Il filo dell’Arte

Il filo dell’arte

I manufatti dei popoli preistorici

Per migliaia di anni gli uomini e le donne della Preistoria hanno vissuto spostandosi di continuo verso gli ambienti più favorevoli alla sopravvivenza, dove poter trovare cibo e vivere in sicurezza. Se il clima lo richiedeva, come in Europa, cercavano riparo nelle grotte, altrimenti costruivano capanne.

Nei luoghi in cui hanno vissuto quelle piccole comunità di uomini sono stati ritrovati numerosi manufatti, che noi oggi chiamiamo reperti archeologici. Si tratta di utensili realizzati con materiali diversi e di svariate forme legate alla funzione che dovevano svolgere.

Alle prime pietre lavorate in modo rudimentale, si sostituiscono via via oggetti di fattura più evoluta, come le cosiddette “amigdale”, pietre appuntite a forma di mandorla (in greco, amigdala), che servivano a tagliare carni e pelli e avevano quindi una funzione simile a quella dei coltelli moderni.

Le prime forme d’arte: le pitture rupestri

Testimonianze importanti anche dal punto di vista artistico sono le pitture parietali e le incisioni realizzate sulla roccia (per questo dette rupestri), sia all’esterno sia all’interno delle caverne.

Sono figure a volte di straordinaria bellezza, realizzate con cura anche quando si trovano in fondo a cunicoli quasi impossibili da illuminare.

Per il loro valore estetico, questi reperti sono considerati “opere d’arte”, anche se in realtà non si può parlare ancora di vera e propria “arte” perché non sappiamo per quale ragione furono realizzati.

Gli studiosi pensano per lo più che si tratti di immagini magico-religiose: si raffigurava un cervo perché si desiderava riuscire a cacciarne uno.

Alcune potrebbero avere avuto uno scopo sociale: si riproduceva una scena di caccia per raccontarla a chi non c’era oppure, come nel caso delle impronte delle mani, per lasciare traccia del proprio passaggio.

Piccole sculture per favorire la fertilità

Determinanti per conoscere e comprendere la storia dei popoli primitivi, il loro pensiero e le loro usanze sono anche le numerose statuette di forma femminile, piccole sculture identificate come dee madri, che probabilmente venivano considerate una sorta di idoli della fecondità, capaci di propiziare la nascita di figli, o di favorire la fertilità del terreno e quindi l’abbondanza di cibo.

Queste sculture di donne nude, che spesso hanno seni, ventre e cosce molto accentuati, sono le prime rappresentazioni del corpo umano. Vengono chiamate “Veneri” paleolitiche, dal nome della dea latina della bellezza.

Le “Veneri” in osso o pietra sono molto comuni e sono state ritrovate in diversi siti del Vicino Oriente e dell’Europa.

I megaliti: l’origine dell’architettura

Al Neolitico risalgono i primi villaggi e le grandi strutture megalitiche (dolmen, menhir o cromlech), ovvero enormi pietre infilate nel terreno singolarmente o a formare vere e proprie geometrie, di cui non conosciamo con certezza la funzione. Sono lastre colossali di pietra squadrata e levigata, che arrivano a pesare fino a 50 tonnellate e che devono essere state trasportate sul luogo con sistemi ingegnosi.

I monumenti megalitici sono diffusi nel nord dell’Europa, fra Bretagna e Inghilterra, e a sud nella zona peninsulare. In Italia, in particolare, in Puglia, Sardegna e Sicilia.

Con parole tue

Quali sono le principali testimonianze che segnano la nascita dell’arte in età preistorica? E quale era la loro possibile funzione?

InsegnArti - volume B
InsegnArti - volume B
Storia dell’arte