Analisi e interpretazione

Analisi e interpretazione La protasi e l invocazione alle divinità ispiratrici Secondo lo schema classico, il proemio dell Inferno è suddiviso in protasi e invocazione. Nella protasi (vv. 3-6) Dante enuncia il contenuto della Cantica, ovvero il viaggio oltremondano e l angoscia che proverà a contemplare le sofferenze dei dannati; nell invocazione (vv. 7-9), triplice, il poeta chiede aiuto alle Muse, al proprio genio espressivo, alla memoria che dovrà riferire quello che gli occhi hanno visto. Dante afferma in tal modo la realtà della sua visione (che non è un viaggio della fantasia). La tematica: i dubbi e la missione di Dante Dio gli ha concesso uno straordinario privilegio, quello di compiere un viaggio nell Aldilà come avevano fatto, prima di lui, solo Enea e san Paolo. L eccezionalità di questa missione cui è stato chiamato dalla volontà divina fa sorgere nel poeta dei timori sulla propria capacità di portarla a termine degnamente, anzi si domanda se non sia «follia spingersi tanto avanti (v. 35). Dante sa di non avere i meriti che avevano Enea, destinato a fondare Roma, futura sede del pontefice, o san Paolo, eletto a diffondere la parola di Cristo. Come mai Dio ha scelto proprio lui? Virgilio gli risponde che tre donne beate hanno a cuore la sua salvezza: la Vergine Maria, santa Lucia e Beatrice. Esse rappresentano i tre momenti della Grazia, rispettivamente la Grazia preveniente, la Grazia illuminante e la Grazia cooperante. Dante si rianima alle parole di Virgilio, riprende coraggio. Un uomo nato prima di Cristo può comunque diventare strumento divino: allegoricamente ciò signi- Per approfondire Dante auctor - Dante viator fica che la ragione umana, se subordinata alla Grazia di Dio, diventa la via per la salvezza. Il pellegrino comincia a comprendere che anch egli è inserito in un superiore disegno e che la sua missione riguarda tutta l umanità. La caratterizzazione di Beatrice Beatrice, la donna amata da Dante, è caratterizzata secondo i modi della tradizione stilnovista: i suoi caratteri sono eterei, impalpabile e soprannaturale è la sua bellezza, gli occhi luminosi, la voce soave. Irradia una beatitudine e una luminosità alle quali nemmeno Virgilio può resistere, e infatti si affretta a ubbidire alla sua volontà. «La sua apparizione a Virgilio , rileva il linguista Antonino Pagliaro, «è l epifania di una bellezza femminile irradiata di beatitudine, la quale si polarizza negli occhi splendenti più che stelle. Con tale bellezza beata si accorda il suo discorso: ella parla soavemente e pacatamente ; la sua voce è angelica (...). la donna in Beatrice sopravvive come dato «istoriale con la sua bellezza, la perfezione delle sue virtù, la sua delicata pietà, il suo amore diritto e sincero che ricambia l amore supplichevole e sincero di Dante . Virgilio riconosce il valore teologico di Beatrice, ma l elogio che le rivolge «è lode, al tempo stesso, alla donna dell ideale stilnovista e alla teologia . Lo stile del canto Anche per quanto riguarda lo stile il quadro della descrizione di Beatrice è stilnovistico, sia per le scelte lessicali (beata e bella, lucevan, occhi, stella), sia per la costruzione sintattica della consecutiva (tal che di comandare io la richiesi) sia per l uso del genitivo di qualità con valore attributivo (donna di virtù). John Flaxman, Beatrice incontra Virgilio nel Limbo, 1807, Londra, Tate Gallery 47 Inferno Le tre donne benedette

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato