con tono incalzante e prova a indicare loro la strada giusta per liberarsi dall ignoranza. 950 naturam et veram verbis exponere causam? di esperienze. Tutto quanto difatti io escogiti e possa inventare le stesse. che ti piaccia, non serve: le cose sono sempre e le tue membra stremate Se il tuo corpo non è oramai putrido di anni, le stesse. non languono, le cose tuttavia resteranno sempre Durasse la tua vita sino a vincere tutte le stirpi, o anche piuttosto non dovessi morire giammai ; che cosa rispondiamo, se non che la natura rivolge fondata? un accusa legittima ed espone una causa (trad. L. Canali) LINGUAGGIO GIURIDICO Lucrezio usa (è spesso metafore tratte dal linguaggio legale nota, d altronde, la propensione del latino per a forme espressive concrete, legate in origine realtà materiali), come i termini lis ( contestazioil ne ) e causa ( controversia ). In questo passo discorso della Natura è visto come un accusa giudiziaria (iustam intendere litem), di fronte alla quale l imputato (il mortale che si lamenta) non a può che ammettere il proprio torto. Il ricorso il termini tecnici della lingua giuridica fa sì che ine solenne più ancor risulti Natura della tono confutabile. L Incontro con l autore apre la sezione antologica di ogni grande autore. Un analisi visiva mette a fuoco gli elementi essenziali dello stile e della poetica. Fra oggettività e propaganda Cesare rifugge, tuttavia, teristici della historia dagli abbellimen vera e ti retorici caratcato è quello dell oggett propria e da espressioni apertament e valutative: l effetto ività della narrazione ricerpersona nel parlare , ottenuto anche di sé stesso, che grazie al ricorso segna un netto distacco alla terza discusso delle deformazio dai fatti narrati. ni celate dietro questa Si è molto opere cesariane sono apparente oggettività: strettamente legate sicuramente le due all azione politica propagandistica del loro autore e è indubbia; tuttavia la loro finalità non si può parlare tosto di omissioni, di vistose falsificazion anticipazioni, attenuazion i, ma piut( pp. 751 e 763). i tese a giustificare l operato del condottiero Temi ricorrenti nei commentarii cesariani Nei temi, relativi soprattutto all analisi dei comportam commentarii di Cesare ricorrono alcuni usi e costumi di enti degli uomini: popoli diversi da siano essi intesi come quello romano, ( T5); siano essi quelli osservati con lo degli ufficiali e dei sguardo dell etnogra comandanti militari, pio dipendono spesso fo dalle cui scelte e dal le sorti delle battaglie cui eseme delle guerre ( soldati, colti nel loro T15 e T21); siano rapporto con il proprio essi quelli dei ne, quelli degli avversari comandante ( T19, T23 e T24); politici, di cui vengono siano essi, infimesse in luce meschinità Talvolta emerge invece nella narrazione e debolezze ( T16). un elemento estraneo tuna ( T13). Questa, secondo alle logiche umane: Cesare, determina la forè l elemento impondera dei repentini cambiamen bile che sfugge al ti di situazione: controllo e alla razionalità oppone la virtus, richiamata innumerevo umana. Alla fortuna li volte, soprattutto ai soldati, ma riconosciut si nei discorsi a non di rado anche e nelle esortazioni agli avversari. ARCAISMI Tutto il passo è costellato di arcaismi morfologici (perfluxe re, interie re, perie re) che p ed epica arcaiz a conferiscono una patina arcaizzante alla lingua di Lucrezio. DI TRIBA La metafora della vita come banchetto è un immagine tipica della diàtriba*, e lo è anche stull apostrofe* diretta all interlocutore (mortalis e te), caricata in questo caso di una certa aggressività Nache è un tratto chiave dell atteggiamento della tura nei confronti del destinatario della sua rhesis. LAL INCONTR CRISI DELLAOREPUBBLICA CON L AUTORE E LE GUERRE STRUTTURA RAZIONALE E ARGOMEN- linguaggio legale I TEMI DI LUCREZ IO 472 invito all autarchia liberazione dai vani terrori e desideri Il nocciolo teorico del discorso pronunciato dalla Natura è semplice quanto più possibile ma ineccepibile: il desiderio il corso della vita si scontra con la sostanziale di prolungare possono esperire; a finitezza delle forme nulla giova subire gli di piacere che gli uomini stenti dell età avanzata, comunque derivarne. soprattutto visto che Il timore della morte, nessun nuovo piacere anzi, il desiderio irrazionale prensibile se la vita può è funestata da dolori di prolungare la vita, è ancor meno come affanni. Questo schema dalla teoria epicurea, logico, che deriva senza si sviluppa nella prosopopea mutamenti di rilievo della Natura grazie cui l uomo deve sapersi all immagine della vita allontanare una volta come banchetto da sazio (vv. 938-939). all autarchia e alla moderazione richiesta una forza di tipo interiore, psicologica che devono in un invito terrori e vani desideri. essere in grado di liberare il discepolo di Lucrezio Paradossalmente, la da vani causa di molte paure umane, la morte, non liberazione dai mali. va temuta, bensì considerata Essa, infatti, è in grado di porre fine alle sofferenze un inevitabile vita felice deve essere presenti o future. Anche pronto a morire, dal momento che il ricordo chi ha avuto una perché quest ultimo dei piaceri passati è è generalmente tanto esso stesso un piacere più intenso quanto chiusura di un libro, e più è temporaneo. il terzo, nel quale Lucrezio Tali considerazioni appaiono ha cercato di dimostrare ossia l irragionevole in uno dei fondamenti zza della paura della della filosofia epicurea, morte. Cesare indaga gli atteggiamenti umani nelle varie situazioni e il contrasto tra fortuna e virtus. L autore Cesare orici caratfetto riceralla terza i è molto nte le due o finalità ma piutndottiero in breve Cesare mira a un racconto che risulti oggettivo, pur orientandolo secondo i propri scopi politici. 697 I SAPERI FONDAMENTALI Cicerone LA SINTESI Audio 474 [ in breve a un racconto che risulti oggettivo, pur orientandolo secondo i propri scopi politici. Argomento e data di composizione I primi sette libri presentano il resoconto dei Commentarii delle campagne militari de bello Gallico fra il 58 e il 52 di Cesare in Gallia Non è chiaro se a.C., ovvero fra la nel periodo compreso campagna contro il De bello Gallico Vercingetorìge. Ciascun gli Elvezi e la resa libro è dedicato a del capo dei Galli sia stato composto un anno (l ottavo morte di Cesare, libro, aggiunto da copre gli anni 51 di getto oppure e 50, colmando così Irzio dopo la bello civili). I tempi anno per anno, la lacuna tra il De di composizione bello Gallico e il De di quest opera sono dal 58 al 52 a.C. gli studiosi: secondo tuttora oggetto di alcuni il De bello discussione Gallico sarebbe stato 52-51 a.C., mentre scritto di getto nell inverno fra altri ritengono che la composizione le pause invernali del sia avvenuta anno della guerra. A favore per anno, durante di questa ipotesi traddizioni interne sono state all opera, difficilmen evidenziate alcune te spiegabili se la VIDEO conbrevi. Inoltre è stata scrittura fosse avvenuta ravvisata una evoluzione in tempi rispondente alle nello stile, dapprima caratteristiche dei scarno (e quindi commentarii come maggiori concession più appunti), poi sempre i agli artifici retorici. più curato e con Una terza possibilità annualmente i resoconti, è che Cesare abbia per poi riordinarli abbozzato insieme in un secondo Cesare: il momento. De bello Gallico I contenuti e la finalità dell opera Certamente come un eccezionale strumento di propagand il De bello Gallico è concepito dall autore Cesare intende dimostrare Pur rappresentand a: come vedremo o nella sezione antologica, la necessità di una le campagne ( T2 e T3), che campagna bellica, gli porterà una grande presentata come in Gallia in ottica preventiva gloria, innalzando Seguendo una consolidata lo a un enorme posizione propagandistica, tradizione storiografica di potere. Cesare colo a.C. , risalente allo storico testimonia i pp. 698-699), Cesare greco Erodoto (V inserisce inoltre nel valori culturali excursus geografici seresoconto della campagna ed etnografici (rispettivam e militari dei propri militare degli Britanni T9), consapevol ente sui Galli T4; nemici. sui Germani T5 e dell interesse dei e T6; sui Romani per i popoli con cui egli si va misuran- Nelle pagine di trattazione, sintesi IN BREVE aiutano a organizzare le informazioni. struttura argomenta tiva arcaismi Il discorso della Natura esemplifica bene il serrato argomentare consequenzialità delle lucreziano, basato tesi proposte. La struttura che il aveva spiegato Capitali, XIX) innanzitutto suinfatti un elemento logicafrase una logica retorici e stilistici e razionale voluto vedere in questa prima è arricchita dà gioia ); tesi a larafforzare al passare del o come aggettivo ( che tuttavia non aumenta piacere l argomentaz da unagrazie all ortodossia serie di espedienti ione:rispetto di contraddizione postrofe* tra i primi preferibile.re,vitae all interlocuto sembra Lucilio,, oltre, interpretazione mentre Seneca ((Epistole a Lucilio tempo,generale, l impiego la Natura sta quisul piano di metafore* ma è chiaro epicurea, prosopopea sul suono v. (la che vita), di vita come banchetto,LXXVII, 6) rivendicaalla stoica nota l adi l insistenza iperboli* (vv. conviva: conviva: l ascendenza 948-949) l urna che contiene un ragionamento astratto. svolgendoretoriche l espressione è specifi- e domande le gioie in entramanimoque: equo ripetute, aequo ae (vv. 950-951), cauSi tibi si perges: della con qualche cumque nonchéquest idea. Nam tibi exponere il ricorso a sentenze a944-951. quae fructusvariazione, breve distanza di etsii ( anche camente il valore lapidarie, bi i casi sii assume vv.epicurea. (eadem gli 945-947). per talora sunt omnia semper sam quod placeat semper: tamen eadem il concessivo es: es: equivale a quaecumque fructus es. conferma tamen se ), come omnia restant, Sul piano del deponente fruor, epicurei né la materia né il vuoto né le sono da notare Fructus es è perfetto stilistico, (v. 947). eadem restant: riprende il v. soprattutto soggetti ad sono articolano li che leggi persona la frequenza l accusativo plurale incon degli arcaismi in questo caso costruito -e re), che contribuiscon vincere: allitterazione della v. vivendo 945.(come diacronico; pertanto, i perfetti alcun cambiamento o alla solennità indicativi dicui l ablativo. pepre tese che con preinvece terza del tono; quaecumque a porre respondemus: futuro indicativo, la in rilievo e le allitterazioni*, esempio uno o entrambi quantitativa (per l accumulazione non moltissime runt. vitae perie i di termini pet incre e t forma contratta mittat e re: verbis, che rie rie ma congiuntivi i lega semdopo v. 951). senza (finem facis, non v. 943; sotto forma di una vita lunghissima) vivendo vincere,tale ammesmomento culminante del suo nelnotevole aboris: Di la laboris: v. uso 948;è veram non deve sorprendere: rilievoarriva può supplire alla sostanziale finitezza delle espressivo a sugge- sono, polemico, la Natura attacco inoltre, i frequenti so in contesti che tendono a riprodurre le caso In questo che rendono il discorso possibili. impieghi esperienze positive vita di di una di termini movenze della parlato. rire il suicidio come soluzione Natura una vera e lepropria del linguaggio ricavati dal linguaggio epicuree del tecnici ascendenze ciate realtà sono chiare legale, epicureo requisitoria, suel atteggiamento prime parole (increpare, già a partire dal verbo affanni. In le non mancano raffronti rimproverare con cui sono annunconcetto, anche dall accetta , se al v. L uso molto diverso è insistito 932). al riguardo di pronomi ( (nostrum)importanti altri ambiti: Epicuro (Massime e di verbiinconiugati stoica del suicidio, e si è della strategia zione-esaltazione alla prima persona plurale stilistica e retorica con (respondemus), infine, la quale il narratore al contempo sé stesso è parte vuole coinvolgere il nel novero dei discendenti. lettore in prima persona, includendo 473 mento mitologico contribuisce a screditare l atteggiamento qui esecrato dalla Natura. ingrata: questo termine, come pure il grata al v. 935, è stato interpretato in due modi diversi: come participio ( non ringraziata ) L autore Cesare Cesare mira „ IL DE BELLO GALLICO CIVILI LO STILE DI LUCREZ IO TATIVA Il discorso della Natura, così come l intero poema di Lucrezio, si costruisce su un rigoroso impianto logico, finalizzato a strutturare il ragionamento in modo razionale e inconfutabile. La Natura afferma che chi ha avuto una vita piena e soddisfamocente può ritenersi fortunato di andarsene al mento giusto, nel pieno della sua felicità; al contrario se non si è mai potuto godere di nulla nella propria La esistenza, è illogico volere che questa prosegua. Natura sta qui svolgendo un ragionamento astratto, suddiviso in due parti complementari, per mostrare al suo interlocutore le dirette conseguenze logiche di due opposti (ma entrambi errati) atteggiamenti di verso la vita: esserle troppo attaccati tentando in posseduto già è si che aggiungere qualcosa a ciò