Video Art e performance

VIDEO ART e PERFORMANCE

In 2 parole
Nuovi linguaggi: il VIDEO e il CORPO dell’artista

L’arte contemporanea ha visto nel tempo l’ingresso dei nuovi media tra le tecniche al servizio dell’espressione artistica. Tra queste, negli anni Settanta del Novecento, è emersa la nuova tecnologia del video, con cui è nata la cosiddetta Video Art: le opere appartenenti a questa tendenza artistica sono realizzate attraverso la registrazione e la riproduzione di suoni e immagini.

Anche le performance sono espressioni artistiche che si avvalgono del video: si tratta infatti di azioni artistiche in cui l’artista stesso e ciò che sta facendo costituiscono l’opera, che è quindi destinata ad avere una durata definita nel tempo, testimoniata solo da fotografie, documenti e registrazioni video. La teatralità di questa forma d’arte e le forti emozioni che è in grado di suscitare nel pubblico, che spesso è invitato a intervenire attivamente, rappresentano uno stimolo per riflettere sui problemi dell’uomo e della società.

Paik, il padre della Video Art

L’artista coreano Nam June Paik (Seul 1932-Miami 2006) ha combinato effetti visivi e sonori nei video che compongono le sue opere: sono immagini della vita contemporanea, messaggi commerciali e spezzoni cinematografici. Electronic Super Highway è legata alla “scoperta” che Paik fa delle autostrade americane quando giunge negli Stati Uniti. I neon colorati evocano le insegne di motel e ristoranti. Il messaggio è che l’autostrada è uno strumento che mette in comunicazione, ma che a volte rende banale il viaggio.

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I video al rallentatore di Viola

L’episodio della visita di Maria alla cugina Elisabetta, narrato nel Vangelo di Luca, rivive nel Saluto dell’artista statunitense Bill Viola (New York 1951). L’opera, che cita la celebre Visitazione cinquecentesca di Pontormo, rende presente e coinvolgente l’avvenimento sacro. L’artista stabilisce un dialogo con l’opera rinascimentale, ma si tratta solo di un punto di partenza, superato dall’uso del mezzo moderno: Viola porta infatti l’evento evangelico nella dimensione quotidiana più semplice e consueta, ovvero quella della televisione. Ripresa con una videocamera speciale, in grado di ottenere molti più fotogrammi di una normale, la scena risulta proiettata al rallentatore: un evento normale, come un incontro tra donne, è così mostrato in ogni dettaglio, dall’impercettibile formarsi delle espressioni sui volti, al lento fluire delle vesti mosse dal vento.

Le performance di Abramović

L’artista serba Marina Abramović (Belgrado 1946) è una dei più famosi performer al mondo. In The Artist is Present è rimasta seduta immobile a un tavolo nell’atrio del Museum of Modern Art (MoMA) di New York per 7 ore al giorno, per un totale di 736 ore e 30 minuti. Circa 1400 persone si sono sedute di fronte a lei e hanno interagito con lei. Il video che documenta la performance, unica “memoria” dell’evento, mostra le reazioni dell’artista all’incontro con il pubblico: a volte rimane impassibile, in altri casi si mostra profondamente commossa.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte