La Divina Commedia

658 Canto XIV titudine del Paradiso, altrettanto il nostro santo amore irradierà intorno a sé quest abito (vesta) di luce splendente. La sua luminosità è conseguenza (seguita) del nostro ardore di carità; l ardore consegue all intensità della visione di Dio, e questa è commisurata alla Grazia divina riversata in aggiunta al merito (valore) personale. 43-66 Quando rivestiremo il corpo umano santo e glorioso, la nostra persona sarà più gradita (a Dio) perché sarà integra (tutta quanta); perciò sarà maggiore il dono di Grazia divina che ci viene elargito da Dio, dono che ci permette di contemplarLo; per questo motivo la visione crescerà necessariamente, crescerà l ardore di carità che si alimenta dalla visione, crescerà l intensità luminosa (lo raggio) che deriva dall ardore. Ma così come il carbone che produce (rende) la fiamma la supera per viva incandescenza, al punto che la propria visibilità (parvenza) si preserva, allo stesso modo il fulgore che ci circonda sarà superato in splendore dalla carne che oggi è ricoperta dalla terra; né tale luminosità potrà affaticarci (gli occhi): perché gli organi del corpo saranno sufficientemente potenti per ricevere tutto ciò che potrà darci letizia . Tanto i due cori mi parvero pronti e solleciti (sùbiti e accorti) a rispondere «Amen , che rivelarono con evidenza il desiderio di essere rivestiti del loro corpo morto: forse non tanto per se stessi, ma per (poter rivedere con le loro antiche sembianze) le madri, i padri e le altre persone che avevano amato prima che divenissero eterne luci fiammeggianti (di beati). (vv. 67-81) La terza corona di beati 67-81 Ed ecco, tutto intorno, sorgere un chiarore che si aggiunse a quello delle corone di beati, con pari luminosità, come accade quando l orizzonte si rischiara prima del sorgere del sole. E così come sul far della sera appaiono in cielo i primi bagliori di stelle (nove parvenze) che sembrano apparire e sparire (per la loro tremolante luminosità), allo stesso modo mi parve di intravedere là (in Paradiso) nuove anime (novelle sussistenze) disporsi in cerchio all esterno delle altre due corone. Oh, autentico sfavillare dello Spirito Santo (che si manifesta attraverso il chiarore delle anime)! quello sfavillio si avvicinò (si fece) improvviso (sùbito) e abbagliante ai miei occhi che, sopraffatti, non lo tollerarono! Ma Beatrice (a cui lo sguardo si volse, non sopportando la nuova luminosità) mi apparve così bella e lieta che deve essere lasciata tra quelle visioni (così incomparabili) che la memoria non ha potuto trattenere. (vv. 82-139) Ascesa al Cielo di Marte 82-108 Dalla visione di Beatrice (quindi) i miei occhi trassero la forza necessaria a risollevarsi; e mi vidi già traslato solo con la mia donna a un livello superiore di beatitudine (in più alta salute). Potei ben comprendere di essere stato innalzato (non avendo percepito il movimento) per lo splendore di luce irradiata (riso) dell astro, che mi appariva più infuocato del solito. Con tutto il cuore e con quel linguaggio (dello Spirito Santo) che è identico in tutti, mi offrii interamente (feci olocausto) a Dio, come si conveniva a quella nuova grazia ricevuta. E nel mio petto non si era ancora consumato (essausto) l ardore del sacrificio interno, che io compresi che l offerta votiva (litare) era stata accolta sotto i migliori auspici; perché all interno di due fasci risponder: «Quanto fia lunga la festa di paradiso, tanto il nostro amore 39 si raggerà dintorno cotal vesta. La sua chiarezza séguita l ardore; l ardor la vis one, e quella è tanta, 42 quant ha di grazia sovra suo valore. Come la carne glor osa e santa fia rivestita, la nostra persona 45 più grata fia per esser tutta quanta; per che s accrescerà ciò che ne dona di grat ito lume il sommo bene, 48 lume ch a lui veder ne condiziona; onde la vis on crescer convene, crescer l ardor che di quella s accende, 51 crescer lo raggio che da esso vene. Ma sì come carbon che fiamma rende, e per vivo candor quella soverchia, 54 sì che la sua parvenza si difende; così questo folg r che già ne cerchia fia vinto in apparenza da la carne 57 che tutto dì la terra ricoperchia; né potrà tanta luce affaticarne: ché li organi del corpo saran forti 60 a tutto ciò che potrà dilettarne . Tanto mi parver sùbiti e accorti e l uno e l altro coro a dicer «Amme! , 63 che ben mostrar disio d i corpi morti: forse non pur per lor, ma per le mamme, per li padri e per li altri che fuor cari 66 anzi che fosser sempiterne fiamme. Ed ecco intorno, di chiarezza pari, nascere un lustro sopra quel che v era, 69 per guisa d orizzonte che rischiari. E sì come al salir di prima sera comincian per lo ciel nove parvenze, 72 sì che la vista pare e non par vera, parvemi lì novelle sussistenze cominciare a vedere, e fare un giro 75 di fuor da l altre due circunferenze. Oh vero sfavillar del Santo Spiro! come si fece sùbito e candente 78 a li occhi miei che, vinti, nol soffriro! Ma B atrice sì bella e ridente mi si mostrò, che tra quelle vedute 81 si vuol lasciar che non seguir la mente. Quindi ripreser li occhi miei virtute a rilevarsi; e vidimi translato 84 sol con mia donna in più alta salute. Ben m accors io ch io era più levato, per l affocato riso de la stella, 87 che mi parea più roggio che l usato.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato