La Divina Commedia

86 Canto VI «O tu che sei condotto in questa parte dell Inferno , mi disse, «riconoscimi, se puoi; tu nascesti prima che io morissi . 43-48 Io gli risposi: «La sofferenza che tu sopporti forse ti cancella dalla mia memoria, tanto che mi sembra di non averti mai visto. Ma dimmi chi sei, tu che sei finito in un luogo così pieno di dolore a scontare una pena tale che, se ve ne sono di maggiori, nessuna è così sgradevole? . 49-57 Ed egli, rivolgendosi a me, cominciò: «La tua città, che è così piena d invidia che già ne trabocca come un sacco ricolmo, mi ospitò nella dolce serenità della vita. Voi cittadini mi chiamaste Ciacco a causa del peccato della gola che conduce alla rovina e, come vedi, sono prostrato dalla pioggia. Ed io, anima dannata, non sono la sola, perché tutte queste che vedi scontano una medesima pena a causa di una analoga colpa . E tacque. 58-66 Io gli risposi: «Ciacco, la tua sofferenza mi addolora tanto che mi fa piangere, ma dimmi, se lo sai, a quale esito giungeranno i cittadini della città divisa, se c è ancora qualche uomo che ami la giustizia, e dimmi per quale motivo Firenze è colpita da così grave discordia . Ed egli a me: «Dopo un lungo contrasto giungeranno a spargere il sangue, e la parte venuta dal contado (guelfi bianchi) caccerà l altra con grave danno. 67-69 Successivamente accadrà che questa (la parte bianca), nel giro di tre anni, perderà la supremazia, e che l altra (la parte nera) prenderà il sopravvento con l aiuto di un personaggio (il papa Bonifacio VIII) che per il momento si barcamena (tra le due fazioni). 42. disfatto, fatto: gioco di parole per indi- care «fosti fatto = nascesti. L espressione è usata da Dante in forme diverse, in altri luoghi della Commedia (Siena mi fé, disfecemi Maremma, Purgatorio V, 134). 48. maggio: apocope da «maggiore , dal lat. maior. nulla: dal lat. nullus, nessuno. 50. invidia: l invidia, quindi, è anche desiderio bramoso delle cose altrui che genera odi e guerre civili. 51. vita serena: la vita terrena è considerata dalle anime dei dannati con rimpianto in contrapposizione ai tormenti dell Inferno ( Inferno V, 122). 52. Voi cittadini Ciacco: in questo canto Dante-personaggio fornisce di sé alcune informazioni ( Inferno I), infatti dall incontro con Ciacco sappiamo che è fiorentino (La tua città... Voi cittadini). Dante non riconosce il suo concittadino, trasfigurato dalla condizione di dannato sottoposto a una pena che ne sottolinea lo stato di abiezione. Ciacco non è un perso- «O tu che se per questo nferno tratto , mi disse, «riconoscimi, se sai: 42 tu fosti, prima ch io disfatto, fatto . E io a lui: «L angoscia che tu hai forse ti tira fuor de la mia mente, 45 sì che non par ch i ti vedessi mai. Ma dimmi chi tu se che n sì dolente loco se messo, e hai sì fatta pena, 48 che, s altra è maggio, nulla è sì spiacente . Ed elli a me: «La tua città, ch è piena d invidia sì che già trabocca il sacco, 51 seco mi tenne in la vita serena. Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: per la dannosa colpa de la gola, 54 come tu vedi, a la pioggia mi fiacco. E io anima trista non son sola, ché tutte queste a simil pena stanno 57 per simil colpa . E più non fé parola. Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno mi pesa sì, ch a lagrimar mi nvita; 60 ma dimmi, se tu sai, a che verranno li cittadin de la città partita; s alcun v è giusto; e dimmi la cagione 63 per che l ha tanta discordia assalita . E quelli a me: «Dopo lunga tencione verranno al sangue, e la parte selvaggia 66 caccerà l altra con molta offensione. Poi appresso convien che questa caggia infra tre soli, e che l altra sormonti 69 con la forza di tal che testé piaggia. naggio storicamente identificabile ( Personaggi). 53. dannosa gola: la colpa della gola è dannosa perché reca danno al corpo e perdizione all anima. 58-59. Ciacco ... mi nvita: la partecipazione di Dante alla sorte dei dannati rientra nelle formule della captatio benevolentiae, serve cioè per ottenere la loro benevolenza ( Inferno V, 116-117: Francesca, i tuoi martìri / a lacrimar mi fanno tristo e pio). 60. se tu sai: i dannati hanno una immagine confusa del presente, ma conoscono il futuro. Questo concetto verrà chiarito a Dante da Farinata nel canto X dell Inferno (vv. 100108). 61. partita: divisa, dal lat. partiri = dividere. 64-66. Dopo lunga tencione molta offensione: l episodio che scatena la violenza a Firenze, già dilaniata da gravi contrasti (lunga tencione) tra le fazioni, avviene in una zuffa tra giovani, il 1 maggio del 1300, durante la festa di Calendimaggio in cui si celebrava l ar- rivo della primavera. La parte selvaggia indica i Bianchi che, venuti a Firenze dal contado, si erano arricchiti con la mercatura (facevano capo alla famiglia dei Cerchi); l altra fazione è quella dei Neri, che costituivano l antica aristocrazia fiorentina (facevano capo alla famiglia Donati). 67-69. questa caggia piaggia: il potere dei Bianchi in Firenze si eserciterà per tre anni (1300, 1301, 1302), poi essi perderanno la loro supremazia nella città grazie alla potenza di un personaggio di cui Dante non rivela il nome. Si tratta del suo grande nemico Bonifacio VIII che, volendo estendere l egemonia pontificia sulla Toscana, dopo aver finto indecisione (piaggia), uscirà dall ombra e appoggerà apertamente i Neri, favorevoli a lui e alla sua politica. Infatti fece intervenire, ufficialmente come paciere, Carlo di Valois, fratello del re di Francia, Filippo il Bello, a cui si appoggerà nella sua lotta contro l Impero, causando l asservimento della Chiesa alla monarchia francese.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato