La Divina Commedia

Tra l erba e fior venìa la mala striscia, volgendo ad ora ad or la testa, e l dosso 102 leccando come bestia che si liscia. Io non vidi, e però dicer non posso, come mosser li astor celest ali; 105 ma vidi bene e l uno e l altro mosso. Sentendo fender l aere a le verdi ali, fuggì l serpente, e li angeli dier volta, 108 suso a le poste rivolando iguali. L ombra che s era al giudice raccolta quando chiamò, per tutto quello assalto 111 punto non fu da me guardare sciolta. «Se la lucerna che ti mena in alto truovi nel tuo arbitrio tanta cera 114 quant è mestiere infino al sommo smalto , cominciò ella, «se novella vera di Val di Magra o di parte vicina 117 sai, dillo a me, che già grande là era. Fui chiamato Currado Malaspina; non son l antico, ma di lui discesi; 120 a miei portai l amor che qui raffina . «Oh! , diss io lui, «per li vostri paesi già mai non fui; ma dove si dimora 123 per tutta Europa ch ei non sien palesi? La fama che la vostra casa onora, grida i segnori e grida la contrada, 126 sì che ne sa chi non vi fu ancora; e io vi giuro, s io di sopra vada, che vostra gente onrata non si sfregia 129 del pregio de la borsa e de la spada. Uso e natura sì la privilegia, che, perché il capo reo il mondo torca, 132 sola va dritta e l mal cammin dispregia . Ed elli: «Or va; che l sol non si ricorca sette volte nel letto che l Montone 135 con tutti e quattro i piè cuopre e inforca, che cotesta cortese oppin one ti fia chiavata in mezzo de la testa con maggior chiovi che d altrui sermone, 139 se corso di giudicio non s arresta . ciliato con Dio dall Incarnazione di Cristo). Nessuno può prevedere quando si mette in moto la Grazia divina, ma se ne vede l efficacia dagli effetti: rapidissimo, efficace è l intervento degli angeli, che solo con il fruscio delle loro ali mettono in fuga il serpente-demonio. 109. L ombra: è Corrado Malaspina. 116. Val di Magra: è la Lunigiana. Nella vallata del fiume Magra (scorre al confine settentrionale della Toscana e sfocia a sud del golfo della Spezia), sorgeva il castello di Villafranca, appartenente ai Malaspina. 117-120. grande là era raffina: il tono di Corrado denota un maggiore distacco dalle 100-102 Il maligno serpente veniva strisciando tra l erba e i fiori, volgendo il capo ora a destra ora a sinistra, e leccandosi il dorso come un animale che si liscia. 103-108 Io non vidi, perciò non posso dirlo, come si mossero gli sparvieri celesti, ma vidi bene, l uno e l altro, quando erano in volo. Sentendo il rumore delle verdi ali fendere l aria, il serpente fuggì e gli angeli tornarono indietro, volando lassù ai loro posti di guardia con volo concorde. (vv. 109-139) L incontro con Corrado Malaspina 109-120 L ombra che si era avvicinata al giudice Nino quando questi l aveva chiamata durante tutto l assalto (degli angeli contro il serpente), non distolse mai gli occhi da me. Essa cominciò: «Possa la luce che ti guida al cielo trovare nella tua libera volontà tanto alimento quanto occorre (per arrivare) fino alla vetta del monte dove risplende ogni colore, se hai notizie certe della Val di Magra o di paesi vicini (in Lunigiana), riferiscile a me, che un tempo là ero potente. Mi chiamai Corrado Malaspina: non sono (Corrado) il vecchio, ma un suo discendente: nutrii per la mia famiglia un amore eccessivo, che qui si purifica . 121-132 «Oh! gli risposi, «non sono mai stato nei vostri territori; ma vi può essere un luogo in tutta Europa dove essi non siano conosciuti? La fama che onora il vostro casato celebra quei signori e gli abitanti di tutta la regione, così che la conosce anche chi ancora non vi è stato; e io vi giuro, così possa giungere fino alla vetta del monte, che la vostra nobile stirpe continua a fregiarsi dell onore della liberalità e della prodezza. L abitudine alle virtù (cavalleresche) e la sua natura la rendono così superiore che, anche se il mondo volge il suo capo colpevole (verso il male), essa sola procede sulla strada del bene e disprezza il male . 133-139 Ed egli: «Ora vai, il sole non tornerà ad adagiarsi sette volte in quella parte del cielo che copre e tiene tra le sue quattro zampe l Ariete (cioè non passeranno sette anni), che questa cortese opinione (sulla mia famiglia) ti sarà fissata in mente con argomenti più efficaci delle parole degli altri, a meno che non si arresti il corso del decreto divino . vicende terrene rispetto a Nino Visconti: l avverbio (là) e il passato remoto (fui, discesi, portai) sottolineano la lontananza dei due mondi. Nino rievoca affetti familiari ancora vivi nel suo cuore, Corrado la gloria del suo casato, del quale si sente sì ancora orgoglioso, ma consapevole che quel mondo non gli appartiene più: l amore eccessivo verso la famiglia e il casato, di cui Corrado si è pentito alla fine della sua vita (sostenne strenuamente gli interessi familiari e di partito), si purifica trasformandosi in amore disinteressato per Dio e in amore caritatevole per il prossimo. L antico è Corrado il Vecchio, nonno di questo Corrado ( Personaggi). 121-123. «Oh! ... palesi?: Dante imma- gina di compiere il viaggio ultraterreno nel 1300, quindi sei anni prima di sperimentare di persona l ospitalità dei Malaspina, la cui liberalità era nota in tutta l Europa. 129. pregio de la borsa e de la spada: metafora per indicare la liberalità e la prodezza, virtù cavalleresche per eccellenza. Pregio deriva dal provenzale pretz = valore, perfezione( Parole in chiaro). 137-138. ti fia chiavata ... maggior chiovi: la metafora dell inchiodare e dei chiodi indica quanto dolorosa sarà l esperienza dell esilio di Dante. Purgatorio Nino Visconti 377

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato