LETTURA D’OPERA - La zattera della Medusa di Théodore Géricault

LETTURA D’OPERA – COMPRENDI E APPREZZA

LA ZATTERA DELLA MEDUSA

di Théodore GÉRICAULT

1

OSSERVA

 >> pagina 371 

2

CHE COSA STAI GUARDANDO?

Il soggetto Nel luglio del 1816 la nave francese Medusa affonda. Quasi tutti i naufraghi muoiono, solo 15 sono tratti in salvo dalla nave Argo, dopo 12 giorni in balìa delle onde a bordo di una zattera, senza cibo né acqua. Géricault rappresenta il momento più drammatico e nello stesso tempo più emozionante: quello in cui i naufraghi raccolgono tutte le loro forze per riuscire a farsi avvistare dalla nave che li salverà.


La storia Géricault, che all’epoca ha 27 anni, rimane molto colpito dall’evento, tanto da realizzare un dipinto di grandissime dimensioni, in genere riservate a importanti soggetti storici, che espone al Salon di Parigi del 1819. La tela fa scandalo per il suo realismo e per l’attualità dei fatti.

3

LEGGI L’OPERA

Il mare in tempesta rappresenta simbolicamente la potenza della natura, mentre gli sprazzi luminosi che squarciano il cielo simboleggiano la luce della speranza.

 A  Il primissimo piano del dipinto è occupato dalla zattera tenuta insieme da corde che in più punti si stanno allentando. A destra un corpo livido, privo di vita, del quale non vediamo le braccia e la testa, è in parte riverso nell’acqua. Sulla sinistra un giovane uomo è immerso fino al busto, mentre un altro ancora è trattenuto sulla zattera da un uomo più anziano.

 B  La composizione del secondo piano è organizzata intorno a due strutture piramidali, che evidenziano il movimento verso l’alto. La piramide sulla destra, è formata da un groviglio di persone sulla zattera: alcune sono sdraiate, prive di forze, altre inginocchiate, aggrappate le une alle altre nel tentativo di rialzarsi. La struttura culmina con il naufrago issatosi su una botte di legno che sventola uno straccio per farsi avvistare dalla nave Argo, un piccolo punto all’orizzonte.
 C  Sulla sinistra, a bilanciare il primo schema a piramide, si trova il secondo impianto piramidale, che culmina nella vela: il vento la rigonfia, spingendo la zattera verso l’onda scura, pronta a travolgerla.


I gesti e le espressioni esprimono tutta l’angoscia e l’emozione del momento. La composizione sembra oscillare tra due spinte contrapposte – l’onda minacciosa e la nave lontana – a simboleggiare il dramma della condizione umana, sospesa tra la disperazione e la speranza della salvezza.

La forte contrapposizione di luci e ombre, ispirata a Caravaggio, accentua la drammaticità della scena: la luce illumina i corpi rappresentati con crudo realismo e ne mette in evidenza la perfetta resa anatomica, tipica della pittura di Michelangelo.

InsegnArti - volume B
InsegnArti - volume B
Storia dell’arte