Tua vivit imago - volume 1

L autore Plauto 30 35 FILENIO Accetterò anche di non mangiare, madre mia, se lo comandi. CLE RETA Non ti proibisco di amare chi paga per essere amato. FILENIO Ma se il mio cuore è già occupato, come fare, madre mia? Dammi un consiglio. CLE RETA (piegando il capo) Eh, guarda al mio capo, se miri al tuo interesse.6 FILENIO O madre, persino il pecoraio che fa pascolare le pecore altrui ne ha una per sé, a conforto della sua speranza. Lasciami amare almeno Argirippo per il mio cuore, poiché è lui che voglio. CLE RETA Rientra. Non c è un essere più svergognato di te. FILENIO Do ascolto ai tuoi ordini, madre: così hai educato tua figlia. (trad. C. Carena) 6. guarda al mio capo interesse: Cleàreta mostra alla glia i suoi capel- li bianchi, per ammonirla del fatto che, quando sarà vecchia, non potrà più con- tare sulla propria bellezza, che deve quindi sfruttare ora che ne ha la possibilità. Analisi del testo Un con itto di valori Il dialogo tra Filenio e sua madre si presenta come lo scontro tra due valori inconciliabili, le ragioni del denaro e quelle del cuore. Per convincere sua glia, Cleàreta fa leva su due aspetti distinti: da un lato, la propria autorità di genitore («Ch io non riesca a farti rispettare i miei divieti? O ti sei ccata in testa di essere fuori dall autorità materna? , rr. 1-2); dall altro, il bisogno economico, presentato in termini drammatici e senz altro esagerati («Ohi, rischiamo tutti forte qui, noi e il parentado , rr. 24-25). Da parte sua, Filenio adotta una strategia assai meno diretta, dichiarandosi sottomessa al volere della madre («Accetterò anche di non mangiare, madre mia, se lo comandi , r. 28), ma allo stesso tempo sostenendo le proprie ragioni con argomenti dif cilmente contestabili («se il mio cuore è già occupato, come fare, madre mia? , r. 30) e non senza una velata polemica nei suoi confronti («Io non rimprovero quelle che si comportano bene, né amo quelle che peccano , r. 8). L immagine della pecorella preferita L argomento più importante e più sentito tra quelli portati da Filenio è costituito dal paragone con un pastore che non è il proprietario del gregge, ma che, ciononostante, ha una pecora di sua proprietà (ovis peculiaris), alla quale si affeziona più che a tutte le altre: Etiam opilio qui pascit, mater, alienas ovis, / aliquam habet peculiarem, qui spem soletur suam (vv. 539-540, rr. 32-33). Fuor di metafora, l allusione è ovviamente alla cortigiana che si intrattiene con uomini che non le appartengono, ma che cionondimeno si innamora di uno di loro e vorrebbe, quindi, che fosse solo suo . L immagine è assai delicata, tanto che, isolata dal contesto, potrebbe quasi apparire in contrasto con il consueto stile plautino. Non sorprende, di conseguenza, che questi due versi siano stati molto amati da Giovanni Pascoli, che li pose a epigrafe della sua Ecloga XI sive ovis peculiaris, un componimento latino che fa idealmente seguito alle dieci ecloghe di Virgilio, nelle quali il poeta latino aveva evocato la vita idealizzata dei pastori dediti al canto. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Il contrasto tra Filenio e la madre si basa in parte sul concetto di pietas. In che cosa consiste? Quale particolare contraddizione si lega al termine in questo contesto? Quale aspetto del teatro plautino possiamo riconoscere in questo ribaltamento ? 2. Che cosa rinfaccia Cleàreta alla figlia? 159

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Età arcaica e repubblicana