Verso l’esame di Stato – Allenarsi alla prima prova

Verso l esame di Stato Allenarsi alla prima prova Tipologia B Analisi e produzione di un testo argomentativo MARIA MASLANKA-SORO La distanza tra Dante narratore e Dante personaggio nel canto XIII La studiosa e dantista Maria Maslanka-Soro inizia la sua riflessione a partire dal simbolismo fonico (improntato a un frequente uso di suoni aspri) che trasmette un atmosfera di lacerazione e di smarrimento. Si sofferma, poi, sulla distanza tra il Dante auctor e il Dante viator, particolarmente enunciata nel canto: il personaggio Dante, incapace di capire la situazione, è in questo modo vicino al lettore e ad ogni uomo, e l episodio assume un valore di exemplum per l intera umanità. Il Dante narratore sacrifica se stesso «nel ruolo di pellegrino, non concedendogli alcuna caratteristica che darebbe luogo ad una superiorità conoscitiva o morale rispetto al protagonista della scena, Pier della Vigna . Nonostante le somiglianze con l episodio virgiliano, secondo Maria Maslanka-Soro il caso di Pier della Vigna è comunque molto differente da quello di Polidoro: il gesto di Enea che strappa l arbusto non ha nulla di tragico e permette al figlio di Priamo di raccontare il segreto della sua terribile morte, mentre la condizione dei suicidi danteschi è propria di peccatori che si sono collocati fuori dall ordine divino. 10 20 stato ben chiarito, a partire soprattutto dall analisi strutturale e stilistica del canto fatta da Leo Spitzer e pubblicata per la prima volta nel 1942, che esiste una stretta corrispondenza tra le scelte lessicali e più generalmente stilistiche nella descrizione sia della selva dei suicidi - con l episodio centrale dell uomo-pianta Pier - sia della non meno drammatica scena di caccia infernale alle anime degli scialacquatori svolta nella seconda parte della narrazione, e tra l atmosfera di lacerazione, di perdizione, di sdoppiamento che pervade tutto il canto. In particolare, Spitzer nota come caratteristica di questo canto l uso esteso di termini fortemente onomatopeici dal suono aspro, il che gli fa parlare perfino di simbolismo fonico1. L entrata nel bosco coglie il pellegrino impreparato e incapace di capire la situazione in cui l ha voluto coinvolgere il narratore. Lo sgomento, la confusione di pensieri, di fronte alla metamorfosi degli uomini in piante, la paralizzante paura e tante incertezze fanno di Dante un rappresentante comune dell umanità smarrita. Così la distanza tra chi narra la scena e chi vi partecipa rende meno ovvio il carattere eccezionale dell esperienza di quell ultimo, che non è «né Paulo né Enea , ma «uno simile a noi , e così viene ribadito il suo ruolo di «exemplum per l umanità smarrita. D altra parte, come si potrà vedere più avanti, questa implicita opposizione dà un rilievo particolare alla figura di Pier della Vigna, il protagonista nel girone dei suicidi, ora uomo-albero ma una volta potente cancelliere alla corte di Federico II: Dante narratore, «sacrificando se stesso nel ruolo di pellegrino, non concedendogli alcuna caratteristica che darebbe luogo ad una superiorità conoscitiva o morale rispetto al protagonista della scena (come, del resto capita spesso durante gli incontri con i grandi personaggi infernali), fa risaltare, con un procedimento talvolta antitetico, le motivazioni e le ragioni che Pier adduce nel tentativo di fare la propria apologia, non prescindendo però dal contesto etico-religioso in cui si pone il suo caso. La causa della perplessità iniziale del pellegrino starebbe nel presunto contrasto tra il dato visivo e acustico: egli sente le voci umane, ma non vede nessuno da cui possano venire: «Io sentia d ogni parte trarre guai, / e non vedea persona che l facesse; / perch io tutto smarrito m arrestai 1. Simbolismo fonico: si tratta di un linguaggio fortemente espressivo, ricco di segni onomatopeici (ad esempio: scerpi, stizzo, fosco, stecchi con tosco, schiante, nocchi) caratterizzati da suoni durissimi e aspri e da un sillabismo che tende ancor di più a ri marcare, in virtù della composizione fonica degli ele menti costitutivi della parola, quell atmosfera lugubre e macabra che regna in tutto il canto. Dante, per la composizione del suo poema, dovette inventarsi quasi del tutto lo strumento espressivo, navigando con fan tasia, sacrificio e grande spirito di avventura nel gran mare delle parole Inferno Pier della Vigna 145

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato