L’arte del Neolitico

L’arte del NEOLITICO

In 2 parole
Le prime forme di architettura: le COSTRUZIONI MEGALITICHE

Dopo la fine del Paleolitico (nel 10 000 a.C. circa), si assiste a profondi cambiamenti nel modo di vivere degli uomini e delle donne preistorici. Con la nascita dell’agricoltura e dell’allevamento, infatti, i cacciatori nomadi diventano sedentari, sorgono i primi villaggi e i gruppi umani diventano più numerosi e organizzati: le persone svolgono attività diverse e si formano gerarchie di potere.

Le testimonianze di età neolitica più diffuse in Europa sono le costruzioni megalitiche, giganteschi massi di pietra levigata e squadrata che a volte si presentano semplicemente conficcati nel terreno, a volte sono disposti in strutture più complesse. Intanto in Italia, intorno al 3000 a.C., nascono e si sviluppano con caratteri propri culture diverse fra loro, come quella della Lunigiana e la civiltà nuragica in Sardegna.

Le prime forme di architettura

megaliti si distinguono in tre tipologie: i menhir, singole pietre erette in verticale e infilate nel terreno; i dolmen, formati da due pietre verticali sormontate da una orizzontale; i cromlech, complessi di megaliti disposti ad anello.

Non si sa con certezza a che cosa servissero: forse erano simboli di potere o omaggi a divinità, oppure segnalavano luoghi sacri destinati a celebrazioni religiose o sepolture, o infine potevano essere utilizzati per osservazioni astronomiche.

Il Dolmen della Chianca, in Puglia, era una struttura destinata alla sepoltura: i massi formano una cella a pianta quadrangolare, a cui si accede tramite un corridoio segnato da lastre verticali. All’interno sono stati rinvenuti ossa di animali, scheletri di adulti e ragazzi, e vasellame datato al 1500-1000 a.C.

Le statue-stele della Lunigiana

In Lunigiana, territorio al confine tra Toscana e Liguria, sono state ritrovate alcune decine di statue-stele, lastre di pietra scolpite e incise realizzate tra il 3000 a.C. e il 1000 a.C. che rappresentano figure femminili e maschili: il corpo è reso in modo schematico e i volti hanno occhi, naso e bocca appena accennati.

Si tratta forse di raffigurazioni di divinità o di antenati, eseguite per ottenerne il favore. Sculture analoghe sono state ritrovate in tutto il territorio italiano e anche in Francia.

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La civiltà nuragica in Sardegna

La Sardegna è caratterizzata da costruzioni uniche al mondo, i nuraghi. Si tratta di enormi strutture a tronco di cono realizzate in blocchi di pietra, a volte coperte da una cupola, che avevano una funzione difensiva, ma in qualche caso erano usate come abitazione o luogo di culto.

I nuraghi potevano anche costituire piccoli villaggi come nel caso del complesso nuragico Su Nuraxi di Barumini, dominato da una struttura centrale, alta circa 18 metri, circondata da torri e mura. Intorno al nuraghe più grande, datato al 1600-1300 a.C., nei secoli successivi è cresciuto un insediamento di capanne a pianta circolare destinate ad abitazione o ad attività religiose.

beni culturali
VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO Moda e archeologia

Il complesso nuragico Su Nuraxi di Barumini è classificato dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità dal 1997. Nel febbraio 2021, dopo la sospensione di ogni evento di moda a causa della pandemia da Covid-19, Su Nuraxi è divenuto l’insolito scenario di una sfilata di moda dello stilista sardo Antonio Marras. Iniziative come questa, in cui aziende ed enti privati utilizzano Beni a cielo aperto del nostro patrimonio culturale, se gestite nel corretto rispetto di tali Beni, possono essere una occasione ulteriore per valorizzare e “accendere i riflettori” su siti archeologici spesso poco conosciuti che il nostro Paese ospita. ospita.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte