Il Surrealismo

Il SURREALISMO

In 2 parole
LIBERE ASSOCIAZIONI di idee e immagini dall’INCONSCIO

L’avanguardia surrealista porta l’arte nel mondo dei sogni. Questo movimento ha origine dal Dadaismo, dal quale eredita lo spirito ribelle e anticonformista e l’interesse per tutti i linguaggi, dalle arti visive al cinema, dal teatro alla poesia. Punto di partenza è l’indagine dell’inconscio, cioè la parte più oscura e irrazionale della mente: è lì che si annida per i surrealisti il senso delle cose e il sogno è il mezzo per raggiungere questa dimensione.

Non solo l’inconscio, ma anche il caso può rivelare ciò che si nasconde dietro la realtà, per questo nelle opere surrealiste gli accostamenti di oggetti appaiono casuali o frutto di libere associazioni mentali. Fondatore del movimento è il poeta francese André Breton, a cui si uniscono artisti molto diversi fra loro, come Max Ernst, Joan Miró, René Magritte e Salvador Dalí. Esprimono un’arte vicina alle idee del Surrealismo anche artisti che operano lontano dall’Europa, come Frida Kahlo.

Miró: tra racconto e astrazione

Joan Miró (Barcellona 1893-Palma di Maiorca 1983) non dipinge opere figurative, tuttavia non rinuncia alla narrazione, come dimostrano i titoli che sceglie, sempre molto poetici ed evocativi di un universo incantato e fiabesco.

Nel suo Dialogo di insetti la scena è divisa in due parti (terra e cielo) ottenute attraverso campiture di colore piatte che eliminano la dimensione dello spazio. La terra è popolata di alberi dalle forme stilizzate che tendono verso l’alto e da buffi animali con antenne e baffi. Nel cielo, di un colore blu intenso con una sorta di bianca luna, fluttuano insetti e farfalle.

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I paradossi di Magritte

La pittura di René Magritte (Lessines 1898-Bruxelles 1967), apparentemente fedele alla realtà, è tecnicamente perfetta, memore della precisione della tradizione fiamminga. Il suo gioco artistico spesso consiste nel proporre una visione ingannevole: una cosa che ne simula un’altra, un’immagine o una scritta che contraddice le nostre certezze. Per raggiungere questi effetti di stupore, l’artista utilizza oggetti o paesaggi consueti dipinti con realismo “fotografico”, in cui però dettagli incoerenti contraddicono le apparenze.

Nell’opera dal titolo evocativo La condizione umana compare un quadro su un cavalletto posto davanti a una finestra, nell’interno di una casa; nel quadro c’è un paesaggio che continua visivamente il paesaggio reale all’esterno. In questo modo Magritte affronta uno dei dilemmi del Surrealismo: dove inizia la finzione e dove finisce la realtà?

Ernst e i mostri dell’irrazionale

Il pittore tedesco Max Ernst (Brühl 1891-Parigi 1976), dopo aver aderito al gruppo dada, si trasferisce a Parigi, entrando in contatto con i surrealisti. I suoi quadri sono popolati da mostri e figure fantastiche. La tecnica pittorica sembra tradizionale, con immagini riconoscibili e ben definite nei dettagli, ma è proprio questo apparente realismo ad accentuare la componente irrazionale, come accade nei sogni: si vede qualcosa che sembra perfettamente vero, ma in realtà non lo è.

Nel dipinto La vestizione della sposa è raffigurato il momento in cui una sposa si veste per la cerimonia: la donna al centro è però nuda, coperta solo di un mantello di piume rosse, con la maschera di un uccello in testa. Attorno a lei si muovono creature inquietanti, mostri grotteschi, personaggi di incubi. Sullo sfondo, un quadro nel quadro ripropone l’opera stessa con piccole differenze.

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Frida Kahlo e il lavoro sul corpo

Frida Kahlo (Coyoacán 1907-1954), una delle artiste più popolari del Novecento, ha posto se stessa e il suo corpo al centro della propria ricerca pittorica. La sua pittura si ispira alla tradizione del suo Paese, il Messico, nei contesti e nei colori, ma racconta soprattutto le sue vicende biografiche: l’amore contrastato per Diego Rivera (anch’egli artista), la passione politica, le lunghe sofferenze fisiche dopo un grave incidente. Il volto di Frida è diventato notissimo proprio per la sua ossessiva tendenza a ritrarre se stessa, come vediamo in Le due Frida. Il quadro, dipinto dopo una rottura del legame con Rivera, rappresenta una Frida vestita di bianco con il cuore spezzato, e un’altra Frida in abito tradizionale, prima della rottura. Il suo stile è stato accostato a quello dei surrealisti, anche se il suo incontro a Parigi con i membri del movimento non fu positivo: li trovava finti e inutilmente vanitosi.

beni culturali
TUTELA DEL PATRIMONIO La Collezione Peggy Guggenheim a Venezia

Sulle rive del Canal Grande a Venezia, un’antica residenza patrizia, Palazzo Venier dei Leoni, ospita un museo di arte del Novecento di primaria importanza. Si tratta della collezione messa insieme durante la sua vita da Peggy Guggenheim, nipote del magnate e collezionista americano Salomon R. Guggenheim (fondatore dell’omonimo museo di New York).
Peggy si stabilì a Venezia nel 1948 e l’anno successivo trasferì a Palazzo Venier, in cui risiedeva, le opere che aveva raccolto fino ad allora.
Continuò la sua opera di collezionista colta e illuminata fino alla sua morte, nel 1979. Da decenni la casa-museo è aperta al pubblico e consente ai visitatori di vedere opere di Max Ernst (che fu per alcuni anni anche suo marito), Picasso, Pollock, Magritte, Dalí, Fontana, Marini. Peggy Guggenheim fu sepolta nel bel giardino del palazzo, insieme ai suoi amati cani.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte