Personaggi principali: Stazio

462 Canto XXI Personaggi principali Stazio Publio Papinio Stazio nacque a Napoli (45-96 d.C.) e, ancor giovane, fu condotto a Roma dal padre, poeta e retore, che lo guidò negli studi e lo fece accogliere alla corte di Domiziano. Compose la Tebaide e le Silvae e fu presto apprezzato nella società elegante del tempo. Negli ultimi anni di vita tornò a Napoli, dove iniziò l Achilleide, interrotta dalla morte a metà del II libro (caddi in via con la seconda soma, v. 93) . Il poema epico Tebaide, in dodici libri, narra la lotta fra i due fratelli, Eteocle e Polinice, per la successione al trono di Edìpo, a Tebe. L altro poema Achilleide (1127 esametri) narra: la giovinezza di Achille; l educazione ricevuta dal centauro Chirone; la sua permanenza presso la corte del re Licomede, dove la madre, Teti, lo aveva nascosto in abiti femminili tra le figlie del re, per evitare che, partendo per la guerra di Troia, si compisse il suo destino; l arrivo degli eroi greci e lo stratagemma di Ulisse che scoprì l inganno. Le Silvae è un opera di Stazio articolata in 32 componimenti in metri lirici e in esametri. Il titolo rinvia a una miscellanea su soggetti diversissimi, una vera e propria «selva di liriche, che il poeta compose durante tutta la vita. Nel Medioevo la fama di Stazio era consolidata e Dante lo colloca accanto a Virgilio, Ovidio e Lucano tra i poeti antichi ai quali ispirarsi (De vulgari eloquentia II, VI, 7). Nel canto XXII del Purgatorio accoglie la leggenda della conversione di Stazio al cristianesimo e del battesimo segretamente ricevuto (vv. 89-90). Parole in chiaro La virtù che vuole (v. 105) L espressione non può tutto la virtù che vuole indica la «facoltà di volere , la volontà che non sempre riesce a fare esattamente quello che vuole, in questo caso a dominare il sentimento: Dante vorrebbe rivelare a Stazio l identità della sua guida, ma Virgilio per modestia gli ha indicato di tacere; a Dante sfuggirà un sorriso. La virtù e i suoi significati Il termine «virtù in senso lato indica l eccellenza di una qualche qualità, in riferimento agli uomini e alle cose (per esempio le «virtù , le proprietà terapeutiche di una pianta). Nella concezione greca della vita, già a partire da Omero, la virtù (areté) era soprattutto la forza d animo con cui l uomo domina la sorte avversa, non disgiunta da una certa vigorìa fisica. Anche per i Romani la parola virtus sintetizzava una concezione della vita combattiva e, comunque, fiduciosa nelle forze dell uomo. Significato etico-filosofico del termine In senso stretto il termine interessa quella branca della filosofia denominata «etica . Furono i filosofi greci i primi a interrogarsi sul concetto di «virtù , a chiedersi che cosa si debba intendere per essa e quale sia la virtù principale. Per Socrate, e per il suo discepolo Platone, la virtù consisteva essenzialmente nel dominio della ragione sulle parti irrazionali dell animo umano: l uomo è virtuoso quando è l anima razionale a dirigere quella istintiva. Anche per Aristotele le virtù erano «abiti , cioè disposizioni razionali a bene operare. Con l avvento del cristianesimo le virtù sono disposizioni morali che conducono l uomo a compiere il bene e alle virtù naturali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) si affiancarono le teologali (fede, spe- ranza, carità). Per sant Agostino l unica virtù vera è la carità, l amore di Dio (vedi anche Parole in chiaro p. 230). Gli aggettivi «virtuoso e «virtuale Da «virtù deriva l aggettivo «virtuoso , che può essere usato per indicare una persona dal comportamento irreprensibile oppure di particolare talento. Da virtù deriva anche l aggettivo «virtuale , usato nella filosofia medievale per indicare ciò che è «potenziale , cioè possibile ma non ancora realizzato. Con l avvento delle tecnologie informatiche, l uso dell aggettivo «virtuale si è dilatato infinitamente fino a indicare tutto ciò che può essere simulato o ricostruito al computer. Se prima dunque il termine indicava «ciò che avrebbe potuto essere o «ciò che stava per compiersi nella realtà , ora designa ciò che esiste già nel mondo parallelo digitale e che chiamiamo «realtà virtuale .

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato