La Divina Commedia

Al tornar de la mente, che si chiuse dinanzi a la pietà d i due cognati, 3 che di trestizia tutto mi confuse, novi tormenti e novi tormentati mi veggio intorno, come ch io mi mova 6 e ch io mi volga, e come che io guati. Io sono al terzo cerchio, de la piova etterna, maladetta, fredda e greve; 9 regola e qualità mai non l è nova. Grandine grossa, acqua tinta e neve per l aere tenebroso si riversa; 12 pute la terra che questo riceve. Cerbero, fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra 15 sovra la gente che quivi è sommersa. Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, e l ventre largo, e unghiate le mani; 18 graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra. Urlar li fa la pioggia come cani; de l un de lati fanno a l altro schermo; 21 volgonsi spesso i miseri profani. Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, le bocche aperse e mostrocci le sanne; 24 non avea membro che tenesse fermo. E l duca mio distese le sue spanne, prese la terra, e con piene le pugna 27 la gittò dentro a le bramose canne. Qual è quel cane ch abbaiando agogna, e si racqueta poi che l pasto morde, 30 ché solo a divorarlo intende e pugna, cotai si fecer quelle facce lorde de lo demonio Cerbero, che ntrona 33 l anime sì, ch esser vorrebber sorde. Noi passavam su per l ombre che adona la greve pioggia, e ponavam le piante 36 sopra lor vanità che par persona. Elle giacean per terra tutte quante, fuor d una ch a seder si levò, ratto 39 ch ella ci vide passarsi davante. 2. pietà: il termine si ricollega all episodio del canto precedente e indica il «forte turbamento determinato dalla partecipazione di Dante al dramma di Paolo e Francesca. 8. etterna greve: gli aggettivi che qualificano la pioggia riprendono un fenomeno naturale ma, nel contempo, alludono alla sorte maledetta dei dannati e alla punizione di Dio che non avrà mai fine; essa è posta lì solo per nuocere, non arreca alcun vantaggio (come invece avviene sulla Terra), è tormentosa quando colpisce. 12. pute: il verbo è collocato in posizione forte all inizio di verso e indica la fastidiosa (vv. 1-33) I golosi e Cerbero 1-6 Dopo aver recuperato i sensi che avevo perso di fronte alla pietà provata per i due cognati (Paolo e Francesca), la quale mi aveva sconvolto l animo per la tristezza, mi vedo intorno nuovi tormenti e nuovi dannati, dovunque io mi diriga e dovunque osservi. 7-12 Mi trovo nel terzo cerchio, quello battuto da una pioggia che cade eternamente, maledetta, fredda e insopportabile; il suo ritmo e la sua qualità non cambiano mai. Grandine grossa, acqua nera (atra), e neve si rovesciano continuamente nell atmosfera buia; puzza (pute) la terra che riceve tutto questo miscuglio. 13-21 Cerbero, mostro crudele e orribile, dalle sue tre gole emette latrati come un cane, sopra le anime che lì sono sommerse. Ha gli occhi rossi, la barba unta e nera, il ventre largo e artigli alle mani; graffia, scuoia e squarta i dannati. La pioggia li fa urlare come cani; quegli infelici peccatori, cercando di proteggere un fianco con l altro, si rivoltano spesso. 22-33 Quando Cerbero, il mostro schifoso (gran vermo), ci vide, aprì le bocche e ci mostrò le zanne: tremava in ogni parte del suo corpo. Allora la mia guida allungò le sue mani (spanne), prese un po di terra e con i due pugni pieni la gettò dentro quelle gole avide. E come quel cane che, abbaiando, si agita per avere il pasto e si acquieta solo dopo averlo addentato, perché è tutto preso e si sforza solo di divorarlo, così si acquietarono quelle luride facce del demone Cerbero, il quale rintrona a tal punto le anime dei dannati che quelle vorrebbero essere sorde. (vv. 34-75) La profezia dell esilio 34-36 Noi passavamo sopra le ombre che la pioggia pesante abbatte (adona) e poggiavamo i piedi sulle loro forme inconsistenti che hanno però l apparenza di corpi veri. 37-39 Esse (le ombre dei golosi) giacevano tutte quante per terra, tranne una che si alzò a sedere appena ci vide passarle davanti. sensazione olfattiva che improvvisamente colpisce Dante. 13-24. Cerbero fermo: Cerbero è una figura mitologica ( Personaggi). Dante ne accentua le caratteristiche di bestialità alternata a elementi umani (occhi, barba, mani, ventre), che rinviano al peccato di gola. La scena infernale è rumorosa e movimentata: Cerbero agita tutto il corpo, i dannati (v.21 i miseri profani Parole in chiaro) si girano e si rigirano nel pantano, quello latra, questi urlano; è ingordo, avido, feroce, mostra le zanne (v. 23 mostrocci Parole in chiaro) come i cani che hanno intenzione di attaccare, è un essere abietto e schifoso (vermo, v. 22, è tratto dal linguaggio biblico e attribuito anche a Lucifero in Inferno XXXIV, 108). 25-27. E l duca ... canne: alla frenetica agitazione di Cerbero si contrappone la calma di Virgilio, simbolo della ragione umana che controlla l animalità degli istinti e mette a tacere la gola famelica con un pugno di terra. 34. ombre: tutte le anime sono incorporee, ma mantengono la fisionomia umana e la sensibilità ai tormenti. Questo argomento degli spiriti incorporei anticipa la parte conclusiva sulla condizione definitiva dei corpi e delle anime dopo il Giudizio Universale. 85 Inferno Ciacco

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato