3. La Scuola di Chicago e l’interazionismo simbolico

SOCIOLOGIA Unità 3 PER LO STUDIO Spiega perché per Marcuse non sarà la classe operaia ad apportare un cambiamento rivoluzionario nella società ma i gruppi sociali non integrati. A differenza di Marx, Marcuse giunge alla conclusione che la classe operaia non è più in grado di portare avanti un cambiamento rivoluzionario della società: questo può accadere grazie ai gruppi sociali non integrati (emarginati, perseguitati, disoccupati e così via) perché al di fuori della catena di produzione e consumo. 3. LA SCUOLA DI CHICAGO E L INTERAZIONISMO SIMBOLICO La Scuola di Chicago e gli studi sulla città A partire dagli anni Venti del secolo scorso, a Chicago (Stati Uniti), nasce la cosiddetta Scuola di Chicago, costituita da un folto gruppo di studiosi che prima della Seconda guerra mondiale si era specializzato nello studio dei problemi sociali relativi ai nuovi contesti urbani, sviluppatisi alla fine dell Ottocento, in seguito alla nascita delle industrie. I ricercatori di questa scuola ritengono che la città possa influenzare il comportamento degli individui e delle comunità, quindi diventa fondamentale studiarne la forma e le caratteristiche in rapporto alle dinamiche relazionali fra gli individui che vi abitano. Appartengono alla scuola di Chicago Robert Ezra Park (1864-1944) e Ernest Watson Burgess (1886-1966). Entrambi PER LO STUDIO Rispondi oralmente alle domande Da chi era formata la Scuola di Chicago? In che modo gli esponenti di questa scuola studiano la città? Spiega oralmente in che cosa consiste il modello di analisi delle zone concentriche della città. 54 studiano le trasformazioni della città di Chicago nella prima metà del Novecento. Essa è suddivisa in zone in cui abitano gruppi di persone differenti che svolgono attività diverse. Questo approccio di studio viene chiamato modello di analisi delle zone concentriche della città. In pratica, nelle grandi città americane, esiste una zona centrale caratterizzata dalla presenza del centro degli affari, circondata da una zona di transizione, dove si trovano generalmente costruzioni industriali ed edifici in disuso, poi da una zona residenziale, dove si trovano le abitazioni della classe media, e infine, ai limiti della città, da zone suburbane dove vivono i pendolari.