La Divina Commedia

Avvegna che la subitana fuga dispergesse color per la campagna, 3 rivolti al monte ove ragion ne fruga, i mi ristrinsi a la fida compagna: e come sare io sanza lui corso? 6 chi m avria tratto su per la montagna? El mi parea da sé stesso rimorso: o dignitosa cosc enza e netta, 9 come t è picciol fallo amaro morso! Quando li piedi suoi lasciar la fretta, che l onestade ad ogn atto dismaga, 12 la mente mia, che prima era ristretta, lo ntento rallargò, sì come vaga, e diedi l viso mio incontr al poggio 15 che nverso l ciel più alto si dislaga. Lo sol, che dietro fiammeggiava roggio, rotto m era dinanzi a la figura, 18 ch av a in me de suoi raggi l appoggio. Io mi volsi dallato con paura d essere abbandonato, quand io vidi 21 solo dinanzi a me la terra oscura; e l mio conforto: «Perché pur diffidi? , a dir mi cominciò tutto rivolto; 24 «non credi tu me teco e ch io ti guidi? Vespero è già colà dov è sepolto lo corpo dentro al quale io facea ombra; 27 Napoli l ha, e da Brandizio è tolto. Ora, se innanzi a me nulla s aombra, non ti maravigliar più che d i cieli 30 che l uno a l altro raggio non ingombra. A sofferir tormenti, caldi e geli simili corpi la Virtù dispone 33 che, come fa, non vuol ch a noi si sveli. Matto è chi spera che nostra ragione possa trascorrer la infinita via 36 che tiene una sustanza in tre persone. State contenti, umana gente, al quia; 1-6. Avvegna ... montagna?: la terzina ricon- duce alla conclusione del canto precedente: le anime rimproverate da Catone, perché si erano attardate ad ascoltare il canto di Casella, si sono disperse sulla spiaggia, invece Dante si avvicina ancor più a Virgilio. v. 3: ragion ne fruga Parole in chiaro. 7-15. El mi parea ... dislaga: Virgilio si sente rimproverato dalla sua coscienza perché è venuto meno al suo dovere di guida. Poi si riprende dal turbamento e rallenta il passo. Un valore fondamentale della dignitas classica è la misura, la compostezza degli atti (che nel galateo cortese -stilnovistico corrisponde alla onestà); qualunque eccesso come la fretta nel camminare è fuori misura e, quindi, indecoro- (vv. 1-45) La natura dei corpi 1-6 Quantunque la repentina fuga delle anime le disperdesse per la spiaggia, alla volta della montagna dove la giustizia (divina) ci stimola (fruga) (per purificarci), io mi avvicinai di più al mio fidato compagno (Virgilio) e come avrei potuto mettermi a correre senza di lui? chi mi avrebbe condotto su per la montagna? 7-9 Egli sembrava in preda al rimorso: o coscienza dignitosa e pura, come una piccola mancanza genera in te un amaro tormento! 10-15 Quando il suo passo abbandonò la fretta, che toglie (dismaga) decoro a ogni atto, la mia mente, che prima era concentrata in un solo pensiero, allargò l attenzione, come piena di curiosità, e rivolsi lo sguardo al monte che più alto di tutti si innalza sul mare verso il cielo. 16-18 Il sole, che fiammeggiava rosso alle spalle, era interrotto davanti al mio corpo, perché trovava in me un ostacolo ai suoi raggi. 19-24 Io mi voltai da un lato, temendo di essere abbandonato (da Virgilio), quando vidi la terra oscurata (dalla mia ombra) solo davanti a me; e Virgilio che era sempre il mio sostegno cominciò a dire rivolto completamente verso di me: «Perché continui a dubitare? Non credi che io sia con te e ti faccia da guida? 25-27 Ormai è sera là dove è sepolto il corpo dentro al quale io proiettavo ombra; si trova a Napoli e lì è stato trasferito da Brindisi. 28-33 Ora, se davanti a me non si proietta alcuna ombra, non ti meravigliare più (di quanto non ti meravigli) dei cieli che non impediscono alla luce di passare dall uno all altro. La Virtù (divina) predispone tali corpi immateriali a sopportare tormenti, il caldo e il freddo, in modi che essa non vuole siano rivelati a noi. 34-36 folle chi spera che la nostra ragione possa percorrere fino in fondo la via infinita che segue Dio, sostanza unica in tre persone. 37-45 Accontentatevi, o uomini, dei fatti: so per una persona magnanima. Allora Dante solleva lo sguardo verso il monte come aveva ordinato Catone, perché è lì che ci si purifica dall intenzione peccaminosa (per dismaga, vaga, dilaga Parole in chiaro). 27-30. Napoli ... non ingombra: il corpo di Virgilio fu traslato da Brindisi a Napoli per volere di Augusto, e sepolto sulla via di Pozzuoli ( Inferno I, Personaggi, p. 31). Secondo la concezione medievale l anima dei defunti è sostanza trasparente come quella dei sette cieli concentrici che occupano il cosmo e che lasciano passare la luce. I cieli sono formati solo di etere, una sostanza incorruttibile (o quinta essenza), e non contengono nessuna delle sostanze che formano il mondo sublu- nare (terra, acqua, fuoco, aria). 31-36. A sofferir ... tre persone: l imperscrutabile potenza di Dio ha lasciato alle anime la sensibilità di soffrire i tormenti, rappresentati, genericamente, dal caldo e dal freddo ( Inferno III, 87). folle colui che ha la presunzione di pervenire con la ragione alla conoscenza del mistero di Dio, il quale nella sua essenza è Unità e Trinità, e del suo operare. 37. State contenti ... quia: la conoscenza umana deve arrestarsi al quia, cioè a constatare che le cose esistono oggettivamente. Nella filosofia Scolastica di san Tommaso il quia indica il fatto che esiste; il quomodo indaga il come, cioè la natura dell oggetto; il quare indaga il perché l oggetto esiste. Purgatorio Manfredi di Svevia 331

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato