La Divina Commedia

564 Canto I 106-108 In ciò le creature dotate di intelletto riconoscono l impronta di Dio, che è il fine verso il quale tende l ordine cosmico cui si è fatto cenno. 109-114 Nell ordinamento di cui parlo ricevono l inclinazione tutti gli esseri secondo le varie condizioni loro assegnate: quindi più o meno vicine a Dio, loro principio. Di conseguenza si muovono verso mete diverse nella grande immensità dell universo, e ciascuno guidato da una inclinazione naturale. 115-120 Questo istinto porta il fuoco in alto verso la sua sfera (la luna); questo è il principio del movimento negli animali, questo tiene unita e compatta la Terra; quest istinto non guida solo le creature che sono prive d intelligenza, ma anche quelle dotate d intelligenza e volontà (gli angeli e gli uomini). 121-126 La Provvidenza, che ordina questi criteri, appaga sempre con la sua luce il cielo (l Empireo), dentro cui ruota il cielo più veloce (Primo Mobile); e ora là ci porta, come al luogo destinato, la forza di quella corda (l istinto) che indirizza a buon fine ogni freccia che scocca. 127-138 Tuttavia, come molte volte la forma (di un opera) non corrisponde all intenzione dell artista, perché la materia è restia (a riceverla), così talvolta la creatura, che ha la possibilità di deviare verso altre direzioni (il male), si allontana dalla via assegnata, pur essendo bene indirizzata; e come si può vedere il fuoco del fulmine cadere giù dalle nubi, così l istinto naturale può rivolgere l uomo in basso, quando è sviato dai piaceri terreni. Dunque non devi più meravigliarti, se ben ragiono, del fatto che tu salga, come non ti meraviglieresti di un fiume che scenda dal monte verso il basso. 139-142 Ti dovresti meravigliare se, libero dal peccato, fossi rimasto fermo sulla Terra, come stupirebbe una fiamma accesa che rimanesse immobile a terra . Dopo di che Beatrice rivolse lo sguardo verso il cielo. 106-108. Qui ... norma: l alte creature sono gli esseri dotati di ragione, ovvero gli angeli e gli uomini, che riconoscono nell ordine universale un segno di Dio. 109-114. Ne l ordine ... porti: Beatrice afferma che l universo e gli esseri creati hanno un ordine preciso stabilito da Dio e il fine di tale ordine è Dio stesso, suprema armonia, cui tutte le cose tendono a ritornare. Il porto è la metafora della meta da raggiungere, cui ogni essere tende istintivamente, e si collega con l immagine del gran mar delle cose esistenti nell universo (v. 113). 115-120. Questi ... amore: questo ordine muove e regola le funzioni vitali degli esseri irrazionali ma anche delle creature che hanno intelletto e amore (angeli e uomini); amore è Qui veggion l alte creature l orma de l etterno valore, il qual è fine 108 al quale è fatta la toccata norma. Ne l ordine ch io dico sono accline tutte nature, per diverse sorti, 111 più al principio loro e men vicine; onde si muovono a diversi porti per lo gran mar de l essere, e ciascuna 114 con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il foco inver la luna; questi ne cor mortali è permotore; 117 questi la terra in sé stringe e aduna; né pur le creature che son fore d intelligenza quest arco saetta, 120 ma quelle c hanno intelletto e amore. La provedenza, che cotanto assetta, del suo lume fa l ciel sempre qu eto 123 nel qual si volge quel c ha maggior fretta; e ora lì, come a sito decreto, cen porta la virtù di quella corda 126 che ciò che scocca drizza in segno lieto. Vero è che, come forma non s accorda molte f ate a l intenzion de l arte, 129 perch a risponder la materia è sorda, così da questo corso si diparte talor la creatura, c ha podere 132 di piegar, così pinta, in altra parte; e sì come veder si può cadere foco di nube, sì l impeto primo 135 l atterra torto da falso piacere. Non dei più ammirar, se bene stimo, lo tuo salir, se non come d un rivo 138 se d alto monte scende giuso ad imo. Maraviglia sarebbe in te se, privo d impedimento, giù ti fossi assiso, com a terra qu ete in foco vivo . 142 Quinci rivolse inver lo cielo il viso. qui inteso come volontà, come scelta consapevole degli esseri dotati di ragione. 125-126. cen porta ... lieto: la metafora dell arco indica la precisione dell intervento di Dio nell ordinare il creato. L Empireo è il fine a cui tende l uomo naturalmente e il salire di Dante è dunque obbedienza a una legge di ordine universale: Dio appaga con la sua luce ogni desiderio (l Empireo è immobile e al suo interno ruota il Primo Mobile). 127-129. Vero ... sorda: è qui espressa la similitudine della materia che, se non è disposta a ricevere la forma voluta dall artista, non corrisponde alla sua intenzione, così come l uomo che non arde di carità non corrisponde alla volontà divina. 131-135. podere ... piacere: è qui espresso il concetto del libero arbitrio: l uomo, pur indirizzato al bene, può rivolgersi al male, come il fuoco che cade sulla terra sotto forma di fulmine, quando invece tenderebbe per natura a salire verso l alto. 136-141. Non dei più ... foco vivo: ancora due similitudini tratte dal mondo naturale per confermare la naturalezza della salita di Dante purificato dalle tendenze peccaminose: il fiume che dal monte scende a valle e la fiamma che non ha quiete in sé. L immagine del fuoco è ricorrente come metafora della carità divina e dell ardore della fede. 142. Quinci...viso: Beatrice ha concluso la spiegazione filosofica per rispondere al secondo dubbio di Dante e volge lo sguardo verso l alto.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato