La scultura romana

La SCULTURA romana

In 2 parole
RITRATTI e STATUE per ricordare gli ANTENATI e celebrare i POTENTI

In età repubblicana si afferma nella scultura il ritratto per ricordare gli antenati delle famiglie nobili e i cittadini illustri.

In età imperiale, la scultura diventa strumento di propaganda politica: la statuaria esalta la figura dell’imperatore e le sue imprese e il bassorilievo, che riveste edifici e monumenti, celebra la storia di Roma.

Il ritratto

I patrizi romani, in particolari occasioni religiose, potevano esporre le immagini dei propri antenati nell’atrio di casa. In un primo tempo erano calchi in cera del volto del defunto; poi divennero veri e propri busti, anche di marmo, che venivano custoditi in appositi armadietti.

Da questa antica tradizione deriva lo stile del ritratto romano di età repubblicana: così come le maschere in cera riproducevano fedelmente il defunto, anche nella scultura prevale la volontà di raffigurare in modo realistico il soggetto, come appare evidente nel Ritratto di uomo di Osimo.

In età imperiale il ritratto diventa uno strumento per diffondere l’immagine dell’imperatore e della sua famiglia, per cui nei ritratti ufficiali si abbandona la raffigurazione realistica del volto, per offrire un’immagine idealizzata secondo i canoni della scultura greca. Nel Ritratto ufficiale di Vespasiano l’imperatore, che aveva occhi all’ingiù e guance cadenti, non mostra più i suoi difetti.

La statua celebrativa

Nel ritratto equestre l’imperatore è raffigurato come un condottiero vittorioso a cavallo.

L’unico grande monumento di questo tipo giunto fino a noi, nonché l’ultimo capolavoro in bronzo di dimensioni colossali dell’epoca antica, è il Marco Aurelio a cavallo, in cui l’imperatore è colto mentre tranquillizza le truppe o il popolo con un gesto ampio e solenne. Il volto dell’imperatore e l’anatomia del cavallo sono resi con grande realismo e cura dei dettagli.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte