L’Arte povera nasce a Torino alla fine degli anni Sessanta del Novecento. Gli artisti che fanno parte di questo movimento utilizzano materiali grezzi, economici, come cartone, gesso, stracci e pezzi di legno o metallo, spesso industriali o di recupero. Con questi elementi realizzano opere minimali, che rifiutano gli aspetti preziosi e raffinati dell’arte tradizionale per ricorrere invece a segni e forme comuni ed elementari.
L’intento è contestare la società e il sistema dell’arte contemporanea per riportare l’uomo alla semplicità trasmettendo sensazioni dirette e immediate.