abbondanza e desiderare di prolungarla per avere ciò di cui ancora non si è goduto. oltre (vv. 1008-1010), e ancora nel sesto libro (vv. 20-21). Le Danàidi, figlie di Dànao, avevano ucciso i mariti nella prima notte di nozze, ed erano state condannate a riempire in eterno un vaso forato. Il riferi- SENTENTIA EPIGRAMMATICA La Nala tura esprime qui, in forma epigrammatica, la ragione essenziale del suo rimprovero, ossia finitezza della vita e la necessità di accettarla, condensando in pochissime parole un aspetto essenziale del cosmo epicureo (eadem sunt ome nia semper, tutte le cose sono sempre uguali ) la verità psicologica che ne deriva per necessità. a Se è vero che la Natura rimane sempre uguale sé stessa, anche una vita estremamente lunga permetterà comunque di vivere un numero finito Nam tibi praeterea quod machiner inveniamque, quod placeat, nil est; eadem sunt omnia semper. Si tibi non annis corpus iam marcet et artus confecti languent, eadem tamen omnia restant, omnia si perges vivendo vincere saecla, atque etiam potius, si numquam sis moriturus , quid respondemus, nisi iustam intendere litem RIPASSO Marco Tullio Cicerone nasce ad Arpino nel 106 a.C., da un agiata famiglia laziale di rango equestre. A Roma compie studi di retorica con illustri maestri e inizia il tirocinio forense, debuttando come avvocato già nell 81 a.C. Tra il 79 e il 77 a.C. perfeziona gli studi di filosofia e affina la tecnica retorica in Grecia. Rientrato a Roma intraprende il cursus honorum: nel 75 a.C. è questore in Sicilia, nel 69 a.C. è edile, nel 66 a.C. è pretore, nel 63 a.C. ottiene il consolato insieme a Gaio Antonio Ibrida; in quell anno sventa la congiura di Catilina e per questo viene salutato come pater patriae. In contrasto con la politica dei primi triumviri, si ritira in volontario esilio per rientrare a Roma nel 57 a.C., e qui pronuncia due orazioni di ringraziamento al Senato e al popolo romano. Nella guerra civile fra Cesare e Pompeo si schiera con il perdente Pompeo e si ritira di nuovo dalla scena politica. Dopo l assassinio di Cesare, nel 44 a.C., pronuncia una serie di orazioni contro Antonio che gli costeranno la vita: sarà ucciso l anno dopo dai sicari di quest ultimo. ] Alla ne delle unità: sintesi mappa temi chiave illustrati dei grandi autori LA VITA I SAPERI FONDAMENTALI Cicerone I TEMI LA MAPPA LA FEDE NELLA RES PUBLICA T5 T10 T17 T18 T19 T20 T21 T23 T24 T25 T26 T29 La dimensione pubblica e politica è centrale in tutti gli scritti ciceroniani, comprese le lettere private o i trattati filosofici: in tutta la sua vita e la sua opera Cicerone ha come stella polare la fede nella res publica, intesa come bene comune cui tutti i cittadini hanno il dovere di contribuire. Questa convinzione emerge esplicitamente soprattutto nel De re publica (T17, T18, T19, T20) e nel De officiis (T21, T23, T25, T26), ma si coglie in controluce anche in molte orazioni (T5, T10), negli scritti di filosofia (T24), nell epistolario (T29). MARCO TULLIO CICERONE (106-43 aC.) Pensiero e stile Ž salutato come pater patriae, è fautore di un pensiero politico conservatore, rispettoso del mos maiorum, della tradizione, dei valori dell aristocrazia LA VIS ORATORIA T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7 T8 T9 T10 LE OPERE T11 T12 T13 T14 T15 T16 T33 L attività a cui Cicerone si dedica tutta la vita e che gli procura grande fama presso i contemporanei è quella oratoria. Ci sono pervenute 58 orazioni delle oltre 100 che ha pronunciato o scritto, appartenenti ai tre generi deliberativo, giudiziario ed epidittico. Tra le principali ricordiamo le Verrinae, le Catilinariae e le Philippicae. All attività oratoria dedica anche alcuni trattati (De inventione, De oratore, Brutus, Orator, De optimo genere oratorum), per lo più in forma dialogica, in cui afferma l importanza di una solida preparazione filosofica per un oratore, nella convinzione che l eloquenza sostenuta dalla sapientia sia in grado di incivilire i popoli e portare alla concordia ordinum. Riprende dalla filosofia greca e sviluppa in questi testi il concetto di humanitas, cioè l ideale di una cultura non solo letteraria, ma che sappia coniugare la conoscenza teorica con l esperienza pratica. Nel primo periodo di esilio volontario (54-51 a.C.) scrive due dialoghi di filosofia politica, il De re publica e il De legibus, in cui analizza e giudica diversi modelli di governo. Partendo dall assunto che la riflessione filosofica deve essere commisurata alle esigenze della realtà politica e istituzionale, e rispondere agli interessi pragmatici della cultura romana, ossia superate l antitesi tra vita contemplativa e vita attiva, arriva a concludere che la forma migliore di res publica è quella realizzata a Roma all epoca degli Scipioni, indicandola quale modello da seguire in tempi di crisi e degrado. Negli ultimi anni della vita, isolato durante la dittatura di Cesare (46-44 a.C), si dedica a problematiche etico-filosofiche con una serie di scritti e dialoghi (tra i quali il De finibius bonorium et malorum, le Tusculanae disputationes, il De natura Testi PLUS Una creatura spietata e mostruosa Sassia La teoria e la pratica dell arte oratoria costituiscono una parte significativa della produzione ciceroniana: le orazioni scandiscono la sua intera carriera politica, con i tre grandi capolavori le Verrinae (T2), le Catilinariae (T3, T4) e le Philippicae (T5, T6) accompagnati da tanti altri testi non meno importanti (T1, T7, T8, T9, T10, T11). Accanto alla vis delle orazioni si trova la riflessione sull eloquenza, vista come strumento in grado di apportare benessere alla res publica così come ai singoli cittadini che ne sappiano fare uso con saggezza (T12, T13, T14, T15, T16, T33). LA FILOSOFIA COME CONSOLATIO E COME IMPEGNO Testi PLUS Il proemio del De natura deorum Un modello di onestà e virtù T17 T18 T19 T20 T21 T22 T23 T24 T25 T26 T27 Lo studio della filosofia e la scrittura di opere di divulgazione, riflessione e discussione filosofica nascono come forma di compensazione e consolazione della rinuncia forzata all attività politica, ma divengono a loro volta una forma di impegno al servizio dello Stato, come Cicerone spiega in un brano del De divinatione (T24): lo sono più direttamente nelle opere di riflessione politica come il De re publica (T17, T18, T19, T20), e nelle opere di argomento etico o teologico, dove lo studio e la riflessione appaiono come contributo alla formazione dell uomo politico e del cittadino (T21, T22, T23, T25, T26, T27). Ž la sua opera è un esempio di stile e un modello di scrittura latina in prosa, erudita e impegnata Ž il suo stile è fondato sulla concinn tas (equilibrio e armonia), a cui corrisponde un periodare complesso ipotattico Trattati di filosofia politica Orazioni (58 pervenute su più di 100 pronunciate o scritte, fra giudiziarie, deliberative e dimostrative); è il genere più legato alla sua attività politica e a cui deve la sua chiara fama fra i contemporanei Ž Pro Sexto Roscio Amerino (80 a.C.) Ž Pro Sestio (56 a.C.) Ž Pro Caelio (56 a.C.) Ž Pro lege Manilia (80 a.C.) Ž Pro Milone (53 a.C.) Ž Verrinae (70 a.C.) Ž Philippicae (43 a.C.) Ž Catilinariae (63 a.C.) Trattati sull arte oratoria Ž De re publica (51 a.C.) Ž De legibus (56-43 a.C) Epistolario Sono il tentativo di dare una sistemazione teorica all arte oratoria, e un invito a sostenere l eloquenza con una vasta cultura filosofica, storica e politica Ž De inventione (circa 85 a.C.) Ž Orator (46 a.C.) Ž De oratore (56-55 a.C.) Ž De optimo genere oratorum Ž Brutus (46 a.C.) due trattati in forma di dialogo in cui si afferma la funzione pratica della filosofia e la sua subordinazione all attività politica 864 epistole a parenti, amici, uomini politici. Primo esempio di epistolario privato del mondo antico (forse 46 a.C.) L AMICIZIA E LA FAMIGLIA 670 672 T7 T27 T28 T29 T30 T31 T32 Opere filosofiche L imponente epistolario ciceroniano testimonia l enorme importanza dei legami familiari e dei rapporti di amicizia nella vita di Cicerone (T28, T29, T30, T31, T32): un tema, quest ultimo, affrontato anche in sede di riflessione teorica con il dialogo Laelius de amicitia (T27), mentre un esempio di amicizia volta al male è quella con la quale Catilina legava a sé i suoi sodali (T7). Ž De finibus bonorum et malorum Ž De officiis Ž Tusculanae disputationes Ž De natura deorum Ž Cato Maior de senectute Ž De divinatione Ž Laelius de amicitia Ž De fato negli ultimi anni della vita, politicamente emarginato, fra il 46 e il 44 a.C., scrive riflessioni sulla filosofia e sulla sua funzione educativa e dialoghi morali e sulla religione 673

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana