La Divina Commedia

546 Canto XXXI 42-45 Tuttavia, perché ora (mo) tu ti vergogni del tuo errore, e perché la prossima volta tu sia più forte, udendo il canto delle sirene (cioè, di fronte ai facili e illusori piaceri mondani), deponi le cause del tuo pianto (il seme del piangere) e ascolta: così udrai come la mia morte doveva spingerti nella direzione contraria (a quella che hai preso) . (vv. 49-90) Nuovi rimproveri di Beatrice. Dante si pente 49-63 «La natura o l arte non ti presentarono mai tanta bellezza (piacer) che fosse pari al bel corpo in cui io fui rinchiusa, e che ora si dissolve (sparte) sottoterra; e se quella meravigliosa bellezza ti venne meno così (sì ti fallio) per la mia morte, quale altra cosa mortale poteva attirarti con il suo fascino? Avresti ben dovuto, dalla prima freccia (strale) delle cose terrene (fallaci), innalzarti verso le cose celesti (levar suso), seguendo me che non ero più tale. Non doveva appesantirti le ali (gravar le penne in giuso, cioè riportarti verso l interesse per i piaceri mondani), come ad aspettare più grave ferita, una donna o un altra nuova esperienza di così breve durata (sì breve uso). L uccellino nato da poco (nuovo) aspetta due o tre colpi (prima di imparare a fuggire), ma agli occhi degli uccelli adulti invano (indarno) si tendono le reti (reti si spiega) o si scocca una freccia (saetta) . 64-75 Come i fanciulli, vergognandosi, rimangono muti e con gli occhi a terra, ascoltando e riconoscendo le proprie colpe e pentendosi nuovamente, così stavo io; ed ella disse: «Giacché (quando) ascoltare ti ha procurato dolore, alza il viso (barba) e soffrirai ancora di più guardando . Una quercia (cerro) robusta si sradica (dibarba) con meno resistenza alla tramontana (nostral vento) oppure al vento (che soffia) dalla terra di Iarba (l austro), di quanto io levai il mento al suo ordine; e quando mi chiese di sollevare il viso nominando la barba (per la barba il viso chiese), ben compresi l amaro (rimprovero) di quel discorso. 76-90 E non appena il mio viso si tese verso l alto, il mio occhio vide gli angeli (prime creature) sospendere (posarsi) il loro spargimento (loro aspersion, di fiori); e i miei occhi, ancora esitanti, videro Beatrice rivolta verso (volta in su) il grifone (la fiera) che è due nature in una sola persona (rappresenta Cristo. (Sebbene) sotto il suo velo e oltre il fiume (dunque, pur essendo Beatrice ancora lontana) mi parve superare (vincer, in bellezza) lei stessa (come era) un tempo (sé stessa antica), più ancora di quanto (lei) superasse le altre sulla Terra (qui) quando era viva (c era). L ortica del pentimento mi punse così tanto che odiai ancora di più (più mi si fé nemica) tutte le cose terrene (altre cose) che mi avevano affascinato inducendomi ad amarle (qual mi torse più nel suo amor). Tanto pentimento mi afflisse (morse) il cuore che io caddi svenuto; e quale divenni allora, lo sa (salsi) colei che ne fu la causa (cagion mi porse). (vv. 91-145) Immersione nel Lete. Beatrice si svela 91-102 Poi, quando il cuore rese alle membra (di fuor) la virtù vitale e sensitiva (secondo la scienza del tempo, gli svenimenti provocavano un riflusso di tutto il sangue e con esso delle facoltà vitali al cuore, il quale poi lo ridistribuiva alle membra, Tuttavia, perché mo vergogna porte del tuo errore, e perché altra volta, 45 udendo le serene, sie più forte, pon giù il seme del piangere e ascolta: sì udirai come in contraria parte 48 mover dovieti mia carne sepolta. Mai non t appresentò natura o arte piacer, quanto le belle membra in ch io 51 rinchiusa fui, e che so n terra sparte; e se l sommo piacer sì ti fallio per la mia morte, qual cosa mortale 54 dovea poi trarre te nel suo disio? Ben ti dovevi, per lo primo strale de le cose fallaci, levar suso 57 di retro a me che non era più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso, ad aspettar più colpo, o pargoletta 60 o altra novità con sì breve uso. Novo augelletto due o tre aspetta; ma dinanzi da li occhi d i pennuti 63 rete si spiega indarno o si saetta . Quali fanciulli, vergognando, muti con li occhi a terra stannosi, ascoltando 66 e sé riconoscendo e ripentuti, tal mi stav io; ed ella disse: «Quando per udir se dolente, alza la barba, 69 e prenderai più doglia riguardando . Con men di resistenza si dibarba robusto cerro, o vero al nostral vento 72 o vero a quel de la terra di Iarba, ch io non levai al suo comando il mento; e quando per la barba il viso chiese, 75 ben conobbi il velen de l argomento. E come la mia faccia si distese, posarsi quelle prime creature 78 da loro aspers on l occhio comprese; e le mie luci, ancor poco sicure, vider Beatrice volta in su la fiera 81 ch è sola una persona in due nature. Sotto l suo velo e oltre la rivera vincer pariemi più sé stessa antica, 84 vincer che l altre qui, quand ella c era. Di penter sì mi punse ivi l ortica, che di tutte altre cose qual mi torse 87 più nel suo amor, più mi si fé nemica. Tanta riconoscenza il cor mi morse, ch io caddi vinto; e quale allora femmi, 90 salsi colei che la cagion mi porse. Poi, quando il cor virtù di fuor rendemmi, la donna ch io avea trovata sola 93 sopra me vidi, e dicea: «Tiemmi, tiemmi! . Tratto m avea nel fiume infin la gola,

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato