Nostalgia canaglia: il mito del passato

Educazione civica – Pagine di realtà

Nostalgia canaglia: il mito del passato

→ Dante Alighieri, p. 27

La tendenza a considerare “ieri” molto meglio di “oggi” costituisce un filo conduttore che dai Romani a Dante, fino ad arrivare ai nostri giorni accompagna il genere umano. A quanto pare, però, gli italiani sono specializzati nel rimpianto di ciò che non c’è più, anche quando la società che viene nostalgicamente esaltata era tutt’altro che un paradiso. Su tali temi ragiona quest’articolo di Samuele Maccolini (n. 1996), ponendo, soprattutto ai giovani, interessanti spunti di riflessione.

In un Paese come il nostro, martoriato da una crisi strutturale, viene istintivo volgere lo sguardo all’indietro verso un passato glorioso. La nostalgia, come appurato dal rapporto Censis-Conad, è un sentimento molto diffuso nel nostro Paese. È quel “si stava meglio quando si stava peggio”, che ritorna nei discorsi quotidiani per dare libero sfogo a un’immaginazione limitata dalle restrizioni del reale.


E in effetti di motivi per invidiare il passato ce ne sono tanti. Gli anni Sessanta, con il miracolo del boom economico, erano anni vitali in cui si costruiva il futuro di un nuovo Paese. […] Ora il nostro immaginario è monopolizzato dall’ansia per il presente. […] Nostalgia canaglia, dunque. È facile rifugiarsi nel passato, rifugio verso un tempo che non si ama. La tentazione di crogiolarsi nel ricordo è forte, ma non è la soluzione per dipanare la matassa di un presente intricato.


Il 69% degli italiani è convinto che nel complesso la qualità della vita fosse meglio prima. Solo in Grecia si registra una quota più alta, pari addirittura al 92%. In Germania e nel Regno Unito le quote nostalgiche sono molto minoritarie. Anche in Francia e Spagna i nostalgici sono in quota inferiore rispetto al nostro Paese. La nostalgia tende a mitizzare il passato piuttosto che a scommettere sul futuro. Tranne Francia e Grecia, l’Italia è il Paese Ue in cui è più bassa la quota di persone convinte che rispetto a 30 anni fa le opportunità per avanzare nella vita siano diventate più eguali tra i cittadini. Ne è convinto il 38% degli italiani, contro il 46% della media Ue, al 48% della Spagna, il 54% della Germania, 55% dell’Inghilterra e 63% della Svezia.


L’immaginario della nostalgia è il precipitato di uno stallo sociodemografico, quello dell’Italia, dove è presente una maggioranza di classi di età avanzata. Gli adulti nel nostro Paese sono molti di più dei giovani, è quindi naturale che si continui a reclinare la testa all’indietro. Inoltre le classi giovani, oltre a essere in minoranza, possiedono anche minore potere economico e sociale, da vent’anni in perenne calo. Succede dunque che alla parte del Paese più giovane, quella che dovrebbe rappresentare la vitalità, l’innovazione, l’energia della nazione, viene più facilmente attribuita quella classe di esperienze negative quali il precariato, la disoccupazione, l’insicurezza economica. Ciò comporta anche la mancata emancipazione della gioventù, che non riesce a staccare le radici dal terreno di casa. Così la dinamicità della società viene colpita da un immaginario di indolenza giovanile. E proprio i giovani erano stati negli anni passati la vera forza propulsiva di una società in crescita. […]. Ci troviamo a vivere quindi una nuova fase dove la digitalizzazione e le nuove tecnologie informatiche tradiscono le aspettative e vanno a costituire la cornice di una fragilità giovanile senza precedenti.


(Samuele Maccolini, Nostalgia canaglia: il mito sbagliato del passato, “Linkiesta”, 17 dicembre 2018)

LEGGI E COMPRENDI


1. A quali esperienze negative vanno incontro i giovani d’oggi che si affacciano sul mondo del lavoro?

2. Esiste un collegamento tra il diffondersi della nostalgia e l’invecchiamento demografico della società?

rifletti, scrivi, sostieni


3. Sulla base di dati oggettivi (il sentimento nostalgico verso il passato che è presente tra gli italiani), l’articolo presenta una tesi interessante ma discutibile, in quanto afferma che i giovani di oggi non riescono, come i loro predecessori, a diventare protagonisti della vita sociale ed economica della nazione. A causa di difficoltà e incertezze verso il futuro, i giovani guarderebbero il passato con rimpianto. Partendo dal tuo personale stato d’animo, argomenta in un testo il tuo punto di vista: cerca di usare un linguaggio appropriato servendoti di una sintassi incalzante che preferisca la figura retorica della paratassi per essere più efficace. Allo stesso tempo, per associarti o controbattere la tesi del giornalista, cerca di stabilire simmetrie, contrapposizioni, concessioni con i connettivi adeguati allo scopo (mentre; da una parte… dall’altra; se… allora; certo… eppure).

I Saperi Fondamentali di Letteratura italiana - volume 1
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