Personaggi principali: Apollo, Marsia, Glauco

566 Canto I Personaggi principali Apollo Nella mitologia greco-latina Apollo, figlio di Zeus e di Latona, è venerato come dio della musica e della poesia sul monte Parnaso, dove è la guida delle Muse. anche associato al culto della luce e del sole, che accoglie in sé tutta la conoscenza: quella del passato, del presente e del futuro, insieme alle leggi morali che egli rivela agli uomini. Il dio, eternamente giovane, giusto e saggio, era simbolo di un elevato valore morale. Innamorato della ninfa Dafne, costei lo rifiuta e aiutata da Zeus è trasformata in alloro: Apollo consacra l alloro come pianta sempreverde, per incoronare la gloria dei poeti, dei condottieri, degli atleti. Il suo amore eterno per Dafne diviene così simbolo dell eternità della gloria, dell arte, della poesia. Il suo santuario a Delfi era il più importante della Grecia e con i suoi responsi rappresentava un autorità suprema in ambito religioso e politico. Tra le massime che si leggevano sulle pareti del tempio, le più note («Conosci te stesso ; «Nulla di troppo ) ammonivano l uomo a guardarsi dall arroganza e dagli eccessi. La sacerdotessa di quel santuario, la Pizia, trasmetteva la parola del dio. Presso i Romani la sacerdotessa che interpretava i responsi di Apollo era la Sibilla e il suo oracolo era a Cuma, in Campania come si legge nell Eneide di Virgilio. Nel canto, Dante invoca Apollo come «figura del Dio cristiano e come forza soprannaturale della virtù divina. Giambattista Tiepolo, Apollo e Marsia, 1720-1722, olio su tela, Venezia, Galleria dell Accademia. Palma il Giovane, Contesa musicale tra Apollo e Marsia e giudizio di Mida, 1610-25 ca., Herzog Anton Ulrich-Museum Marsia I satiri, divinità dei boschi, delle acque e dei monti, erano personaggi legati ai miti di rinascita e di fecondazione e rappresentati con coda di cavallo, piedi e orecchie di capro. Il satiro Marsia, figlio di Olimpo e famoso suonatore di flauto, osò sfidare Apollo a una gara musicale: vinto dal dio, fu legato a un albero, scorticato e ricucito dentro la sua stessa pelle. citato nel canto come esempio di presunzione umana. Glauco Il poeta latino Ovidio (I sec. a.C.) racconta nelle Metamorfosi la trasformazione di Glauco, un pescatore della Beozia: avendo osservato che i pesci da lui pescati rivivevano al contatto con una particolare erba marina, volle a sua volta gustarla e venne trasformato in un dio marino (Ovidio, Metamorfosi XIII, 898-968). La mitica trasformazione è un esempio fornito da Dante per far intuire al lettore il suo trasumanar, l «oltrepassare i confini dell umano . Parole in chiaro Profondarsi (v. 8) Derivato di profondo assume il significato di addentrarsi, penetrare profondamente, indagare a fondo. Dante si avvale di neologismi da lui creati per provare a raccontare la sua esperienza che, nel Paradiso in particolare, travalica i limiti della lingua umana. Trasumanar (v. 70) Verbo coniato da Dante e presen- te solo in quest unico passaggio della Commedia con il significato propriamente di «trascendere, oltrepassare i limiti dell umano, dell umana natura (dal latino tra(n)s, «oltre ).

La Divina Commedia
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